
Come si manifesta il vaiolo delle scimmie: schermata da YouTube de Franceinfo
Secondo l’Unione Africana [fr, come i link seguenti, se non diversamente indicato], la ricomparsa del vaiolo delle scimmie [it] sul continente rappresenta un’emergenza sanitaria [en]. Più di dieci Paesi sono stati interessati dalla malattia, contando fino ad ora centinaia di decessi.
Identificato per la prima volta in Danimarca nel 1958, il primo caso umano di vaiolo delle scimmie è stato scoperto nel 1970 a Basankusu, provincia occidentale della Repubblica Democratica del Congo [it] (RDC). Nel corso degli anni sono stati registrati casi in altri paesi africani tra cui Camerun [it], Gabon [it], Nigeria [it], Repubblica Centrafricana [it] e Sierra Leone [it] ed altrove: nel 2003 negli Stati Unit e nel 2018 nel Regno Unito, a Singapore ed in Israele.
Nel maggio 2022, la propagazione della malattia trasmissibile, ancora denominata Mpox , si è verificata un po’ ovunque nel mondo, rivelando molteplici ceppi.
Cresce l'inquietudine
Secondo l’Africa Centre for Disease Control and Prevention [en, Centro africano per il controllo e la prevenzione delle malattie], l'agenzia sanitaria dell'Unione Africana, da gennaio ad agosto 2024 si sono verificati 2.863 casi e 517 decessi confermati in 13 paesi, tra i quali in particolare Burundi, Kenya, Ruanda, Uganda, e RDC. Altre fonti, come la BBC [en], riportano che siano stati registrati nella RDC più di 13 700 casi con 450 decessi, cosa che rende il paese il punto cruciale della malattia nel continente.
È urgente fornire vaccini per aiutare la RDC a lottare in maniera efficace contro la diffusione della malattia. I vaccini esistono ma non sono immediatamente disponibili in Africa.
Ai microfoni di Radio France Internationale (RFI), il Prof. Placide Mbala, capo dipartimento di epidemiologia e salute pubblica all'Istituto di ricerca biomedica della RDC mette in guardia :
Nous sommes en face d'une souche qui semble être dérivée de la souche la plus virulente du Mpox et qui a tendance à se propager très facilement d'homme à homme. Nous savons que la maladie touche beaucoup plus les enfants de moins de 15 ans. C'est vraiment la population qui est la plus touchée. La première mesure, c'est de pouvoir isoler ceux qui sont infectés et aussi vacciner ceux qui sont exposés à cette maladie. Lorsqu'il y a eu cette épidémie globale dans les pays occidentaux, le vaccin était disponible ce soit en Europe, que ce soit aux Amériques. Cependant, pour la RDC, nous n'avons pas encore de vaccin disponible pour vacciner ceux qui sont à risque. Nous avons beaucoup de promesses pour pouvoir obtenir des vaccins. Mais pour le moment nous n'avons pas encore de vaccin. Donc la maladie peut continuer à circuler dans les communautés.
Stiamo affrontando una minaccia che sembra derivare dal ceppo più virulento della Mpox e che tende a propagarsi con estrema facilità da umano ad umano. Sappiamo che la malattia colpisce soprattutto i bambini al di sotto dei 15 anni. È il popolo quello che soffre di più. La prima misura da intraprendere è l'isolamento delle persone infette e la vaccinazione di tutti coloro che sono esposti alla malattia. Quando c'è stata l'epidemia globale nei paesi occidentali, il vaccino era disponibile, sia in Europa che in America. Invece, nella RDC noi ancora oggi non disponiamo di vaccini per vaccinare le persone a rischio. Abbiamo ricevuto molte promesse di fornitura dei vaccini, ma ad oggi non siamo ancora riusciti ad ottenere i vaccini. Di conseguenza la malattia può continuare a propagarsi nella comunità.
Anche altri paesi, come Ruanda, Uganda, Kenya, Sudafrica, non sono stati risparmiati.
Il virus circola anche nell'Africa occidentale, soprattutto in Costa d'Avorio. Il governo ivoriano ha preso misure per controllare la situazione. Laurent Tchagba, ministro delle Acque e delle Foreste, ha vietato agli ivoriani di avvicinarsi agli animali selvatici, in particolare alle scimmie, agli scimpanzé, ai topi ed agli scoiattoli, e di consumare carne selvatica. I contravventori verranno puniti con ammende da 5 a 100 milioni di F CFA (8.395 – 167,915 dollari) e una detenzione da cinque a vent'anni.
