
Stele con iscrizione aramaica dedicata al dio Salm. Pietra arenaria, V secolo a.C. Rinvenuta a Teima, Arabia nord-occidentale. Museo del Louvre, dominio pubblico, via Wikimedia Commons
L'aramaico, una delle lingue più antiche ancora parlate al mondo, ha un posto speciale nel cuore di chi ha a cuore il patrimonio linguistico e culturale. Originario della Siria, sono molto orgoglioso di appartenere a una comunità che ha preservato questa antica lingua, in particolare nella città storica di Maaloula. Immersa nelle montagne a nord-est di Damasco, Maaloula è la prova vivente della resilienza dell'aramaico, una lingua che è sopravvissuta ai millenni e che continua a essere parlata dai suoi abitanti ancora oggi.
Il linguaggio dell'antichità
L'aramaico è una lingua semitica [it, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] le cui radici risalgono a più di 3.000 anni fa. Era la lingua franca dell'antico Medio Oriente, parlata da imperi come quello degli Assiri, dei Babilonesi e dei Persiani. È anche la lingua che si ritiene sia stata parlata da Gesù Cristo, il che la rende una pietra miliare della storia e della teologia cristiana. Nonostante l'ascesa dell'arabo e di altre lingue, l'aramaico ha resistito, soprattutto in comunità isolate come Maaloula, dove è stato tramandato di generazione in generazione.
Tuttavia, la guerra civile in Siria ha rappresentato un grosso ostacolo alla salvaguardia della lingua. La guerra ha costretto l'Istituto di aramaico di Maaloula, che si dedicava alla conservazione e all'insegnamento della lingua alle generazioni future, a chiudere i battenti.
Maaloula: un baluardo per l'aramaico
La cittadina di Maaloula è uno degli ultimi luoghi al mondo in cui l'aramaico è ancora una lingua viva. Il nome della città, che deriva dalla parola aramaica “ingresso”, riflette la sua importanza storic e culturale. Gli abitanti di Maaloula, principalmente cristiani, hanno conservato la lingua attraverso l'uso quotidiano, i rituali religiosi e le tradizioni orali. La città ospita anche due dei più antichi monasteri cristiani del mondo: il monastero dei santi Sergio e Bacco [en] e il monastero di santa Tecla. Questi luoghi attraggono pellegrini e linguisti, attratti dalla miscela unica di spiritualità e patrimonio linguistico.
L'aramaico parlato a Maaloula è noto come neo-aramaico occidentale, un dialetto che si è evoluto nel corso dei secoli ma che conserva molte caratteristiche della lingua antica. Questo dialetto si distingue dai dialetti neo aramaici orientali, parlati dalle comunità assire e caldee in altre parti dell'Asia occidentale. La sopravvivenza del neo-aramaico occidentale a Maaloula testimonia l'isolamento della città e la determinazione dei suoi abitanti a preservare la propria identità culturale.
Questo video del 2008 racconta la storia di Maaloula e dei suoi abitanti impegnati a preservare la lingua aramaica [en]:
L'aramaico e l'arabo
La lingua aramaica ha avuto una profonda influenza sull'arabo, soprattutto nel Levante (Siria, Libano, Giordania e Palestina). Molte parole dei dialetti arabi moderni, in particolare di quello siriano, hanno radici aramaiche, il che sottolinea i profondi legami linguistici e culturali tra le due lingue.
Ad esempio, ci sono parole che si sono evolute in arabo come :
- la parola aramaica: ܐܒܐ (Aba), che significa padre, e il suo equivalente arabo أب (Ab)
- la parola aramaica: ܡܠܟܐ (Malka), che significa re, e il suo equivalente arabo ملك (Malik)
- la parola aramaica: ܫܡܝܐ (Shmayā), che significa cielo o paradiso, e il suo equivalente arabo سماء (Samā’)
- la parola aramaica: ܒܝܬܐ (Bayta), che significa casa, e il suo equivalente arabo بيت (Bayt)
- la parola aramaica: ܐܪܥܐ (Ar'a), che significa casa, e il suo equivalente arabo أرض (Arḍ)
La conservazione dell'aramaico è anche un esempio della ricca diversità della Siria. Nonostante le sfide del tempo e i conflitti, gli abitanti di Maaloula e degli altri villaggi vicini, come Jubb'adin [en], hanno continuato a mantenere le loro tradizioni linguistiche, assicurando che l'aramaico rimanga una lingua viva piuttosto che un cimelio del passato.
L'aramaico nel mondo
La lingua aramaica ha attirato l'attenzione del mondo intero con l'uscita del film di Mel Gibson “La Passione di Cristo“, del 2004. Questo film, che racconta le ultime ore della vita di Gesù Cristo, si distingue per l'uso dell'aramaico e del latino, le lingue parlate nella Giudea del primo secolo. Per garantire l'autenticità del film, Gibson ha chiesto a linguisti e specialisti di aramaico di insegnare agli attori a parlare questa lingua [en]. Questo sforzo non solo ha aggiunto accuratezza storica al film, ma ha anche portato l'aramaico alla ribalta della cultura popolare.
I dialoghi del film sono interamente ricostruiti in aramaico, ebraico e latino. Nonostante Gibson fosse inizialmente contrario, sono stati aggiunti sottotitoli al film. L'uso dell'aramaico nel film ha portato a un rinnovato interesse per la lingua, che a sua volta ha aumentato la consapevolezza della sua importanza storica e culturale. Per molti, il film [en] ha rappresentato una grande occasione per l'aramaico ed è riuscito a richiamare l'attenzione sull'eredità storica e culturale di questa lingua.
Preservare la lingua e la storia
La lingua aramaica è più di un semplice mezzo di comunicazione; è un ponte con il passato, che ci collega alle antiche civiltà e tradizioni spirituali che hanno plasmato il nostro mondo. Per chi è interessato a imparare l'aramaico, sono disponibili numerosi istituti [en], ONG [en] e risorse. Come siriano, sono fiero di appartenere [en] a una comunità che ha salvaguardato questo tesoro linguistico.
Imparando e preservando l'aramaico, onoriamo non solo i nostri antenati, ma anche il ricco arazzo della storia umana che hanno contribuito a tessere. Adottando e promuovendo la lingua aramaica, ci assicuriamo che questo antico tesoro rimanga una parte vitale del nostro patrimonio.