Vedere il mondo attraverso le parole: ecco come i libri ci permettono di viaggiare

Illustrazione digitale di Giovana Fleck per Global Voices.

Quando è stata la prima volta che vi siete interfacciati con  culture lontane dalla vostra posizione geografica? 

La mia prima volta è stata quando, da piccola, ho conosciuto Peter e Jane tramite i libri della Ladybird. Da qui sono passata alle serie di  Piccoli Brividi e di  Sweet Valley High, incontrando personaggi del calibro di Jessica ed Elizabeth Wakefield mentre affrontavano le dinamiche della vita adolescenziale negli Stati Uniti. Più tardi, a scuola, Chinua Achebe [it, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] avrebbe ampliato la mia visione dell'Africa con il crollo delle cose di Okonkwo nell'Igboland e mi avrebbe fatto conoscere l'esistenza del pidgin. 

Ho spesso percepito e imparato di nuove culture attraverso i libri. Nel 2014, durante il mio primo vero viaggio in autobus verso l'Uganda (era la prima volta che lasciavo il mio paese, il Kenya), mi sono resa conto che i libri mi avevano introdotta a così tante dinamiche tra gli esseri umani e l'umanità che il mondo esterno non mi appariva sconosciuto. Avevo conosciuto il mondo attraverso le parole.

Ci sono dei luoghi del mondo in cui mi sono immedesimata e con cui ho provato empatia, specialmente per i diversi costrutti sociali, politici ed economici.  Sia che si trattasse della Nigeria di Adebayo  in “Resta con me” o delle traversate in Asia e in America in “Pachinko. La moglie coreana” di Min Jin Lee o di Unbowed” [en] di Wangari Maathai che cattura un'immagine chiara della storia politica del Kenya, i libri mi hanno condotto in mondi del passato, del presente e del futuro.

Far comprendere altre culture e ciò che si cela oltre è la specialità degli autori. Questa enorme responsabilità di far uscire fiction e nonfiction di qualsiasi tipo è un'impresa non da poco. Nel mio mondo gli autori sono dei geni che creano universi alternativi nelle nostre menti e portano il fardello di rappresentare culture e problemi,  narrando con autorevolezza storie che ci influenzano emotivamente. 

Faith Mwangi, specialista della comunicazione strategica a Nairobi (in Kenya) e avida lettrice, fa parte del club del libro Books and Beyond [en]. In una conversazione su Whatsapp mi ha detto quanto ogni libro offra prospettive uniche che le permettono di esplorare le sfumature di altre società e della loro diversità. Il suo viaggio letterario le ha permesso di ampliare gli orizzonti, aumentare l'empatia e sfidare i propri preconcetti, rendendola più consapevole della complessità della natura umana, sentimenti che condivido anch'io [en]:

Reading has always been a window into worlds beyond my immediate surroundings. As a Kenyan woman with a lifelong fascination for diverse cultures, my passion for books has deeply enriched my understanding of the vast tapestry of human experiences. I find myself particularly drawn to African authors whose narratives resonate with my own experiences, as well as those from distant lands whose lives and cultures are beautifully unfamiliar and sometimes surprisingly familiar.

Leggere è sempre stata una finestra su mondi ben lontani da ciò che mi circonda. Da donna keniana da sempre affascinata dalle diverse culture, la mia passione per i libri ha profondamente arricchito la mia concezione dell'ampio affresco delle esperienze umane. Sono particolarmente attratta dagli autori africani le cui narrazioni risuonano con le mie esperienze, così come quelli provenienti da luoghi remoti le cui vite e culture sono meravigliosamente sconosciute e, a volte, sorprendentemente note.

Man mano che le nostre vite evolvono, cerchiamo di scoprire risposte alla domanda “come ci siamo arrivati qui?”. I libri, di fiction e  non, specialmente nel contesto africano come “Betrayal in the City” [en] di Francis Imbuga, “Non dimenticare chi sei” di Yaa Ghasi e “Il fiume e la sorgente di Margaret Ogola mi hanno aiutato a comprendere lo stato delle cose attuale e il perché alcune eredità coloniali sono ancora presenti nel nostro sistema socioeconomico. Allo stesso tempo la letteratura ha creato spazio per opportunità che possono ispirarci e promuovere i nostri ideali, malleando una storia che possa essere sostenibile per le future generazioni. 

