Nei media pro-Pechino la credenza diffusa è che Taiwan, la cui difesa [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] dipende prevalentemente dagli Stati Uniti, sia soltanto un burattino americano privo di posizione propria sulla politica estera e la sicurezza internazionale. Basti pensare al sostegno del governo taiwanese a Israele per la guerra a Gaza e la mancanza di critiche ufficiali alle azioni israeliane che hanno causato la morte di migliaia di civili.
Se Taiwan ha mostrato di sostenere ufficialmente e in pubblico l’Ucraina all’indomani dell’invasione russa, la reazione alla guerra Israele-Hamas è stata molto più controllata. Secondo un sondaggio condotto nel novembre 2023 a Taiwan, la maggior parte dei partecipanti era a favore della politica condotta da Israele a Gaza. Tuttavia, alcuni taiwanesi, soprattutto attivisti, sostengono il popolo palestinese.
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Dall’inizio della guerra Israele-Hamas, a Taiwan si sono svolte diverse iniziative civili per una risoluzione diplomatica del conflitto a Gaza. Tra gli organizzatori, Temir Rustemuly, originario del Kazakistan ma residente a Taiwan da molti anni. Temir si è avvicinato all'attivismo politico all’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Ha fondato l'organizzazione Taiwan Stands with Ukraine insieme ad altri attivisti.
Il 18 maggio un membro della missione diplomatica di Israele a Taiwan ha aggredito Rustemuly mentre cercava di esporre uno striscione che recitava “Stop the war” [“Fermate la guerra”], durante un concerto pro-Israele nella capitale Taipei.
L'intervista di Global Voices a Rustemuly verte sui seguenti temi: cos’è accaduto quella sera, perché la Palestina gli sta tanto a cuore, com’è visto il conflitto a Gaza dai cittadini taiwanesi e il ruolo dell’attivismo locale contro la guerra a Gaza. L’intervista è stata modificata per garantire brevità e chiarezza.
Ramil Niyazov-Adylzhan (RN-A): Potrebbe dirmi cos’è successo la sera dell'aggressione?
Temir Rustemuly (TR): I went to a picnic with my friends in the city park, where a fundraising concert for Israel was happening. There were pro-Palestinian activist acquaintances there who thought I came to support them and gave me a poster.
They stood on the two sides of the stage and silently held posters. When I tried to open up my poster, I was attacked from behind. Without a word, a man immediately threw me to the ground and said: “Don’t even try to open it!” I broke free and tried to open the poster, after which the same person grabbed me again and said, “I will kill you, I will break your head,” and dragged me down the stage. That's where the video starts, where I'm still trying to open the poster, and the person throws me on the floor again.
Then the police stopped the attacker, and he began shouting that I have a bomb. According to him, he thought I was a terrorist. As one of the organizers of the concert, he had no right to attack me in a public park. The police ignored his cries and collected his identification information. I was taken to the hospital where they diagnosed soft tissue bruises and dirty scratches, which required a tetanus booster shot.
Temir Rustemuly (TR): Ero andato a fare un picnic con degli amici al parco dove era stato organizzato un concerto per raccogliere dei fondi per Israele. Alcuni attivisti filo-palestinesi che erano sul posto hanno pensato che fossi lì per la causa, perciò mi hanno dato un poster.
Gli attivisti erano su entrambi i lati del palco ed esibivano questi poster in silenzio. Quando ho provato ad aprire il poster, mi hanno attaccato alle spalle. Un uomo mi ha gettato a terra all’improvviso e mi ha detto: “Non ti azzardare ad aprirlo!” Mi sono liberato e ho provato ad aprire il poster, ma lo stesso uomo mi ha afferrato di nuovo e minacciato: “Ti uccido, ti spacco la testa”, e mi ha trascinato giù dal palco. Il video [zh] inizia proprio in quel momento, quando sto ancora provando ad aprire il poster, e quell’uomo mi butta di nuovo a terra.
