Fotografo di Mosca immortala la capitale in preda alla frenesia militare

Foto di Alexander Gronsky. Immagine di Обывало (account eliminato) da Wikimedia Commons. CC BY-SA 4.0.

Holod Magazine ha pubblicato un'intervista [ru, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] con il pluripremiato fotografo moscovita Alexander Gronsky [en]. Global Voices ha tradotto una parte dell'intervista, l'ha modificata per renderla più chiara e l'ha ripubblicata per concessione di Holod. Le foto provengono dall’account Instagram [en] di Alexander Gronsky. 

Nel XXI secolo, il fotografo Alexander Gronsky ha rivoluzionato la fotografia paesaggistica ed è diventato famoso in tutto il mondo; ha ricevuto numerosi premi artistici e giornalistici internazionali, tra cui il prestigioso World Press Photo Award [en]. Le sue fotografie assomigliano ai grandi dipinti dei maestri del passato, in cui i soggetti diventano parte del paesaggio. Gronsky avrebbe potuto lasciare facilmente la Russia dopo il 24 febbraio 2022, ma ha deciso di restare e da due anni sta documentando Mosca e la vita durante la guerra. Ha immortalato i funerali di Navalny e le conseguenze degli attacchi dei droni sulla città di Mosca, ma le sue foto non assomigliano affatto ai tipici reportage fotografici. Catturano chiaramente lo spirito dell'epoca e il modo in cui la guerra si insinua negli spazi urbani. Il direttore di Holod, Alexander Gorbachev, ha parlato con Gronsky di come riesce ad ottenere questo risultato.

Alexander Gorbachev (Gorbachev): Negli ultimi due anni ho guardato Mosca con gli occhi di uno straniero e mi sono accorto di come questi occhi vedano la città in modo diverso. Da un lato sembra che non sia cambiato nulla: la gente si siede al ristorante, va in bicicletta, frequenta i locali e la guerra non irrompe nella vita quotidiana. Dall'altro, qui vige il controllo totalitario della polizia; si può essere portati in stazione semplicemente perché qualcuno ha visto qualcosa sul tuo balcone o ha origliato una conversazione in metro. Mosca, nelle sue foto, è come un soggetto “a sé stante”. Non è una città che vive una vita ordinaria, né una distopia realizzata. Come la definisce lei, com'è questa Mosca?

Alexander Gronsky (Gronsky): I have this question myself. Actually, I answer it through my photographs. Well, it’s not exactly answering: my work doesn’t have a conceptual core, I don’t think I want to tell something specific about Moscow. I go out from my house, wondering the streets of Moscow, wanting to find out: what is happening with Moscow?

Right after [February 24 2024, the start of full-scale Russian invasion of Ukraine], there was a feeling that Moscow was the epicenter of some events, but these events were completely invisible. And a method of capturing these changes emerged from my confusion. That is, I engaged in classic street photography: just wandering the streets and snapping what catches the eye. Initially, it seemed that I was creating completely disjointed stuff, but over time, things began to crystallize, focal points emerged.

For example, billboards. I was interested in the intrusion of a new reality into the landscape — and so I started shooting these billboards. The very first one I took in early March [2022] — just then on Leningradsky Avenue, among the ads for TVs, cars, and apartments, signs appeared that read “Za mir.” [“For peace” but with a Latin Z, which is the government's symbol for the war, instead of a Cyrillic З] And just a day before that, I saw people detained for holding posters that said “За мир,” but without the Latin Z. This turnaround shocked me — how language began to function differently.

Alexander Gronsky (Gronsky): È una domanda che mi pongo anch'io. In realtà, la risposta a questa domanda è nelle mie fotografie. Non è esattamente una risposta: il mio lavoro non ha un tema concettuale, non credo di voler raccontare qualcosa di specifico su Mosca. Esco di casa, cammino per le strade di Mosca con l'intento di scoprire: che cosa sta succedendo a Mosca?

Subito dopo [il 24 febbraio 2024, l'inizio dell'invasione su larga scala dell'Ucraina da parte della Federazione russa], si aveva l'impressione che Mosca fosse l'epicentro di alcuni eventi, ma questi eventi erano del tutto invisibili. Dalla mia confusione è emerso un metodo per rappresentare questi cambiamenti. Mi sono impegnato nella street photography classica: camminare per le strade e riprendere ciò che attira l'attenzione. In un primo momento sembrava che stessi creando qualcosa di scollegato, ma col tempo le cose hanno cominciato a cristallizzarsi, sono emersi dei punti focali.

Ad esempio, i cartelloni pubblicitari. Mi interessava inserire una nuova realtà nel paesaggio e così ho iniziato a fotografare queste insegne. Il primo scatto risale all'inizio di marzo [2022]: proprio in quel momento sul viale Leningradsky, tra le pubblicità di televisori, auto e appartamenti, è apparsa la scritta “Za mir”. [“Per la pace”, ma con la Z latina, che per il governo è il simbolo della guerra, al posto della З in cirillico]. E soltanto il giorno prima avevo visto che alcune persone venivano arrestate perché esibivano dei poster con la scritta “За мир”, però senza la Z latina. Questo cambiamento mi ha sconvolto: il linguaggio ha iniziato a funzionare in modo diverso.

Le pubblicità post-belliche a Mosca oggi

Mosca 2023

Gorbaciov: Penso che chi vede il suo lavoro per la prima volta potrebbe chiedersi: ma dove sono le persone? Lei fotografa la città, lo spazio della vita umana, ma le persone non sono i soggetti principali nelle sue fotografie; fanno più che altro parte del paesaggio.

