Parola alle parole: episodio 6

Schermata del video di YouTube della canzone “Sapés comme jamais” di Maître Gims.

Le varie versioni della lingua francese che si parlano in giro per il mondo non sempre si somigliano. Nella nostra rubrica “les mots ont la parole” (parola alle parole), diamo spazio a parole o espressioni specifiche di una regione, un paese, una comunità, ma anche a quelle intraducibili che nel francese si conservano così come sono oppure che vengono tradotte solo in parte, ed infine a quelle parole francesi che invece non vengono tradotte nell'altra lingua e che spesso cambiano di significato.

Puoi recuperare i nostri episodi precedenti nella rubrica: Parola alle parole [fr, come i link seguenti].

Oggi abbiamo scelto questi tre termini:

Faire la nouba (fare la nouba): questa espressione vuole dire “fare festa”, sia a casa che in discoteca, in un bare o con motivo di un evento festivo. Soprattutto, viene usata per descrivere la vita dei giovani e degli studenti, e di solito implica consumo dell'alcool e ballo.

La nouba è una parola dell'arabo algerino (si pronuncia come viene scritta: nouba) e fa riferimento alla musica suonata dai militari davanti i dignitari in tutto il Nord Africa.

Global Voices in francese ha usato il termine in un articolo di ottobre 2015 (la traduzione si è pubblicata nel dicembre 2015), e il blogger ospite ha scritto:

J’imagine la nouba à Belleville, à Barbès et dans les restaurants du 17e.

Immagino la nouba a Belleville, a Barbès e nei ristoranti del quartiere 17.

Qua c'è un altro esempio in cui la parola viene anche usata in una canzone di Étienne Daho:

Il ne dira pas, non il ne dira pas
Que dans les night-clubs
La nuit il fait la nouba

Lui non dirà, no, lui non dirà
Che nelle discoteche
La notte balla la nouba

La canta in questo video:

 

Bienvenue (benvenuto): nel francese di Quebec, e prende un significato supplementare: significa “di nulla”, come risposta a un “grazie”. È un calco preso direttamente dall'inglese: la risposta a “thank you” (“grazie”) è “you're welcome” o semplicemente “welcome” (letteralmente “benvenuto”).

Sapologie: i “sapeurs” e le “sapeuses” considerano che sia molto importante vestirsi con quello più raffinato e indossare abiti elaborati. Dunque, è un modo di esprimersi attraverso la moda. Il termine viene dall'acronimo “SAPE” (società dell'ambiente e delle persone eleganti), e fa riferimento alla parola “sape”, il cui significato originale era “abbigliamento” nel francese parlato.

Il termine africano di sape rappresenta un movimento culturale che ha il suo origine a Brazzaville, capitale della Repubblica del Congo, negli anni '20 durante il periodo coloniale, e che è cominciato a rendersi popolare a partire dagli anni '60 a Brazzaville, e anche a Kinshasa nella Repubblica Democratica del Congo, nell'altra riva del fiume Congo. Bisogna premettere che, negli anni '70, il capo congolese Mobutu ha vietato alcune prende riguardate come occidentali come rifiuto all'imperialismo. Ciononostante, nella stessa epoca, la “sapologie” si è assicurata e si è legata allo stile musicale della rumba congolese, con musici come Papa Wemba, che hanno dato a conoscere questa alleanza di moda e musica congolese a livello internazionale.

Si può vedere e sentire in questo video:

Se avete parole o espressioni da inserire nella nostra rubrica “Le mots ont la parole” (parola alle parole), contattateci all'indirizzo e-mail filip.noubel@globalvoices.org.

avvia la conversazione

login autori login »

linee-guida

  • tutti i commenti sono moderati. non inserire lo stesso commento più di una volta, altrimenti verrà interpretato come spam.
  • ricordiamoci di rispettare gli altri. commenti contenenti termini violenti, osceni o razzisti, o attacchi personali non verranno approvati.