
Una studentessa affronta la Polizia Nazionale vicino a Plaza Venezuela, 2014. Fonte: NoonIcarus/Wikimedia. CC0 1.0 Foto modificata da Global Voices.
Edni López, operatrice umanitaria dell'organizzazione venezuelana Fundación S4V [es, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione], poetessa e professoressa all'Università Centrale del Venezuela, la mattina di domenica scorsa, 4 agosto si trovava nel maggior aeroporto del paese diretta in Argentina per le vacanze. Funzionari della sicurezza dello Stato non le hanno permesso di salire a bordo dell'aereo con la scusa – secondo i suoi familiari – che il suo passaporto era scaduto.
Da allora, e fino alla pubblicazione di questo articolo, sono trascorse più di 48 ore senza sapere dove si trovi Edni. Non si sa nulla delle accuse che le sono state rivolte o dove sia reclusa di preciso. Queste sono le denunce di internauti locali (sotto l'hashtag #DóndeEstáEdni) e di ONG specializzate in diritti umani come Provea (Programma Venezuelano di Educazione-Azione in Diritti Umani). La scomparsa di Edni è stata oggetto, a sua volta, di un allarme da parte di Amnesty International.
Dalle seguenti frasi, e con le sue stesse parole, si può conoscere Edni:
¿No conoces a @EdniLopez?
Edni López es poeta, defensora y trabajadora humanitaria. Este año fue parte de las #100protagonistas en Venezuela, un grupo de mujeres destacadas.
Hoy ha estado detenida desde las 10am, cuando fue capturada. pic.twitter.com/RURlQqQsEn— Luis Carlos 🏴☠️ One Piece (@LuisCarlos) August 5, 2024
Non conoscete Edni López? Edni López è poetessa, difensora e operatrice umanitaria. Quest'anno è stata una delle #100protagoniste in Venezuela, un gruppo di donne eminenti. Oggi, dalle 10:00, quando è stata catturata, è in stato di fermo.
Yendri Velásquez, attivista e fondatore dell’Osservatorio Venezuelano sulle Violenze LGBTIQ+, ha vissuto il 3 di agosto un'esperienza simile nello stesso aeroporto (Aeroporto Internazionale di Maiquetía) da parte di autorità della sicurezza, mentre si dirigeva a Ginevra, in Svizzera, a una riunione del Comitato per l'eliminazione di ogni forma di discriminazione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite. Velásquez fu liberato lo stesso giorno.
Il 2 agosto, l'avvocato difensore dei diritti umani Kennedy Tejada è stato fermato dalla Guardia Nacional mentre si informava sulla situazione di alcuni detenuti che protestavano a Carabobo, nel nord del Venezuela. Tejada è un avvocato del Foro Penal [en], una ONG che promuove il diritto alla difesa e offre un patrocinio legale nel caso di detenzioni politiche. Secondo l'avvocato Julio Henríquez: “Non c'è nemmeno un mandato di arresto nei confronti di Kennedy Tejeda, (…) né contro la schiacciante maggioranza dei 988 arrestati del periodo post elettorale”.
Kennedy es mi alumno. Es abogado defensor y activista de DDHH. Es querido y respetado en su comunidad. Es gente decente, de bien. #LiberenAKennedy https://t.co/P7kLJfSehn pic.twitter.com/jvAKkUNSKK
— Antonio Canova (@antoniocanovag) August 4, 2024
Kennedy è un mio studente. È un avvocato difensore e attivista di DDHH. È amato e rispettato nella sua comunità. È una persona per bene e rispettabile.
In più, Provea e altre organizzazioni denunciano che si sta impedendo alle centinaia di persone detenute di scegliere un avvocato di fiducia o messo a disposizione da una ONG. Non si permette nemmeno alle famiglie di fare visita ai detenuti. Provea lancia inoltre l'allarme sul fatto che in Venezuela stanno avendo luogo udienze collettive, nelle quali non c'è spazio per l'individuazione dei presunti reati.
Come vengono seguiti i casi
I casi di Edni, Yendri e Kennedy sono una parte di più di 1.000 vittime di violazioni di diritti umani (detenzioni arbitrarie, sparizioni forzate e omicidi) denunciate dal Foro Penal successivamente alle contestate elezioni [en] presidenziali venezuelane dello scorso 28 luglio. Questo rapporto, verificato dal Foro Penal, può essere seguito sul suo profilo X (ex Twitter) e viene attualizzato ogni mattina (orario venezuelano).