Gronsky: Yes, that's a long-standing tradition of mine. I don’t get close to people. I'm generally a shy person, I don't like pointing the camera at people to make them feel uncomfortable, which in turn makes me nervous. On the other hand, when you shoot from a greater distance, more elements enter the frame — and it feels like you're capturing some complexity.

It's funny that many museum curators keep telling me: listen, no need for people, just capture the pure urban space — like a sort of sculpture, so to speak. And I understand them: an empty city looks much more grandiose in a museum, making a stronger impression. But I actually want to break that grandeur. I really like this quote by Chaplin: “a close-up is always a tragedy, a long shot is always a comedy.” That's why I want my pictures to have an element of human comedy. I think that little figures of people help me to accept the landscape myself, they bring a human scale to it. If there were no people, I would feel too much anger towards it.

Gronsky: Sì, si tratta di una mia vecchia tradizione. Non mi avvicino alle persone. Sono una persona timida, non mi piace puntare l'obiettivo verso gli altri per farli sentire a disagio, e poi questo rende nervoso me in primis. In compenso, quando si scatta da una distanza maggiore, entrano più elementi nell'inquadratura e si ha la sensazione di rappresentare qualcosa di complesso.

È curioso che molti curatori museali continuino a dirmi: guardi, non c'è bisogno delle persone, fotografi solo lo spazio urbano puro, come una specie di scultura. E io li capisco: una città vuota sembra ancora più maestosa in un museo e lascia un segno indelebile. In realtà, voglio rompere questa grandiosità. Mi piace molto questa citazione di Chaplin: “Un primo piano è sempre una tragedia, ma è una commedia se visto nel campo lungo”. Ecco perché voglio che le mie foto abbiano un elemento di commedia umana. Penso che le piccole figure delle persone mi aiutino ad accettare il paesaggio, lo rendono a misura d'uomo. Se non ci fossero delle persone, mi farebbe provare troppa rabbia.

Mosca, novembre 2022

Mosca 2023

Mosca 24/02/2023

Gorbaciov: Penso si noti molto nella foto del funerale di Navalny. Le ultime persone in fila che si stagliano sullo sfondo di una zona residenziale rendono la foto molto toccante.

Gronsky: Yes, probably. There were many photos taken from this angle — there was a bridge with a spiral staircase, and everyone climbed it to take pictures of the crowd. But by the time I got up there, the crowd was already thinning. It turned out that, although there were many people, they were against the backdrop of some vast emptiness.

Gronsky: Sì, probabilmente. Sono state scattate molte foto da quest'angolazione: c'era un ponte con una scala a chiocciola e tutti ci sono saliti per fotografare la folla. Ma quando sono arrivato le persone si stavano già allontanando. Alla fine si è scoperto che, nonostante ci fossero molte persone, si trovavano sullo sfondo di un vuoto immenso.

Ponte Brateevskij 01/03/2024

2,5 km dal tempio. Mosca 01/03/2024

Mosca 01/03/2024

Gorbaciov: Come è nata questa serie? Nel febbraio-marzo 2022 molti di noi stavano decidendo cosa fare dopo. Come ha deciso di scattare queste foto?

Gronsky: In the beginning, I was very disoriented. I  was in a sort of slump at that time. And right at the New Year night of 2022, I made a promise to myself: to get a grip, to roam the city every free day, shoot what I liked, and immediately post it on Instagram. It didn't matter if no one found it interesting.  I've been involved in photography all my life and don't know any other way to pull myself together.

By the end of summer 2022, I felt burnt out and unsure what to do next. Then, patriotic posters started appearing more frequently — I ran all over Moscow trying to capture them. There were few at first, and being an optimist, I was sure that it could all end any day and that I needed to capture even the slightest changes in the landscape because otherwise, no one would believe that it was all like this.

I spent a tremendous amount of energy on this. But in the last year, these patriotic signs have appeared on every corner, and I no longer think it will end soon. And the feelings from capturing this are now completely different.

Gronsky: All'inizio ero molto disorientato. Era un periodo buio per me. E proprio la notte di Capodanno 2022, ho fatto una promessa a me stesso: riprendere in mano la situazione, vagare per la città ogni giorno libero, fare foto a ciò che mi piaceva e pubblicarlo immediatamente su Instagram. Non importava se nessuno l'avrebbe trovato interessante. Mi occupo di fotografia da sempre e non conosco altro modo per rialzarmi.

Alla fine dell'estate 2022, ero esausto e non sapevo cosa fare in futuro. Dopodiché, i manifesti patriottici hanno cominciato ad apparire più frequentemente: ho corso per tutta Mosca cercando di fotografarli. All'inizio ce n'erano pochi e siccome sono un ottimista, ero sicuro che tutto sarebbe finito tutto da un giorno all'altro e che dovevo immortalare anche i minimi cambiamenti nel paesaggio perché altrimenti nessuno avrebbe creduto che fosse tutto così.

Ci ho speso tutte le mie energie. Ma nell'ultimo anno questi manifesti patriottici sono apparsi ovunque e non penso più che finirà presto. E le sensazioni provate nell'immortalare tutto ciò sono completamente diverse ora.

Mosca 2024

Qualcuno sta cercando di rubarmi gli account. Se chiedo un prestito, non sono stato io. Se ho un debito con qualcuno, non sono stato io. Foto: Mosca, maggio 2022

Mosca 2024

Evviva!

Mosca 2023

Mosca 2024

Mosca 2024

Le fotografie di Alexander Gronsky sono sul suo sito [en], su Facebook e Instagram.

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