Cosa hanno in comune Argentina, Perù, Honduras, El Salvador e Uruguay? Il declino dei diritti delle donne

Questo è un estratto di un articolo della giornalista argentina Luciana Peker [es, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] pubblicato su Muy Waso, un'organizzazione boliviana alleata di Global Voices.

Il governo argentino ha chiuso il Ministero delle Donne, del Genere e delle Diversità. L'ha proprio chiuso, non lo ha né declassato né ha modificato il suo organigramma. Dopo aver assunto la presidenza nel dicembre del 2023, il presidente Javier Milei ha mantenuto la sua promessa di eliminarlo. Ha aperto il Sottosegretariato per la protezione contro la violenza di genere, sotto la responsabilità del Ministero del Capitale Umano.

A fine maggio, questo organismo è poi passato al Ministero della Giustizia. Lo dirigeva Claudia Barcia, che si è dimessa il 6 giugno dopo aver appreso – tramite WhatsApp – che il Potere Esecutivo aveva chiuso lo spazio di appoggio per le donne maltrattate.

La denuncia contro l’ex presidente Alberto Fernández dimostra che coloro che sono favorevoli alle politiche contro la violenza di genere sono di fatto capaci di esercitarla. Coloro che sono contrari sono in grado di mantenere le promesse. Senza polarizzazione, entrambe le parti finiscono per unirsi al fine di eliminare gli aiuti alle vittime.

Dinanzi alla denuncia contro Fernández, il portavoce presidenziale Manuel Adorni ha dichiarato che la linea telefonica 144 (per chiedere aiuto) continua a funzionare. Tuttavia, secondo l’ELA (Equipe Latinoamericana per la Giustizia e il Genere), il budget è stato tagliato del 25%. Il programma Acompañar, che prevede un salario minimo per sei mesi alle donne maltrattate, ha ridotto l’esecuzione del bilancio dell’80%. L'attivista e avvocatessa Lala Pasquinelli specifica che:

Las líneas de ayuda sufrieron una reducción de personal del 38 por ciento, quedaron dos trabajadoras por turno. La 137 (violencia sexual) no existe más. El programa Acompañar pasó de ayudar a 34.000 víctimas a 430.

Le linee di assistenza hanno subito una riduzione del personale del 38%, lasciando due lavoratori per turno. Il 137 (violenza sessuale) non esiste più. Il programma Acompañar è passato dall’aiutare 34.000 vittime a 430.

Cambi ai diritti delle donne in Argentina

Lala Pasquinelli, creatrice di Mujeres que no fueron tapa e autrice di “La Estafa de la Feminidad” afferma: “Le retrocessioni sono sconvolgenti su tutti i fronti: formale, simbolico, materiale”.

La politica di aggiustamento colpisce le donne, sottolinea. “Se ci sono tagli alla sanità, sono loro che vagano per gli ospedali […] Le mense continuano a non ricevere cibo e sono loro che allattano”.

Non è solo ciò che manca, ma ciò che viene demonizzato. Oltre all'arretramento dello Stato nelle politiche pubbliche, si sta attaccando un settore sociale che rimane perplesso, isolato e atomizzato di fronte agli attacchi.

L’Argentina è passata dall’essere un paese avanzato su tematiche come la violenza contro le donne e la diversità sessuale ad essere all’avanguardia su tali problematiche. Il modello che fece della marea verde un’ondata gigantesca in tutta la regione, legittima oggi un fenomeno globale di arretramento.

Ogni scenario, nazionale o continentale, ha i suoi punti cardinali, che però coincidono con la regressione e la creazione di una falsa nostalgia del passato. I divieti sulla prospettiva di genere e sui diritti umani fanno apparire il movimento delle donne e dei dissidenti come un nemico, “per fornire una presunta ‘battaglia culturale’, una distrazione per coprire la crudeltà che comporta la fame”, spiega Pasquinelli.

In Argentina è stata approvata la distribuzione gratuita di contraccettivi nel 2002, l’educazione sessuale nel 2006, il matrimonio tra persone dello stesso sesso nel 2010, la legge sull’identità di genere nel 2012 e l’aborto legale nel 2020. L’agenda adesso sembra “Ritorno al futuro” con la marcia indietro.