Gli internauti esprimono in rete i loro sentimenti di angoscia. Un utente di nome Muichiro ha scritto sul social X:
J’ai supporter le Covid, mais la variole du singe je ne pourrais pas, vraiment c’est au-dessus de mes capacités.
— Muichiro (@JFromKi) August 14, 2024
Ho resistito al Covid, ma il vaiolo delle scimmie no, non ce la faccio, supera la mia capacità.
Di fronte all'espandersi della pandemia, il 7 agosto 2024, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha convocato una riunione d'urgenza per discutere le iniziative da intraprendere per contrastare l'avanzata della malattia a livello globale. Antoine Gessain, responsabile dell'Unità di Epidemiologia e Fisiopatologia dei virus oncogeni dell'Istituto Pasteur riporta al giornale Le Monde:
L’urgence de santé publique de portée internationale permet de donner plus de moyens humains, financiers et logistiques et ainsi diminuer le risque de dissémination, en particulier dans les populations à risque.
L'emergenza sanitaria pubblica di portata internazionale permette di mettere in campo maggiori mezzi umani, finanziari e logistici e di conseguenza diminuire il rischio di contagio, soprattutto tra le popolazioni a rischio.
Mobilitazione inerente la malattia
Il 13 agosto 2024 il Centro di Controllo e Prevenzione delle Malattie dell'Unione Africana ha dichiarato [en] ufficialmente il vaiolo delle scimmie un'emergenza di salute pubblica sul continente. Il processo giocherà un ruolo importante nella mobilitazione di mezzi volti a trovare una risposta idonea al livello di rischio. Jean Kaseya, direttore del Centro di Controllo e Prevenzione Malattie dell'Unione Africana, avvisa [en] del rischio rappresentato dal virus, dichiarando [en] :
La maladie pourrait échapper à tout contrôle si des mesures immédiates n'étaient pas prises pour la contenir. Cette déclaration n'est pas seulement une formalité. Il s'agit d'un appel à l'action. C'est une reconnaissance que nous ne pouvons plus nous permettre d'être réactifs. Nous devons être proactifs et agressifs dans nos efforts pour contenir et éliminer cette menace.
La malattia potrebbe andare fuori controllo se non si prenderanno immediate misure per contrastarla. Questa dichiarazione non è semplicemente una formalità, bensì un appello ad agire. Si tratta di riconoscere che non possiamo permetterci di non reagire; dobbiamo essere proattivi ed aggressivi nei nostri sforzi per contenere ed eliminare questa minaccia.
L'OMS, da parte sua, conferma la dichiarazione del Centro di Controllo e Prevenzione delle Malattie dell'Unione Africana. Un articolo della BBC [en] cita Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'OMS, che dichiara:
Le potentiel de propagation à l'intérieur de l'Afrique et au-delà “est très préoccupant. Une réponse internationale coordonnée est essentielle pour mettre fin à cette épidémie et sauver des vies.
Il potenziale di propagazione all'interno dell'Africa ed al di fuori dei sui confini è “molto preoccupante”. È essenziale fornire una risposta internazionale coordinata per porre fine all'epidemia e salvare delle vite.
Sulla sua pagina X, il direttore dell'OMS posta un video nel quale spiega:
The emergence of a new clade of #mpox, its rapid spread in eastern #DRC, and the reporting of cases in several neighbouring countries are very worrying.
On top of outbreaks of other mpox clades in DRC and other countries in Africa, it’s clear that a coordinated international response is needed to stop these outbreaks and save lives. pic.twitter.com/u2DSV6fitj
— Tedros Adhanom Ghebreyesus (@DrTedros) August 14, 2024
L'emergenza di un nuovo ceppo di #mpox , la sua rapida propagazione nel #DRC orientale e la dichiarazione di casi in molti paesi confinanti sono estremamente preoccupanti. Con casi di contagi di altri ceppi nella RDC e in altri paesi confinanti, è chiaro che serva una risposta internazionale coordinata per fermare l'epidemia e salvare delle vite.
L'Africa ha già pagato un prezzo estremamente alto durante la pandemia di Covid: sovranità sanitaria, ricaduta economica, protezione dei diritti e delle libertà individuali.
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In questo contesto l'Unione Africana manifesta la propria volontà di essere all'avanguardia nella mobilitazione dei fondi. Secondo un articolo della BBC, l'istituzione ha approvato la disponibilità di oltre 10 milioni di dollari a sostegno del Centro di Controllo e Prevenzione Malattie dell'Unione Africana per la lotta contro l'epidemia su tutto il continente.