Sotto viene riportato il rapporto del 6 agosto:
#6Ag Balance de represión (postelectoral) actualizado a las 8:00am por @ForoPenal.
Detenciones verificadas ocurridas desde el 29 de julio hasta el 6 de agosto 8am:
- 1.102 detenciones (100 adolescentes y 5 indigenas)#EleccionesVE2024 pic.twitter.com/kPUdk1hjnq
— Foro Penal (@ForoPenal) August 6, 2024
Bilancio della repressione (post elettorale) attualizzato alle 8:00 dal Foro Penal. Detenzioni verificate dal 29 luglio fino alle 8:00 del 6 agosto: 1.102 detenzioni (100 adolescenti e 5 indigeni).
Inoltre, l'iniziativa MonitorVictimas, sviluppata dal media venezuelano RunRunes e dalla ONG MiConvite, raccoglie storie di vittime da tutte le parti del paese, trovate nei diversi media nazionali e internazionali, non tutte accompagnate da uno specifico hashtag.
‘Operazione Tun-Tun’ ovvero le minacce agli oppositori
La persecuzione trova terreno fertile nel Venezuela post elettorale. Nicolás Maduro, il presidente messo in discussione [en], ha riconosciuto sabato 3 agosto l'esistenza di più di 2.000 fermati per le manifestazioni post elettorali e ha assicurato il loro invio a Tocorón e Tocuyito, centri di reclusione situati nel centro del Venezuela.
“Con l'unione civile-militare e di polizia abbiamo risolto il golpe fascista. Abbiamo fermato 2.000 persone e andranno a Tocorón e Tocuyito. Il massimo castigo, giustizia. Questa volta non ci sarà perdono, questa volta non ci sarà perdono, questa volta quello che ci sarà è Tocorón”, ha assicurato Maduro di fronte a simpatizzanti durante una marcia ufficiale lo scorso 3 agosto:
🔴 DIRECTO VENEZUELA | Nicolás Maduro : «Tenemos 2000 presos capturados y de allí van para Tocorón y Tocuyito, ésta vez no va haber perdón»https://t.co/BaAdvZw5jl pic.twitter.com/eEXtNAzKCC
— LA GACETA (@gaceta_es) August 4, 2024
IN DIRETTA DAL VENEZUELA | Nicolás Maduro : «Abbiamo fermato 2.000 persone e andranno a Tocorón e Tocuyito, questa volta non ci sarà perdono»
In questo discorso, Maduro non ha menzionato gli elementi di un giusto processo. La lotta al fascismo è un elemento dei discorsi del governo madurista almeno dal 2020 ed è stato oggetto di un progetto di legge [en] presentato nell'aprile del 2024 all'Assemblea Nazionale (il massimo organo legislativo venezuelano): la Legge contro il Fascismo, Neofascismo e Movimenti simili. Lo strumento giustifica i suoi contenuti per settori che “fanno ricorso alla violenza come forma di azione politica”.
Anche funzionari attivi del governo di Maduro hanno ripresentato un appello per l'“Operazione Tun Tun”, una pratica di persecuzione [en] e incursioni arbitrarie da parte di agenzie di sicurezza statale contro i dissidenti del governo venezuelano e identificata nel 2020 [en] come modello di violazione dei diritti umani dalla Missione d'inchiesta indipendente del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (ONU) [en].
Secondo l'ONU [en], “Tun Tun” è il suono che producono i colpi alle porte.
Anche lo scorso 3 agosto, il direttore del Corpo di indagini scientifiche, penali e criminalistiche (Polizia scientifica del Venezuela), Douglas Rico, ha parlato apertamente della procedura: “L'Operazione Tun Tun è appena iniziata: segnalate se siete stati oggetto di una campagna d'odio fisico o virtuale attraverso le reti”, ha scritto il funzionario in Instagram.
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Il portale giornalistico Efecto Cocuyo ha raccolto un elenco di azioni associate all'Operazione da parte di corpi di polizia statali del Venezuela dirette verso manifestanti oppositori.