
Il giorno delle elezioni in quattro paesi francofoni nel 2024; Fotografie di Jean Sovon.
Nel corso del 2024, l'Africa ha avuto un calendario elettorale molto fitto: elezioni presidenziali, legislative e referendarie erano previste in più di venti Paesi [fr, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] del continente, tra cui una decina di nazioni francofone. Tuttavia, in alcuni Paesi queste elezioni sono state annullate o rinviate.
Posta in gioco rilevante per le elezioni presidenziali
Le prime elezioni dell'Africa francofona si sono svolte il 14 gennaio 2024 nelle Isole Comore, dove gli elettori hanno eletto un presidente per un unico mandato quinquennale [it] rinnovabile. Due giorni dopo le elezioni, il 16 gennaio 2024, la Commissione elettorale nazionale indipendente (CENI) ha annunciato la vittoria di Azali Assoumani [it], concedendogli un secondo mandato. Il 17 gennaio 2024, il giorno successivo all'annuncio dei risultati, la rete internet è stata chiusa, lasciando la popolazione locale scollegata dal resto del mondo. La comunità internazionale ha espresso preoccupazione, mentre l'Unione Africana (UA), con Azali Assoumani [it] ancora in carica come presidente fino al febbraio 2024, è rimasta in silenzio.
Il 3 febbraio 2024, in Senegal, il Presidente uscente Macky Sall ha cercato di ritardare le elezioni presidenziali, originariamente fissate per il 25 febbraio e poi tenutesi il 24 marzo 2024. La fazione di Sall ha cercato di danneggiare le possibilità del partito di opposizione, i Patrioti africani del Senegal per il lavoro, l'etica e la fraternità (PASTEF), i cui due leader, Bassirou Diomaye Faye e Ousmane Sonko, erano in carcere rispettivamente dall'aprile e dal luglio 2023. Il PASTEF è stato addirittura sciolto. Tuttavia, i giovani erano determinati a portare un cambiamento nella leadership del Paese e hanno superato la censura politica [en]. Dopo 64 anni di indipendenza, il Senegal rimane un modello democratico in Africa occidentale, una regione in cui coesistono democrazie e dittature.
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La morte dell'ex presidente del Ciad, Idriss Déby Itno, il 20 aprile 2021, e la repressione delle proteste da parte della giunta al potere avevano costretto il leader dell'opposizione Succès Masra [it] all'esilio nel novembre 2022. Tuttavia, il 1° gennaio 2023 è stato nominato primo ministro da Mahamat Idriss Déby Itno, figlio dell'ex presidente, che ha preso il posto del padre. L'ex leader dell'opposizione si è così assicurato la possibilità di candidarsi alle elezioni presidenziali del 6 maggio 2024. Tuttavia, i risultati hanno dichiarato Mahamat Idriss Déby Itno [it] vincitore delle elezioni. Queste elezioni hanno segnato anche un cambiamento strategico, in quanto il Paese ha posto fine all'accordo di difesa con la Francia e si è avvicinato alla Russia.
In Mauritania, le elezioni presidenziali del 29 giugno 2024 hanno portato alla rielezione di Mohamed Ould Ghazouani [it], in carica dal 2019. La campagna elettorale si è concentrata principalmente sulla schiavitù (ufficialmente abolita ma ancora tollerata), questione sottolineata dal leader dell'opposizione Biram Ould Dah Ould Abeid [it], oltre che sulla corruzione.
Elezioni legislative e un referendum
Elezioni non presidenziali si sono tenute anche in Togo, il 29 aprile [en], e in Madagascar, il 29 maggio [it]. In Madagascar, le elezioni si sono tenute per rinnovare i seggi parlamentari alla fine del loro mandato. Il presidente Andry Rajoelina [it] ha cercato di ottenere la maggioranza nell'Assemblea nazionale dopo la sua contestata rielezione nel novembre 2023 per un secondo mandato. Alla fine il suo partito ha conquistato 84 seggi su 163, ottenendo la maggioranza assoluta in Parlamento.
Anche in Togo, nel 2024, si sono tenute elezioni legislative. I deputati eletti nel dicembre 2018 hanno raggiunto la fine del loro mandato nel dicembre 2023, ma sono rimasti in carica perché stavano lavorando a un progetto di legge per modificare la Costituzione. Con la convalida e l'adozione di questa nuova costituzione senza un referendum, il Paese è passato a un sistema parlamentare in cui il presidente è scelto dal Parlamento anziché dal popolo. Questo nuovo orientamento, imposto alla popolazione togolese, ha suscitato forti reazioni da parte dell'opposizione e degli attori della società civile. A seguito delle elezioni legislative, il partito Unione per la Repubblica (UNIR) di Faure Gnassingbé [it], al potere dal 2005, ha conquistato 108 seggi su 113, ottenendo un controllo schiacciante del nuovo Parlamento.
In Gabon, dove i militari sono al potere dal colpo di Stato del 30 agosto 2023 [it], le autorità hanno dichiarato l'intenzione di adottare una nuova costituzione e di far rivivere tutte le istituzioni repubblicane disciolte. Il 16 novembre 2024, il popolo gabonese ha approvato la nuova costituzione tramite un referendum, con una grande maggioranza di “sì”. Il nuovo testo vieta ai doppi cittadini di candidarsi alle elezioni presidenziali e rende obbligatorio il servizio militare per tutti i cittadini gabonesi, sia maschi che femmine.
Due nazioni rimandano le elezioni
Il Mali e il Burkina Faso, due Paesi saheliani membri della nuova Alleanza degli Stati del Sahel (AES), si sono ritirati dalla Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS) nel gennaio 2024. Le elezioni presidenziali erano inizialmente previste per il 2024 in entrambi i Paesi, ma il contesto specifico dei regimi a guida militare ha reso impossibile lo svolgimento delle elezioni. Gli osservatori notano soltanto che le elezioni sono state rinviate a una data successiva.
Se il 2024 è stato un anno intenso, altre elezioni sono previste per il 2025, anche in Costa d'Avorio [en], dove le tensioni politiche stanno già aumentando in relazione alla possibilità di un quarto mandato per il presidente Alassane Ouattara [it], al potere dal 2011.