
Foto di Joakim Honkasalo su Unsplash
Il governo finlandese di destra ha presentato di recente una proposta di legge che limita la possibilità per i richiedenti asilo di chiedere rifugio alla frontiera finlandese adducendo il pretesto della sicurezza nazionale. Come gruppo di ricercatori impegnati sul fronte dei diritti umani e della migrazione, cercheremo di spiegare come questa legge violi gli obblighi internazionali della Finlandia e le leggi sui diritti umani.
Lo scorso autunno, dopo aver assistito ad un aumento dell'arrivo di richiedenti asilo privi dei necessari documenti di viaggio e di identità al confine orientale del Paese, il governo finlandese (una coalizione tra il Partito di Coalizione Nazionale, i Veri Finlandesi, i Democratici Cristiani Finlandesi e il Partito Popolare Svedese di Finlandia) ha deciso di limitare i movimenti ai confini [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione]. Dal novembre 2023 i valichi di frontiera tra Finlandia e Russia sono stati chiusi per ridurre al minimo la migrazione tra i due paesi (durante questo periodo, circa 1300 richiedenti asilo sono giunti [fi] ai confini finlandesi). Venerdì 15 marzo, in nome della “sovranità della Finlandia” e della “sicurezza nazionale”, il governo ha proposto l'emanazione di una legge straordinaria [fi] sulle “misure temporanee per contrastare l'immigrazione strumentalizzata”.
La proposta di legge regolamenta i casi in cui il governo, senza coinvolgere il parlamento, potrà decidere di limitare temporaneamente l'accettazione delle domande di protezione internazionale al confine tra Finlandia e Russia. In pratica, ciò implicherebbe che i richiedenti asilo potrebbero essere respinti e trasferiti “in un luogo in cui le domande di protezione internazionale sono accettate”, una forma di respingimento dei migranti qualora si dovesse concretizzare.
Il progetto di legge del governo, che viola diversi obblighi giuridici fondamentali a livello internazionale, europeo e costituzionale ed i diritti individuali – come il diritto all'asilo, il diritto a un giusto processo, i diritti dei minori ed il principio di non respingimento – si propone come un decreto di emergenza. In quanto tale, richiede l'approvazione di una maggioranza qualificata del parlamento finlandese. Alla conferenza stampa in cui è stato presentato il progetto di legge, un rappresentante del Ministero degli Interni ha ammesso che dal punto di vista legale la legge è “eccezionalmente impegnativa ed in contrasto con i diritti costituzionali e umani”. Inoltre, la legge è in linea con le politiche più ampie di uno dei principali partiti di coalizione del governo, i Veri Finlandesi di estrema destra, che da diversi anni mira esplicitamente a limitare l'accesso all'asilo in Finlandia.
Le molteplici e gravi violazioni dei diritti umani e costituzionali proposte richiedono, anche in circostanze eccezionali, una scrupolosa riflessione e un'attenzione particolare. Tuttavia, il governo finlandese sta cercando di approvare la legge in tempi estremamente brevi. Ai rappresentanti delle autorità pubbliche, della società civile e di altre parti interessate ed esperti sono stati concessi non più di sei giorni lavorativi per visionare la complessa proposta legislativa di 94 pagine e rilasciare delle dichiarazioni a riguardo. Questo non è solo un lasso di tempo straordinariamente breve, ma non è nemmeno minimamente sufficiente per valutare concretamente i possibili danni irreparabili, la sofferenza umana e le violazioni dei diritti che la legge indubbiamente causerà.
Reputiamo tutto ciò un esempio di dottrina dello shock in cui il governo finlandese sfrutta il senso generale di paura e di crisi nazionale per stabilire leggi e politiche discutibili dal punto di vista della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto. In Finlandia, la guerra russo-ucraina si è aggiunta ad un senso generale di emergenza, che ha alimentato una politica nazionale sempre più securitaria, influenzando in modo significativo le politiche migratorie. Scriviamo questa lettera aperta per mettere in discussione questo scenario e, soprattutto, le politiche illegali promosse in nome della “sicurezza nazionale”.
Daniela Alaattinoğlu, Università di Turku
Stephen Phillips, Åbo Akademi
Dionysia Kang, Åbo Akademi
Jaana Palander, Åbo Akademi
Magdalena Kmak, Åbo Akademi
Yulia Dergacheva, Università di Turku