Per la Giornata dell’infanzia, il governo ha condiviso uno spot in cui è stata chiamata ancora una volta “Giornata del bambino”. Si legge: “Il nostro scopo è che tutti i bambini crescano in un ambiente sano e sicuro, lontano da coloro che promuovono l’ideologia di genere che minaccia la loro integrità”.

Mappa regionale del recesso

In Perù si è tentato di considerare le persone trans come patologiche. Tuttavia, le proteste sono riuscite a fermare tale declino. In un mondo che si trova nel caos della disinformazione, additare coloro che rimangono ai margini della società ha effetti che si ripercuotono nella strada e sulla cultura. È una minaccia latente.

L’idea dell’estrema destra è quella di designare l’Educazione Sessuale Integrale come un’ideologia di genere e provocare un dibattito che entusiasmi i settori antifemministi.

Xiomara Castro è al governo dell’Honduras, ma le donne al potere non rappresentano più una garanzia per i diritti delle donne stesse. Fu considerata una grande vittoria, con diverse femministe al governo, ma Castro “pose il veto a una legge a favore dell'educazione sessuale dei bambini. Il suo Ministro dell'Istruzione, insieme ad un pastore evangelico, andarono contro le linee guida mostrando sostegno alla chiesa. Tutto ciò ha messo in evidenza la regressione”, ha affermato l’attivista Melissa Cardoza della Rete Nazionale dei Difensori dei Diritti Umani e dell’Assemblea delle donne lottatrici in Honduras.

L’Uruguay è stato un pioniere nell’approvare l’interruzione volontaria di gravidanza nel 2012. Ora sono state presentate tre leggi contrarie ai diritti conquistati, come quella che mira ad abrogare la legge contro la violenza di genere. In un’epoca di informazioni false e disinformazione, la mancata abrogazione non basta.

Attacchi e disinformazione

Ci sono attacchi che si trasformano in veri e propri cambiamenti. Pertanto non possono essere sottovalutati. Ce ne sono altri che svaniscono nell’attento stesso, ma che portano con sé un dardo che avvelena. Un aspetto fondamentale è che gli attacchi non sono isolati.

Le attuali modalità di informazione funzionano come in una bolla. Non sono nemmeno le persone a scegliere cosa leggere, ma ognuno legge ciò che il proprio algoritmo gli suggerisce. Ognuno ha la propria bolla e crede, o finisce per credere, che la sua bolla sia il mondo. Dovremmo rivedere la mappa del mondo, piuttosto che il GPS, e vedere il cerchio piuttosto che le bolle.

Anche in Uruguay si voleva abrogare la legge sulla violenza di genere e crearne una sulla violenza domestica. La casa rappresenta ancora una volta il fulcro dell’idea del mondo femminile e l’unico luogo in cui – presumibilmente – le donne potrebbero essere aiutate. Una ragazza che esce a far festa e subisce abusi non sarebbe una vittima. Sarebbe una vittima una moglie che resta a casa.

Soprattutto verrebbe cancellata l’idea di violenza di genere, sostituendola con una parola usata quando si iniziò a parlare del problema ma divenuta ormai obsoleta: violenza familiare. La famiglia. La Sacra Famiglia. Inclusa la famiglia violenta. Non la famiglia diversificata. Si vuole eliminare una visione che impone limiti a ciò che si può e non si può fare in una famiglia. No vuol dire no, anche in famiglia.

Sottolinea Demirdjian:

No es casual que se ponga en cuestión la voz de las mujeres y la violencia de género. Son proyectos regresivos que dejarían desprotegidas a las mujeres que denuncian, pero que existan los proyectos y que el tema esté en debate es un retroceso.

Non è un caso che la voce delle donne e la violenza di genere siano messe in discussione. Si tratta di progetti regressivi che lascerebbero le donne che denunciano senza protezione, ma il fatto che tali progetti esistano e che si discuta di tale questione è comunque un passo indietro.

Creare un cattivo per andare contro la diversità sessuale

Il Río de la Plata presenta diversi scenari. Al di la dei risultati elettorali, da nessuna parte del fiume c’è la volontà di andare controcorrente. Da un lato, le donne devono prendersi cura di ciò che hanno guadagnato, dall’altro, devono rimpiangere ciò che hanno perso. Ovunque vengono accusate di mentire e la menzogna diventa una forma di argomento infondato.

