Jackson, un cane randagio di Istanbul, adottato nel 2020. Immagine per gentile concessione dell'autore.
[I link presenti in questo articolo conducono a pagine web in inglese, turco e francese.]
La Turchia è stata nuovamente criticata dagli animalisti per una proposta di legge riguardante gli animali randagi. La legge sui diritti degli animali del Paese è stata modificata [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] l'ultima volta nel 2021. Le modifiche introdotte all'epoca includevano un obbligo di rilascio degli animali domestici, la penalizzazione dell'abbandono degli animali domestici e una norma sulla sterilizzazione degli animali randagi.
Inizialmente i legislatori avevano incluso una norma che consentiva l'eutanasia dei cani randagi non sverminati, ma alla fine è stata eliminata a causa della violenta reazione del pubblico. Tuttavia, la questione è di nuovo all'ordine del giorno, e un nuovo e controverso disegno di legge è stato preparato dal Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP) al governo.
Secondo il disegno di legge, gli animali randagi saranno fotografati e inseriti in un sito web del governo per un massimo di 30 giorni. Se nessuno li reclama o li adotta, saranno sottoposti a eutanasia per iniezione.
Il partito al governo sostiene che l'attuale sistema di sterilizzazione è insufficiente per controllare la popolazione di cani randagi e non risponde alle esigenze di sicurezza pubblica [tr]. Il partito menziona anche Paesi come il Regno Unito, il Portogallo e l'Italia come esempi in cui tali misure sono in vigore. Gli animalisti e i cittadini comuni non sono d'accordo [tr]. Invitano il governo a rendere conto del proprio operato [tr] accusandolo di non essere riuscito a risolvere la questione in modo pacifico, nonostante le precedenti promesse.
Misure esistenti
La Turchia ha adottato [tr] la prima legge per la protezione degli animali nel 2004. La legge legittimava il metodo di cattura, sterilizzazione, vaccinazione e rilascio (CNVR). Proibiva la macellazione dei cani in libertà, tranne che “nei casi previsti della legge 3285 sulla salute e l'ispezione degli animali”. L'eutanasia era vietata a meno che i cani non fossero affetti da “malattie e condizioni incurabili”.
I comuni locali sono stati incaricati di prendersi cura dei cani randagi sterilizzandoli, vaccinandoli e riabilitandoli in rifugi gestiti dalla comunità. Al rifugio, ai cani venivano assegnati numeri di identificazione con chip di tracciamento inseriti nelle orecchie.
Nel 2012, il KPA si è pronunciato proponendo un disegno di legge “per rimuovere gli animali randagi dalle strade e collocarli in santuari fuori dalle città”. Il disegno di legge è stato ritirato a seguito delle proteste di massa.
Nel 2018, dopo aver vinto le elezioni presidenziali, il presidente Recep Tayyip Erdoğan ha promesso di potenziare le leggi sulla protezione degli animali. Nel 2021, il Parlamento turco ha approvato una nuova legge sui diritti degli animali. La legge vietava la vendita di tutti i cani e gatti nei negozi di animali, classificandoli come “esseri viventi” anziché come merci e rendeva il maltrattamento degli animali punibile con quattro anni di carcere. La nuova legge vietava l'allevamento e la vendita di pitbull, cani Tosa e altre razze canine classificate come pericolose. In caso di trasgressione la legge prevedeva multe salate e i proprietari avrebbero dovuto registrare i loro animali con un'identificazione digitale. Il 7 dicembre 2021 è stata emendata una legge sulla protezione degli animali, che imponeva ai proprietari di razze classificate come “pericolose” di sterilizzarle e registrarle presso le autorità entro Gennaio 2022.
Nel dicembre 2021, Erdoğan ha invitato tutti i comuni del paese a radunare i cani randagi e a trasferirli nei rifugi. Il presidente ha anche chiesto ai proprietari di animali domestici, da lui definiti «Turchi bianchi» – termine utilizzato per identificare le persone [tr] laiche, occidentali e di sinistra – di prendersi cura dei loro animali. All'epoca si scatenò una polemica, in seguito all'aggressione di una bambina di quattro anni da parte di due pitbull senza guinzaglio nella provincia turca di Gaziantep, che portò il proprietario dei due cani a essere severamente punito. Dopo il discorso di Erdoğan, ad Ankara, molti comuni hanno iniziato a raccogliere i cani randagi dalle strade, spesso con violenza.
Ma la questione dei cani randagi è tornata nell'agenda politica con una proposta di legge che sarà discussa nelle prossime due settimane prima della chiusura del Parlamento.
Misure insufficienti e inumane
Secondo i critici, la soluzione dell'eutanasia è disumana. Ricordano, inoltre, alle autorità, che i rifugi esistenti sono in cattive condizioni, sotto finanziati e con disponibilità limitata. Inoltre, ci sono troppi casi [tr] di maltrattamento degli animali randagi nei rifugi. Uno degli esempi più noti è il video di un operatore di un rifugio per animali nella provincia turca di Konya, che uccise un cane randagio colpendolo alla testa con una pala, nel novembre 2022, che ha attirato le critiche dell'opinione pubblica dopo essere diventato virale.
