La Coalizione globale per i diritti linguistici: uno spazio per la giustizia linguistica

In tutto il mondo si parlano più di 7000 lingue [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione], ma circa la metà sono a rischio di estinzione o gravemente in pericolo, poiché i rapporti di potere tra le lingue sono tutt'altro che paritari. Molte lingue richiedono ai loro utenti di lavorare attivamente per trasmetterle alle generazioni successive, unica garanzia che possano sopravvivere in futuro. Per evidenziare alcune di queste iniziative di preservazione e rivitalizzazione, Global Voices ha parlato con Gerald Roche, professore associato di Scienze Politiche presso  l'Università La Trobe in Australia, che non è solo un esperto del Tibet, ma anche un attivista per la giustizia linguistica attraverso la Coalizione Globale per i Diritti Linguistici, dove ricopre un ruolo fondamentale. È stato intervistato tramite e-mail e le sue risposte sono state modificate per questioni di brevità e stile.

Gerald Roche, photo used with permission

Global Voices (GV): Com'è nata la Coalizione Globale per i Diritti Linguistici? Quali sono i suoi obiettivi principali?

Gerald Roche (GR): The Global Coalition for Language Rights was founded in 2020 by a group of language professionals: translators, localization specialists, and language access workers. The coalition was founded to help raise awareness of language rights and safeguard everybody’s language rights. We also aim to provide opportunities for members of the coalition to collaborate and support each other in whatever we are doing to promote language rights.

I got involved with the coalition in 2021, and took on the role of co-chair in 2022. The coalition is completely run by volunteers. We have no funding, and operate on a horizontal network model. The co-chair role is mostly an administrative position, facilitating meetings, and helping members connect across time zones. I stepped down from that role earlier this year as part of the regular rotation of roles in the coalition.

Since I joined the coalition, we have expanded our membership around the world. Members now include community activists, educators, researchers, translators, NGO professionals, and a range of people from other backgrounds. The coalition’s activities have also expanded during this time.

Each year, we hold Global Language Advocacy Days: several days of coordinated activities across the globe to raise awareness of language rights. We have also drafted a plain language statement on language rights, which is now available on our website in around 80 languages. Another initiative we launched earlier this year is a rights-based tool for linguists, to help them integrate human rights into their fieldwork. And this year we are also launching the Language Rights Defenders Award.

La Coalizione globale per i diritti linguistici è stata fondata nel 2020 da un gruppo di professionisti del settore linguistico: traduttori, specialisti di localizzazione, operatori per l'accesso linguistico. La coalizione è stata fondata per contribuire ad aumentare la consapevolezza sui diritti linguistici e salvaguardare i diritti linguistici di tutti. Puntiamo inoltre a fornire opportunità ai membri della coalizione di collaborare e sostenersi a vicenda in qualsiasi attività di promozione dei diritti linguistici.

Ho iniziato a fare parte della coalizione nel 2021, e ho assunto il ruolo di copresidente nel 2022. La coalizione è completamente gestita da volontari. Non abbiamo finanziamenti e operiamo secondo un modello di rete orizzontale. Il ruolo di copresidente è principalmente una posizione amministrativa, che facilita le riunioni e aiuta i membri a connettersi attraverso i fusi orari. Mi sono dimesso da quel ruolo all’inizio di quest’anno come parte della regolare rotazione dei ruoli all'interno della coalizione.

Da quando sono entrato a far parte della coalizione, abbiamo ampliato il nostro numero di membri in tutto il mondo. I membri ora includono attivisti della comunità, educatori, ricercatori, traduttori, professionisti di ONG e una serie di persone provenienti da altri contesti. Anche le attività della coalizione si sono ampliate durante questo periodo.

Ogni anno organizziamo le Giornate globali di difesa della lingua: alcuni giorni di attività organizzate in tutto il mondo per aumentare la consapevolezza sui diritti linguistici. Abbiamo anche redatto una semplice dichiarazione sui diritti linguistici, che è ora disponibile sul nostro sito web, in circa 80 lingue. Un’altra iniziativa che abbiamo lanciato all’inizio di quest’anno è uno strumento per i diritti rivolto ai linguisti, per aiutarli a integrare i diritti umani nel loro campo di lavoro. E quest'anno lanciamo anche il Premio per i Difensori dei Diritti Linguistici.

GV: Potrebbe descrivere i candidati, e anche come e perché li avete selezionati per il premio

GR: The Language Rights Defenders Award aims to honor individuals who demonstrate outstanding commitment to language rights. We are looking for people who can demonstrate passion for language rights and impact in their work to protect and promote those rights. We opened nominations to members of the coalition, and to the general public as well. Anybody could nominate themselves or someone else.