Ciascun libro ti permette di guardare il mondo attraverso gli occhi degli scrittori e di essere testimone delle esperienze di della gente di cui stai leggendo. Abdi Latif, il corrispondente dall'Africa Orientale del New York Times, su Whatsapp mi ha raccontato quanto siano stati fondamentali i libri nell'aiutarlo a comprendere la propria cultura attraverso le parole di autori appartenenti alla sua stessa etnia [en]:

Books have not just made me appreciate other cultures, but also my own self, my surroundings, my family and friends. Sometimes, I could read books written by authors who share my own Somali background, and they are still able to teach me a lot more about my own culture. Nuruddin Farah for example in his book “Sweet and Sour Milk published in 1980, explores the oppressive political regime in Somalia through the lens of twin brothers while Nadifa Mohamed investigates her roots through her semi autobiographical book Black Mamba Boy, which looks at her father’s journey traversing Sudan, Egypt, Palestine and the Mediterranean. These two, among other Somali authors, have deepened my understanding of how there is a multiplicity of experiences within every culture, and that we need to appreciate all those experiences. That’s what the best books do: they help you navigate not just other people’s worlds but also the world you exist in.

I libri mi hanno fatto apprezzare non soltanto le altre culture, ma anche me stesso, ciò che mi circonda, la mia famiglia e i miei amici. A volte leggo libri scritti da autori con cui condivido lo stesso background somalo e riescono ancora ad insegnarmi qualcosa di più della mia  cultura. Per esempio Nuruddin Farah, nel suo libro “Latte agrodolce” pubblicato nel 1980, esplora l'oppressivo regime politico della Somalia attraverso le lenti di due gemelli mentre Nadifa Mohamed indaga sulle sue origini attraverso il suo romanzo semiautobiografico “Black Mamba Boy” [en] seguendo il viaggio del padre attraverso il Sudan, l'Egitto, la Palestina e il Mediterraneo. Tra tutti gli autori somali, loro due hanno ampliato la mia visione di quanto siano molteplici le esperienze all'interno di ogni cultura e di quanto abbiamo bisogno di apprezzare quelle esperienze. I libri migliori fanno questo: ti aiutano a navigare non soltanto i mondi delle altre persone, ma anche il mondo in cui esisti.

Nella vita sperimentiamo vittorie e allo stesso tempo siamo testimoni di ingiustizie che possono essere raccontate attraverso ciò che noi o gli altri abbiamo vissuto. Chimamanda Adichie [en], una delle autrici africane più profonde, in un’intervista [en] con il Financial Times ritrae un'immagine dicendo:

In thinking about war, nonfiction and fiction are equally important. The role of a fiction writer when it comes to the subject of war is to imaginatively mine emotion and feeling, and what I’m maybe going to call humanity. I think fiction should tell us how war felt and nonfiction should tell us what happened. I’m not sure I could’ve written Half of a Yellow Sun if I’d experienced the Nigerian Biafran war. I think I have the distance, not just of time, but of not having directly experienced the war. And so, in some ways, I inherited memory.

In riferimento alla guerra, nonfiction e fiction sono ugualmente importanti. Il ruolo di uno scrittore di narrativa, quando si tratta un soggetto come la guerra, è quello di scavare nelle emozioni e nei sentimenti e in quella che io chiamerei umanità. Credo che la narrativa debba dirci com'è stata percepita la guerra e che la saggistica debba raccontarci cos'è successo. Non sono sicura che avrei potuto scrivere Metà di un sole giallo se  avessi avuto esperienza della guerra civile del Biafra. Credo di possedere la distanza, non soltanto temporale, del non avere avuto diretta esperienza della guerra. E quindi, in qualche modo, ne ho ereditato la memoria.

Se stiamo cercando di comprendere la nostra storia, i comportamenti umani, le strutture socioeconomiche o politiche, i libri aprono un mondo di sapere.


Corazon Kisilu (@corriemwende) è un'esperta di comunicazione sul clima a Nairobi. Quando non lavora, Corrie sarà da qualche parte con un libro o starà cercando le ultime notizie sul mondo del basket. 

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