Secondo l'articolo 28/a della legge n. 5199, il maltrattamento degli animali e la macellazione deliberata degli stessi sono considerati un reato. Due degli addetti che si vedono nel video, del rifugio di Konya, sono stati arrestati, ma questo non ha risolto il problema, perché il nocciolo della questione è rimasto: rifugi sotto finanziati a causa della negligenza delle autorità al potere da più di vent'anni.
L'attuale legge sui diritti degli animali prevede che ogni comune gestisca un rifugio. Secondo il dottor Gülay Ertürk, presidente dell'Associazione dei veterinari, i comuni non hanno ancora adempiuto a questi obblighi. Solo 294 dei 1.394 comuni hanno dei rifugi, e quelli che li hanno non gestiscono la questione della sterilizzazione in modo efficace. Secondo [tr] Haydar Özkan, vicepresidente della Confederazione per i diritti degli animali (HAYKONFED), la nuova proposta non è altro che un “massacro con il pretesto dell'eutanasia”.
“L'unica soluzione è una campagna di sterilizzazione sostenibile che coinvolga tutti i comuni. Tutti i comuni dovrebbero istituire un centro di sterilizzazione, impiegare un numero sufficiente di veterinari e assistenti e contemporaneamente lanciare una campagna di sterilizzazione sostenibile in conformità con le regole mediche ed etiche”, ha dichiarato Özkan alla Gazete Duvar.
In base [tr] alle modifiche apportate alla legge sui diritti degli animali del 2021, i comuni sono stati incaricati di destinare una certa quota dei loro bilanci consuntivi, in base alle dimensioni della popolazione locale servita dai comuni, ai rifugi per animali e ai centri di riabilitazione. Per il Dott. Gülay Ertürk, presidente dell'Associazione dei veterinari, non è chiaro se questi stanziamenti siano stati effettuati in tutti i comuni a partire dal 2021, data la mancanza di trasparenza nei bilanci e nelle spese comunali. Ma anche se ci fossero abbastanza rifugi, questa non è la soluzione secondo Ertürk che ha dichiarato in un'intervista a “Duvar English”, che la giusta via da seguire è a sterilizzazione, la vaccinazione e il rilascio degli animali nel luogo in cui sono stati trovati.
Tuttavia, dovrebbero esserci delle eccezioni per i cani identificati come pericolosi dai volontari che si occupano di benessere degli animali. Questi cani dovrebbero essere ospitati in centri di assistenza di quartiere piuttosto che essere uccisi, spiega Ertürk.
Oltre ai comuni, anche il Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste non è riuscito ad attuare misure efficaci.
In un’ intervista [tr] al quotidiano Bir Gun, Alper Karmış, responsabile locale della protezione degli animali presso il Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste e presidente dell'Associazione per il mantenimento in vita degli animali di strada, ha dichiarato: “Il pubblico non sa cosa significhi sopprimere un animale. Solo più tardi si rende conto che significa ucciderli. Le autorità sanno che la maggior parte della gente non adotterà cani che non sono stati allevati. Quindi pensano sia più semplice sopprimerli. Non accettiamo questa [logica]”.
In un tweet, del giornalista Nevşin Mengü si citano esempi di paesi come il Regno Unito, l'Italia e il Portogallo. Facendo riferimento a uno studio, di uno studente di filosofia politica dell'Università Pompeu Fabra, Mengü ha scritto che mentre nel Regno Unito possono essere in vigore misure simili, in Paesi come il Portogallo e l'Italia c'è un approccio completamente diverso al randagismo. “In Portogallo e in Italia, i cani sani non vengono uccisi (da 30 anni). Soprattutto in Italia, il processo di revisione e la decisione finale sull'eutanasia non sono una procedura semplice. Bisogna dimostrare che nessun trattamento può aiutare i cani malati. Ecco perché l'Italia è indicata come uno degli esempi di maggior successo, insieme alla Germania e ai Paesi Bassi”, ha spiegato [tr] Mengü.
Siamo di nuovo nel 1910
La recente proposta di legge ha ricordato agli animalisti il 1910, quando 80.000 cani di Istanbul furono inviati in una Sivriada deserta sul Mar di Marmara, dove morirono di fame e di sete. Questa strategia fu attuata dal sultano Mehmed V nel tentativo di “occidentalizzare” la città poco prima della caduta dell'Impero Ottomano.
Molti animalisti e critici del disegno di legge sostengono che la proposta del partito al governo di sopprimere in massa gli animali randagi non è poi così diversa.
Non esistono statistiche recenti sul numero di cani randagi in Turchia. Tuttavia, secondo secondo una dichiarazione rilasciata nel 2022 dall'allora Ministro dell'Agricoltura e delle Foreste, il numero era stimato a circa 10 milioni.
In Turchia è piuttosto comune che le persone si prendano cura degli animali di strada, dando loro da mangiare e costruendo delle case per loro in strada. Alcuni di questi animali randagi hanno le loro statue, mentre altri sono diventati delle mascotte [fr] per i comuni locali. Esistono almeno due documentari, “Kedi” e “Stray”, che raccontano la vita degli animali di strada del paese. Dopo il devastante terremoto del febbraio 2023, la storia di un pompiere che ha adottato un gatto soccorso dalle macerie [fr] ha scaldato i cuori di tutto il paese.