We have been really encouraged by the number and diversity of nominations we have received for the first year of the award! Applications closed in April, and we are planning to announce the winner on May 22nd. We received nominations from 14 countries in Africa, Asia, Europe, and the Americas. Nominees are from a range of backgrounds, including community activists, translators, public servants, medical professionals, and academics. The nominations really attest to the wide relevance of language rights to all areas of life.

Some of these people work at a very local scale: within a local community, for example, helping to revitalize an Indigenous language, or providing vital services in a minoritized language. Others work at the international level, helping to build advocacy networks or develop new agreements between states that acknowledge language rights. It’s been really inspiring to see the dedication displayed in these profiles.

Il premio per i Difensori dei diritti linguistici ha l'intento di onorare le persone che dimostrano un impegno eccezionale nei confronti dei diritti linguistici. Stiamo cercando persone che possano dimostrare passione per i diritti linguisti e l'impatto del loro lavoro per proteggere e promuovere tali diritti. Abbiamo aperto le candidature ai membri della coalizione e anche al pubblico in generale. Chiunque può nominare se stesso o qualcun altro.

Siamo stati davvero incoraggiati dal numero e dalla diversità delle candidature che abbiamo ricevuto per il primo anno del premio! Le iscrizioni si chiuderanno ad aprile e prevediamo di annunciare il vincitore il 22 maggio. Abbiamo ricevuto candidature da 14 paesi in Africa, Asia, Europa e Americhe. I candidati provengono da contesti diversi, tra cui attivisti della comunità, traduttori, dipendenti pubblici, professionisti del settore medico e accademici. Le candidature testimoniano l’ampia rilevanza dei diritti linguistici in tutti gli ambiti della vita.                                                                                                                                                                                                                                                      Alcune di queste persone lavorano su scala locale: all’interno di una comunità locale, ad esempio, aiutando a rivitalizzare una lingua indigena o fornendo servizi vitali in una lingua minoritaria. Altri lavorano a livello internazionale, contribuendo a costruire reti di difesa o a sviluppare nuovi accordi tra stati che riconoscano i diritti linguistici. È stato davvero stimolante vedere la dedizione mostrata da questi profili.

GV: Cosa spera di ottenere con la prima edizione di questo premio

GR: I think there are really two main aims: to inspire and to honor. First and foremost, it’s important to honor the work that language rights defenders do, because it’s hard work – sometimes even dangerous. Some people dedicate years of their life to this work, and when they do, they are working against a range of opposing forces. Usually they are working against widespread social discrimination against a group of people and their language. They are also usually working against policies that explicitly undermine the language, and keep its speakers from enjoying full equality: sometimes they are even faced with violent state violence. All language rights defenders are faced with indifference and inertia. All of this makes defending language rights really challenging, but still people choose to do it. We should acknowledge and honor that.

The second aim of the award is to inspire. In my role as co-chair of the coalition, I spoke to lots of people who were very enthusiastic about defending language rights. Often, however, they weren’t sure where to start. Finding an exemplary language rights defenders gives people an example to follow. It might help some people take the first step. For others who are already defending language rights, it might help them persist at what they’re doing when things get difficult. All of us who work to defend language rights can benefit from some inspiration.

This is why we’ve dedicated the first annual award to the memory of Tove Skutnabb-Kangas, an activist and academic who sadly passed away in 2023. Her life and work, her values and actions, all exemplify what we think a language rights defender should be.

Penso che ci siano davvero due obiettivi principali: ispirare e onorare. Innanzitutto, è importante onorare il lavoro svolto dai difensori dei diritti linguistici, perché è un lavoro duro, a volte persino pericoloso. Alcune persone dedicano anni della loro vita a questo lavoro e, quando lo fanno, si trovano a lottare contro una serie di forze opposte. Di solito lavorano contro la diffusa discriminazione sociale nei confronti di un gruppo di persone e della loro lingua. Lavorano anche contro politiche che minano esplicitamente la lingua e impediscono ai suoi parlanti di godere della piena uguaglianza: a volte si trovano persino ad affrontare la violenza dello Stato. Tutti i difensori dei diritti linguistici si trovano ad affrontare l’indifferenza e l’inerzia. Tutto ciò rende la difesa dei diritti linguistici davvero impegnativa, ma le persone scelgono comunque di farlo. Dovremmo riconoscerlo e onorarlo.

Il secondo obiettivo del premio è quello di ispirare. Nel mio ruolo di copresidente della coalizione, ho parlato con molte persone entusiaste di difendere i diritti linguistici. Spesso, però, non sapevano da dove cominciare. Trovare un difensore esemplare dei diritti linguistici dà alle persone un esempio da seguire. Potrebbe aiutare alcuni a fare il primo passo. Per altri che già difendono i diritti linguistici, potrebbe aiutarli a perseverare in ciò che stanno facendo quando le cose si complicano. Tutti noi che lavoriamo per la difesa dei diritti linguistici possiamo trarne ispirazione.

