di Grace Kobare
Quest'anno il Kenya è stato colpito [en, come i link seguenti, se non diversamente indicato] da violente piogge ed inondazioni improvvise, in particolare nei mesi tra metà marzo e maggio. Le piogge di marzo-aprile-maggio (MAM) hanno causato violenti temporali in diverse regioni del paese dell'Africa Orientale, tra cui il bacino del Lago Vittoria [it], la Rift Valley [it], le alture ai due lati orientale ed occidentale della Rift Valley (compresa l'area di Nairobi), le pianure sudorientali, la costa ed il settore nordorientale. Le piogge hanno portato a danni significativi in 42 delle 47 contee keniote, colpendo in particolare la capitale Nairobi [it], Homa Bay [it], Kajiado [it], Mandera [it] e Nakuru [it].
Nel 2020, oltre il 50% dei kenioti trovava lavoro nell'agricoltura. Al 10 maggio 2024 oltre 41.000 acri di terra coltivabile sono stati sommersi lasciando senza mezzi di sussistenza diversi allevatori e contadini. Al 29 aprile le inondazioni avevano interrotto il commercio tra diverse contee. La distruzione di strade e ponti e la chiusura in via precauzionale di diverse strade hanno inoltre avuto un forte impatto sulle attività di interscambio tra le contee.
Il 14 aprile Il governo ha annunciato che le squadre di pronto intervento sarebbero state fermate per poter portare avanti le riparazioni e le manutenzioni necessarie ad assicurare la continuità dei servizi essenziali, in considerazione delle previsioni di danni sostanziali a strade, ponti, istituti educativi e sanitari e strutture abitative. Al 26 aprile, dopo aver schierato 150 dipendenti e 1.000 volontari a supporto degli sforzi di risposta alle inondazioni, la Croce Rossa keniota ha dichiarato di non potercela fare ed ha richiesto assistenza da altre organizzazioni.
Secondo quanto riporta Africanews, una delle principali sfide che i coltivatori devono affrontare a causa delle inondazioni lampo iniziate a metà marzo, è stato il rapido aumento del livello delle acque, che ha reso inaccessibili le fattorie ed ha danneggiato gravemente le attività agricole. Martha Waema, una coltivatrice della Machakos County, Kenya, si aspettava un rendimento di 200.000KSh (1.500 dollari) a fronte del suo investimento di 80.000KSh (USD 613) in mais, piselli, cavoli, pomodori e kale. Ma le sue speranze sono state annullate. Racconta di non aver mai dovuto sopportare perdite di tale entità nei suoi 38 anni di coltivazione. La devastazione ha avuto un forte impatto sulla sua sicurezza finanziaria, stabilità ed ottimismo.
La National Drought Management Authority (NDMA) [autorità nazionale per la gestione della siccità] ha riportato a marzo che circa 1,9 milioni di keniani avranno bisogno di assistenza alimentare a causa delle piogge torrenziali che stiamo vivendo. La NDMA ha richiesto donazioni per garantire una regolare fornitura di cibo e un trasferimento incondizionato di denaro, in particolare per i gruppi vulnerabili nelle zone soggette alle inondazioni.
Gli effetti dannosi delle inondazioni sulla sicurezza alimentare sono divenuti sempre più evidenti, con estesi ristagni idrici che hanno un forte impatto sulle coltivazioni. Le zone agricole lungo le rive di molti fiumi sono state inondate con conseguenti gravi danni alle coltivazioni. Inoltre, sono stati persi oltre 9.000 capi di bestiame e sono stati sommersi almeno 41.000 acri di terreno coltivabile.
Le violente piogge hanno avuto forti ripercussioni sul sistema alimentare keniota, spingendo gli esperti a prevedere l'arrivo di future sfide e la necessità di misure proattive.
Secondo gli esperti, per alleviare gli impatti negativi dell'erosione del suolo casata dalle inondazioni è essenziale avviare una gestione sostenibile del terreno.
Il membro del parlamento di Tigania West (MP) John Mutunga, presidente del Comitato Agricolo all'Assemblea Nazionale, ha dichiarato che un'eccessiva saturazione idrica può impedire alle radici di respirare, arrestando la crescita delle coltivazioni e portando potenzialmente a gravi perdite nei raccolti dell'anno corrente. Ha detto inoltre che la prolungata stagione secca di quest'anno “presenta una minaccia significativa per il nostro raccolto agricolo”. L'erosione del territorio, che non solo impoverisce lo strato superficiale del terreno ma mina la struttura stessa del terreno comprometterà ulteriormente la produttività a lungo termine.
Per gestire queste sfide, Mutunga raccomanda ai coltivatori di adottare pratiche conservative come il terrazzamento [it] e la semina strategica di strisce d'erba per ridurre l'erosione del terreno e gestire in maniera più efficace il deflusso. Per contrastare gli effetti degli allagamenti, che portano alla perdita dei materiali essenziali rendendo di conseguenza inutili i fertilizzanti e richiedendo ulteriori investimenti, consiglia inoltre ai coltivatori di considerare approcci alternativi, come metodi organici, per ricostituire i nutrimenti del terreno e mantenere la produttività.
Secondo Africanews, anche Jane Kirui, funzionaria agricola presso il Governo della Contea di Narok [it], come John Mutunga, enfatizza l'importanza del terrazzamento e di altre misure come le culture di copertura – piante coltivate per proteggere e migliorare la salute del terreno e prevenirne l'erosione – come il trifoglio, i piselli e la segale, per migliorare l'assorbimento delle acque.
Anche la politica agricola per la gestione del terreno 2023 è un punto chiave per la gestione della sfida. Il Segretario principale per l'agricoltura Paul Ronoh evidenzia: “La politica fornirà un accordo quadro per la gestione del territorio in zone ecologiche diverse determinandone il contenuto nutrizionale. Servirà inoltre come guida per il trattamento del terreno e l'implementazione di interventi volti al miglioramento della salute del terreno.” La delibera identifica pratiche sostenibili di gestione del terreno, interventi specifici come le colture di copertura e i terrazzamenti per favorire l'assorbimento delle acque, e direttive per il trattamento del terreno al fine di ripristinarne la fertilità. Enfatizza inoltre la formazione di sviluppo delle capacità, la ricerca e le pratiche sostenibili per la protezione del terreno su lungo termine.
Se le inondazioni MAM hanno reso palese l'inadeguata preparazione, da parte del Kenya, a rispondere ai disastri, sottolineando l'urgente necessità di una gestione sostenibile del terreno e di una migliore previsione, resta da vedere se le strategie di contenimento e sostenibilità proposte dagli esperti verranno attuate al fine di gestire meglio, in futuro, gli scenari di violente precipitazioni metereologiche.