Dopodiché, l’aggressore è stato bloccato dalla polizia e ha cominciato a gridare che avessi una bomba. Secondo lui ero un terrorista. In quanto organizzatore del concerto, non aveva nessun diritto di aggredirmi in un luogo pubblico, in un parco. La polizia ha ignorato le grida e l'ha identificato. Mi hanno portato in ospedale dove mi hanno diagnosticato lesioni del tessuto molle, cioè lividi, e abrasioni per le quali mi sono dovuto sottoporre all’antitetanica.
RN-A: Cos'è successo dopo?
TR: I filed a police report against the attacker and learned that he was most likely an officer and head of security at the Israeli diplomatic mission in Taipei, and he may have immunity. It will take from two to six months to process this case since I stated that I would sue on two counts: assault and attempted murder.
The police told me that he could not have quietly attacked park visitors like that. Since a police detachment was attached to this event, and in emergency cases, he needed to contact the nearest officer, but not attack on his own.
TR: Sono andato a denunciare l'aggressore e ho scoperto che probabilmente si trattava di un agente, il capo della sicurezza della missione diplomatica israeliana a Taipei, dunque potrebbe godere dell’immunità penale. Ci vorranno dai due ai sei mesi prima che il caso vada in tribunale, perché l’ho denunciato per due reati: aggressione e tentato omicidio.
La polizia mi ha detto che non poteva aggredire qualcuno in quel modo, così dal nulla. Visto che c’era già una pattuglia sul posto, l’uomo avrebbe dovuto rivolgersi all'agente più vicino in caso di emergenza e non agire autonomamente.
RN-A: Lei è kazako, ma si occupa dell’attivismo filo-palestinese a Taiwan. Perché la Palestina le sta tanto a cuore?
TR: Palestine is connected to us all. Israel sells weapons and information products with the “battle-tested” label, which is achieved through military operations that maintain the occupation of Palestine. Thus, what they're experimenting with today could be used to shoot and track us from the rooftops of our cities tomorrow.
Also, from the Marxist point of view, Palestinians are used as second-class workers in Israel. Any uprisings like the one that occurred in October are part of the liberation and class struggle. The Israeli government did not work towards peaceful integration and only increased the division of peoples by investing heavily in maintaining the image of itself as a “democracy” and its neighbors as “terrorists.”
I am involved in anti-war activism in general. I started with supporting the people of Ukraine when states were not yet dynamic on such a scale as they are now, and such giants as the Red Cross, the Ministry of Foreign Affairs of Taiwan, and others had not yet decided how and whom they could help.
La Palestina riguarda tutti noi. Israele vende armi e prodotti digitali con la dicitura “testato sul campo”, la cui sperimentazione è possibile attraverso le operazioni militari responsabili dello stato di occupazione della Palestina. Di conseguenza, quello che testano oggi potrebbe essere utilizzato per spararci dai tetti delle nostre città domani.
Inoltre, da un punto di vista marxista [it], i palestinesi sono trattati come lavoratori di serie B in Israele. Qualsiasi tipo di rivolta come quella dello scorso ottobre si colloca nel contesto più ampio della lotta di classe.
Il governo israeliano non ha promosso l’integrazione pacifica dei palestinesi; ha aumentato le differenze sociali investendo nell’alimentare il più possibile l’immagine della “democrazia” israeliana rispetto agli stati vicini descritti come “terroristi”.Mi occupo dell’attivismo contro la guerra in generale. Ho iniziato a sostenere il popolo ucraino quando le potenze mondiali non erano così coinvolte come lo sono ora, quando i “giganti” come la Croce Rossa, il ministero degli Affari esteri di Taiwan e così via non avevano ancora deciso chi aiutare e come farlo.
RN-A: Quali sono i media più utilizzati dai taiwanesi per seguire la guerra in corso a Gaza? Secondo lei, che impatto hanno sulla loro visione del conflitto?
TR: Usually people in Taiwan watch local TV channels, which are affiliated with political parties such as DPP or KMT. Most of the coverage on Gaza is “neutral” or follows the US and Western mainstream media because it is a translation of the reports by CNN, BBC and such. Most of the information on Taiwanese TV is about local affairs and reporters rarely go outside of Taiwan and East Asia.