Questo è il motivo per cui abbiamo dedicato il primo premio annuale alla memoria di  Tove Skutnabb-Kangas, attivista e accademica purtroppo scomparsa nel 2023. La sua vita e il suo lavoro, i suoi valori e le sue azioni, rappresentano ciò che crediamo debba essere un difensore dei diritti linguistici.

GV: Potrebbe parlare nello specifico della situazione in Australia riguardo alle lingue aborigene e al relativo attivismo?

GR: So, first I should point out that I’m not Indigenous, and also that most of my research has been with colleagues and communities in other parts of the world, in places like China, Japan, India, Philippines, and Sweden. Keeping that in mind, I would make two general observations about Aboriginal and Torres Strait Islander languages in Australia.

First is that there has been a tremendous amount of revitalization work done in the past few years. There is a real sense of momentum building. However, this movement is being met with backlash from conservative forces in Australia. Over the past few years I have been tracking online commentary about Indigenous language revitalization in Australia. The backlash I’ve observed includes efforts to promote English monolingualism as the solution to every problem, overt racism against Indigenous people, paternalizing assertions about what Indigenous people really need, unhinged speculations about Indigenous place names being part of a UN plot to take over the country, and a range of other arguments. All of this is allowed to circulate freely online, without any effort to counter or control these hateful discourses.

Which brings me to a second point. Policies for Indigenous languages in Australia have been patchy and insufficient. Most striking to me is the lack of a rights-based approach to language. You can see this, for example, in how Australian governments have reacted to the United Nations Declaration on the Rights of Indigenous Peoples (UNDRIP). UNDRIP contains some good, strong protections for a range of Indigenous language rights: to revitalize, use, develop and transmit languages, and to establish, control, and access education and media in those languages. Australia voted against the UNDRIP in the UN General Assembly, and recently, when an Indigenous senator tried to pass a bill implementing UNDRIP here, it was voted down. I think we can’t say we really care about Indigenous languages in Australia until we start taking language rights seriously.

Anzitutto dovrei sottolineare che non sono indigeno e che la maggior parte della mia ricerca è stata condotta con colleghi e comunità in altre parti del mondo, in luoghi come Cina, Giappone, India, Filippine e Svezia. Tenendo presente questo, vorrei fare due osservazioni generali sulle lingue aborigene e isolane dello Stretto di Torres [it] in Australia.

La prima è che negli ultimi anni è stato svolto un enorme lavoro di rivitalizzazione. C’è un vero senso di slancio. Tuttavia, questo movimento sta incontrando la reazione negativa delle forze conservatrici in Australia. Negli ultimi anni ho seguito i commenti online sulla rivitalizzazione della lingua indigena in Australia. Le reazioni che ho osservato includono sforzi per promuovere il monolinguismo inglese come soluzione a ogni problema, razzismo palese contro le popolazioni indigene, affermazioni paternalistiche su ciò di cui le popolazioni indigene hanno realmente bisogno, speculazioni insensate sul fatto che i nomi dei luoghi indigeni facciano parte di un complotto delle Nazioni Unite per prendere il controllo del Paese e una serie di altri argomenti. Tutto ciò può circolare liberamente online, senza alcuno sforzo per contrastare o controllare questi discorsi odiosi.

Il che mi porta ad un secondo punto. Le politiche per le lingue indigene in Australia sono state frammentarie e insufficienti. Ciò che più colpisce per me è la mancanza di un approccio al linguaggio basato sui diritti. Lo si può vedere, ad esempio, nel modo in cui i governi australiani hanno reagito alla Dichiarazione delle Nazioni Uniste sui Diritti dei Popoli Indigeni (UNDRIP). L’UNDRIP contiene una serie di protezioni valide e forti per i vari diritti delle lingue indigene: rivitalizzare, utilizzare, sviluppare e trasmettere le lingue e stabilire, controllare e accedere all’istruzione e ai media in quelle lingue. L’Australia ha votato contro l'UNDRIP all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e recentemente, quando un senatore indigeno ha cercato di far passare una legge che implementasse l'UNDRIP qui, è stata bocciata. Penso che non potremo dire di avere veramente a cuore le lingue indigene in Australia finché non inizieremo a prendere sul serio i diritti linguistici.

Per saperne di più su come gli attivisti linguistici in Australia stanno sfruttando il potere della tecnologia per promuovere i loro sforzi di rivitalizzazione, visitate Rising Voices, un sito di Global Voices.

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