La parte meridionale può diventare un’area del silenzio. In Paraguay, il 22 agosto 2023, la Commissione del Senato sulla Famiglia, Bambini, Adolescenza e Gioventù ha approvato un progetto sul divieto di insegnare negli istituti scolastici usando l’ideologia di genere.

Non è una pandemia, né un virus che si diffonde. La poetica inventata come cattiva, l’“ideologia del genere”, si insinua oltre i confini. Non si tratta di un'eccezione, ma di un'orchestrazione internazionale.

In El Salvador, il presidente Nayib Bukele ha attaccato, a fine febbraio 2024, la prospettiva di genere e ha deciso di non includerla nell’istruzione pubblica. “Confermato: abbiamo eliminato ogni traccia dell’ideologia di genere dalle scuole pubbliche”, ha scritto il ministro dell’Istruzione José Mauricio Pineda.

Bukele ha preso la decisione dopo aver incontrato Trump e Milei negli Stati Uniti, alla Conservative Political Action Conference. Negli anni ’70, il Plan Condor aveva ordinato l’esecuzione di colpi di stato militari in Sud America da parte degli Stati Uniti. L'unione di oggi non mira a sorvolare, ma a mantenere il silenzio.

In Perù governa una donna che non è stata eletta, ma che sta distruggendo la politica per le donne. Senza nemmeno il sostegno dei voti. I trattati internazionali con gerarchia costituzionale e le leggi approvate dimostrano che, al di là delle oscillazioni elettorali, le politiche pubbliche per garantire i diritti delle donne e la diversità sessuale non possono essere eliminate.

Diversi tipi di governo, stesse strategie

In America Latina esiste uno scenario di governi eletti e non eletti e di democrazie con autoritarismo di sinistra o di destra, che non rispettano lo stato di diritto e il diritto delle donne a una vita libera dalla violenza.

Usano strategie che si ripetono. La rimozione di organizzazioni contro la violenza di genere è all’ordine del giorno in quasi tutti i paesi. Il progetto di Dina Boluarte è quello di chiudere il Ministero delle Donne e delle Popolazioni Vulnerabili (MIMP). Lo qualifica dicendo che sarà “unificato” con il Ministero dello Sviluppo e dell’Inclusione Sociale (MIDIS).

Nel mezzo della crisi di corruzione e la violazione dei diritti umani che sta attraversando il Perù, l’avvocato femminista Parwa Oblitas sottolinea:

Fusionar el Ministerio de las Mujeres sería un grave retroceso, ya que lleva más de 30 años y ha promovido políticas que, si bien no alcanzan, combaten la desigualdad de género en el país.

La fusione del Ministero delle Donne rappresenterebbe una grave battuta d’arresto, dal momento che è in vigore da più di 30 anni e ha promosso politiche che, sebbene non sufficienti, combattono la disuguaglianza di genere nel Paese.

L'attivista, poetessa e professoressa Violeta Barrientos continua:

Están con la moda Milei y quieren fusionar ministerios para invisibilizar. Por eso se propuso poner el Ministerio de la Mujer dentro de otro: para diluirlo. Era muy escandaloso convertirlo en Ministerio de la Familia.

Seguono il trend lanciato da Milei e vogliono unire i Ministeri per renderli invisibili. Ecco perché è stato proposto di inglobare il Ministero delle Donne in un altro Ministero: per sminuirlo. Sarebbe stato troppo scandaloso trasformarlo nel Ministero della Famiglia.

Spiega anche che la politica del governo peruviano è conservatrice e di estrema destra. “Cerca di favorire l’estrazione mineraria illegale, distruggere le istituzioni, concentrare i poteri nelle mani del Congresso, affidandogli la magistratura proprio come in Venezuela per vincolare il paese prima delle elezioni annunciate del 2026”. Risulta anche che, di fronte a questo panorama, la gente ha iniziato a ripudiare tali misure scendendo in strada.

La retrocessione non è più una novità, ma una costante. Non accade in un solo posto, ma in molti. L’America Latina sta andando contro il progresso e sta regredendo dopo decenni di avanzamento.

avvia la conversazione

login autori login »

linee-guida

  • tutti i commenti sono moderati. non inserire lo stesso commento più di una volta, altrimenti verrà interpretato come spam.
  • ricordiamoci di rispettare gli altri. commenti contenenti termini violenti, osceni o razzisti, o attacchi personali non verranno approvati.