One might say that the Taiwanese people are ignorant of their government’s role in the US diplomatic and military support to Israel to counter Palestinian liberation efforts. However, I would argue against it. Taiwan’s support to Israel is just accepted by most people as inevitable, and it is based on their internal will because acting otherwise might compromise US support to Taiwan and eventually lead to annexation by China. Talking about Israel's atrocities means talking about atrocities committed by the US and other Western allies. So Taiwanese people are either centrist or indifferent and do not see a connection between the Palestinian struggle and the Taiwanese future.
TR: Di solito guardano la TV locale, canali affiliati a partiti politici come il DPP [it] o il KMT [it]. La maggior parte dei servizi su Gaza è “neutrale” oppure segue la narrazione dei media occidentali, perché si tratta di traduzioni dei servizi della CNN, della BBC… La TV taiwanese diffonde perlopiù notizie locali, è raro che un giornalista lasci il Taiwan o l’Asia orientale.
Si potrebbe pensare che i taiwanesi siano all’oscuro del ruolo del governo di Taiwan nel sostegno diplomatico e militare offerto dagli USA a Israele per contrastare la liberazione del popolo palestinese. In realtà, non è così. I rapporti tra Taiwan e Israele sono accettati dalla maggior parte della popolazione perché ritenuti inevitabili. Quest’accettazione è totalmente volontaria: comportarsi diversamente potrebbe compromettere le relazioni tra Taiwan e gli Stati Uniti e, quindi, portare all’annessione dell’isola da parte della Cina. Se si parla delle atrocità commesse da Israele, allora si devono citare anche quelle commesse dagli USA e dagli altri stati occidentali. Perciò i taiwanesi o sono centristi oppure apolitici e non vedono nessun collegamento tra la lotta dei palestinesi e il futuro di Taiwan.
RN-A: Come opera sul campo la comunità taiwanese degli attivisti contro la guerra? Qual è il suo ruolo e che impatto ha nella società di Taiwan?
TR: Taiwan has an interconnected network of groups that resist wars and injustices. For me as one of the founders of Taiwan Stands with Ukraine a big support was provided by groups of the Hong Kong independence movement, who at some point were supported by Tibetan movements, and we as an antiwar movement in Ukraine did support Friendship Group with Turkiye when their homes were struck by an earthquake. Many of these people are now supporting antiwar efforts in Palestine.
The main impact is the reminder of the endless suffering outside of Taiwan and that Taiwanese cooperation in arms and business are involved in these sufferings. This involvement is not visible for local factory employees, who are working overtime to keep the world's economy going. This involvement is not visible for working class that only have two hours to rest before going to bed and these two hours are filled with either centrist or pro-Israeli propaganda if they chose to watch TV. So activism that attracts local journalism actually has a great impact in Taiwan.
TR: Taiwan dispone di una rete interconnessa di organizzazioni contro le guerre e le discriminazioni. Per quanto mi riguarda, come fondatore del gruppo “Taiwan Stands with Ukraine”, mi sono state di grande aiuto le organizzazioni del movimento indipendentista di Hong Kong, che a sua volta godevano già del sostegno di altri movimenti tibetani, e in quanto movimento anti-bellico in Ucraina abbiamo aiutato gli attivisti turchi di “Friendship Group” quando le loro case sono state distrutte dal terremoto. La maggior parte di questi attivisti è a favore della lotta contro la guerra in Palestina.
L’obiettivo principale è far ricordare il ciclo infinito di sofferenza al di là di Taiwan e sottolineare che la cooperazione dell’isola nel settore degli armamenti e nell’economia ha a che fare con queste sofferenze.
Gli operai delle industrie locali, che fanno gli straordinari per tenere in piedi l'economia mondiale, non si accorgono del coinvolgimento di Taiwan. E neanche la classe lavoratrice, che può riposare solo per due ore prima di andare a letto e durante queste due ore deve sorbirsi la propaganda centrista o filo-israeliana se accende la TV.
Quindi, l'attivismo che è in grado di smuovere il giornalismo locale ha un impatto importante a Taiwan.