Nella società di cui fa parte, esprimere desiderio apertamente è considerato inappropriato per una donna, e tuttavia ci si aspetta che sia seducente nel privato. Queste esperienze contrastanti su come essere il partner ideale hanno segnato le sue esperienze.

Il marito di Jane, per fortuna, ha subito empatizzato col disagio di lei, supportandola e incoraggiandola ad accettare la sua sessualità. Dopo anni di esplorazione, il loro legame si è fatto più forte, portando a una relazione intima soddisfacente.

L'Uganda ha molteplici culture e linguaggi, e le parole hanno una forte influenza, capaci sia di ispirare che di causare danno. La sessualità gioca un ruolo cruciale in questo contesto. Diverse tradizioni e parole utilizzate in questo paese, che hanno forti radici nella cultura, contribuiscono inavvertitamente alla narrativa che perpetua la violenza sessuale e di genere (SGBV).

Per esplorare questo argomento così complesso, dobbiamo analizzare i vecchi cambi della società, gli standard culturali, e l'impatto dell'influenza occidentale. È possibile che ci siano elementi intraducibili? Quali fattori rendono le relazioni intime più proni all'abuso?

In luganda, una delle lingue più parlate dal popolo Baganda, il termine kasolo (ovvero “pene”), si traduce letteralmente con “piccolo animale”. Questa sfumatura linguistica può infondere negli uomini un senso di potere nelle interazioni personali. “Piccolo animale” fa pensare a una costante prontezza all'attacco, contribuendo alla narrativa di terrore che associa gli uomini ai comportamenti animalistici, raffigurandoli come “predatori”. Di conseguenza, la violenza da parte degli uomimi, descritti come “piccoli animali”, può essere percepita quasi come prevista se non addirittura premiata.

Al contrario, utilizzare termini più tenui come “dolce” per riferirsi alla vagina rafforza la narrativa della femminilità delicata. Questi termini non sono solo di circostanza, bensì portano con sé significati importanti che cambiano il modo di percepire le cose. Creano i presupposti per il maltrattamento definendo le azioni degli uomini e gli obbligi morali delle donne in relazione ai loro corpi. Questa narrativa limita l'autonomia delle donne nel fare scelte sulla loro sessualità, controlla i loro comportamenti e pone la colpa su di loro in caso di abusi. Le donne potrebbero sentirsi costrette a conformarsi senza neanche rendersene conto, dal momento che i loro ruoli sono prestabiliti dal linguaggio utilizzato.

Questa prospettiva linguistica fa luce su un aspetto spesso ignorato quando si tratta di abusi nelle relazioni. Il modo in cui il linguaggio è utilizzato non solo mostra le dinamiche di potere, ma detta anche come le persone dovrebbero comportarsi nelle situazioni romantiche o sessuali. I desideri e i limiti delle donne vengono messi in disparte in una società che dà priorità al controllo e al dominio maschile.

In passato, le Ssengas giocavano un ruolo cruciale all'interno della comunità Baganda nel facilitare le discussioni sulla sessualità. Le ragazzine chiedevano spesso consiglio alle proprie zie su argomenti come l'adolescenza, il sesso, le relazioni e la femminilità. Queste conversazioni erano fondamentali per guidare le ragazze verso la maturità, dotandole della conoscenza necessaria sul matrimonio e sulle aspettative di genere.

Sebbene l'influenza delle Ssengas, con le loro preziose conoscenze, sia stata di vitale importanza per i matrimoni, i loro insegnamenti hanno anche inavvertitamente rafforzato alcuni stereotipi di genere problematici.

Stando ad alcune ricerche, in alcuni gruppi etnici ugandesi come i Batooro, l'educazione sessuale è insegnata principalmente dalle matriarche paterne, incluse la zia, madre e nonna paterna, e i parenti acquisiti dopo il matrimonio, incluse la suocera, la cognata e la nonna del marito. In passato, e in alcune zone ancora oggi, alle ragazze veniva insegnato come comportarsi durante l'atto sessuale la prima notte di nozze.

Questi insegnamenti spesso hanno luogo in contesti specifici, come nel caso dell’akasaka, uno spazio privato e secluso all'interno della casa decorato con un'erba speciale chiamata ekigaasi, dove alle ragazze vengono insegnate tutte le cose relative al sesso. Ci si aspetta la partecipazione all’akasaka sia prima del matrimonio (a casa dei genitori) che dopo (a casa del marito). Prima del matrimonio, alle ragazze viene insegnato cosa siano i “cattivi contatti fisici”, sottolineando che le manifestazioni pubbliche di affetto di natura sessuale, come baciarsi, sono proibite.

Dopo il matriomonio, l’akasaka continua, con la suocera che aiuta la novella sposa a comprendere il suo ruolo all'interno della famiglia. Da un lato questa introduzione aiuta la sposa a integrasi all'interno della casa, dall'altro riflette i concetti tradizionali del ruolo sottomesso della donna all'interno della stessa.

Anche l'educazione sessuale per i ragazzi ha un ruolo importante ed è tipicamente tramandata dai padri, zii e nonni. A differenza delle ragazze, tuttavia, i ragazzi non hanno delle sessioni dedicate all'educazione sessuale, ricevono piuttosto un'istruzione informale e continua appena ce n'è l'occasione.

Sylvia Tamale, una ricercatrice legale, sottolinea l'importanza del dover parlare della sessualità per capire appieno le norme della società. Tamale batte in particolare sulla dominazione del linguaggio in ambito sessuale dei colonialisti occidentali e su come questo abbia modellato i significati e le definizioni dei concetti per riflettere le esperienze al di fuori dell'Africa.

Utilizza il silenzio come esempio per spiegare questo concetto. Nelle culture occidentali, spesso il silenzio è interpretato come un segno di sottomissione a un potere. In alcune culture, tuttavia, soprattutto tra i Baganda, alcune donne hanno trasformato il silenzio in una potente forma di azione. Per esempio, l'istituzione delle Ssenga insegna alle donne che è meglio chiedere e fare richieste durante il sesso, mettendo in rilievo la connessione tra le aspettative e le scelte personali. Questo dimostra quanto gli ambienti culturali definiscano la comprensione di certe azioni e quanto diano potere agli individui per ridefinire i ruoli tradizionali in modo sostanziale.

Oggi, Jane affronta l'argomento del sesso con i propri figli in un modo unico. Parla apertamente di argomenti relativi al sesso e all'abuso, e incoraggia i figli a parlare con lei e con il marito dei loro corpi e delle relazioni.

Crede fermamente che dare l'esempio sia il modo migliore per insegnare. Lei e il marito condividono un legame forte, e parlano spesso del benessere dei loro figli, delle finanze e del futuro della loro famiglia. “Stiamo ridefinendo i ruoli di genere, insegnando ai nostri figli il concetto di collaborazione tra un uomo e una donna in un matrimonio”, dice Jane col sorriso.