Per la prima volta nella storia, il Brasile condanna ufficiali militari e un ex presidente per tentato colpo di stato

Una finestra rotta e la bandiera del Brasile a Palácio do Planalto, sede presidenziale a Brasilia, il giorno dopo gli attacchi dell'8 gennaio 2023. Immagine di Marcelo Camargo/Agência Brasil. Uso legittimo.

L’ 11 settembre 2025 ora segna una data storica [en] per il Brasile. Un ex presidente, cinque ufficiali militari e due alti membri del governo sono stati condannati per cospirazione e tentato colpo di stato finalizzato all'abolizione dello stato di diritto democratico, a seguito della sconfitta alle elezioni nazionali del 2022 [en]. La decisione della Corte Suprema del Brasile rappresenta la prima di questo genere in un Paese con una lunga storia di amnistie concesse in presenza di golpe e tentati golpe [pt, come i link seguenti], incluse quelle a coloro che hanno violato i diritti umani durante gli anni della dittatura militare.

Nel suo voto, la giudice Cármen Lúcia Antunes Rocha, l'unica donna tra i membri della Corte Suprema, ha dichiarato che in quest'azione legale “pulsa un Brasile che mi ferisce; è quasi un faccia a faccia del Paese con il suo passato, il suo presente e il suo futuro.” La restaurazione della democrazia nel Paese segna il suo 40esimo anniversario quest'anno.

Gli otto imputati sono stati condannati [en] con la maggioranza dei voti a favore  — quattro giudici su cinque —, riconoscendone la colpevolezza. Le loro condanne vanno dai 27 anni (per l'ex presidente, Jair Bolsonaro [en], a capo della cospirazione) ai 2 anni di reclusione (per Mauro Cid, ufficiale e suo aiutante di campo, che ha patteggiato e denunciato gli altri). Tutti possono ancora fare ricorso in appello.

Ad eccezione del giudice Luiz Fux, che ha votato per l'assoluzione di Bolsonaro, contraddicendo le sue stesse precedenti sentenze di condanna dei civili per gli attacchi dell'8 gennaio [en], gli altri hanno condiviso la posizione del giudice Alexandre de Moraes [en], giudice relatore del caso, trasformato in un oppositore da Bolsonaro [en] da quando ha iniziato a indagare sul sistema di diffusione di notizie false e sul cosiddetto “gabinetto dell'odio” che le fabbricava, nel 2019.

Moraes ha sostenuto che Bolsonaro avesse iniziato a tramare un colpo di stato da metà 2021, cioè da quando aveva cominciato a esasperare i toni dei suoi discorsi contro il sistema elettorale e le decisioni giudiziarie, fornendo ai suoi seguaci un copione. Alla fine, questo ha portato una folla inferocita ad assaltare gli edifici di Piazza dei Tre Poteri [en], situata nella capitale federale, l'8 gennaio 2023 – una settimana dopo l'insediamento di Luiz Inácio Lula da Silva [en]. Il piano sarebbe stato quello di causare disordini sociali che giustificassero un intervento militare firmato da Lula stesso. Col tempo, questo avrebbe portato al ritorno di Bolsonaro alla presidenza. I cospiratori avevano anche progettato un piano per assassinare [en] Moraes, Lula e il vicepresidente Geraldo Alckmin.

Il voto di Moraes e la relazione finale hanno trovato fondamento in foto, video, messaggi, documenti (sia stampati che scritti a mano) e testimonianze raccolte nell'indagine, tra cui un meeting del 2022 tra Bolsonaro e i suoi alti funzionari di governo. La registrazione è stata rinvenuta sul computer di Cid. La difesa ha contestato la sproporzione della mole di prove, pari a 70 terabyte, rispetto al breve tempo impiegato per analizzarle tutte.

‘Arrestato, morto o vittorioso’

Bolsonaro in un discorso alla stampa nel giorno in cui la Corte Suprema ha accolto le accuse contro di lui, marzo 2025. Foto di Lula Marques/Agência Brasil. Uso legittimo.

Durante un incontro con i leader evangelici, nel 2021, Bolsonaro aveva dichiarato di vedere solo tre alternative per il suo futuro: “essere arrestato, morire o ottenere la vittoria.” “Assicurandomi che la prima alternativa non si concretizzi”, aveva detto. In quel periodo, era sotto indagine in cinque inchieste diverse.

Bolsonaro è entrato in politica dopo essere stato processato dalla giustizia militare per aver rivelato in un'intervista un piano per piazzare bombe come strategia di pressione delle forze armate, al fine di ottenere salari migliori. Di quel progetto, la rivista Veja aveva pubblicato un bozzetto disegnato a mano, sebbene gli esperti forensi non siano mai riusciti a risalire all'autore. Bolsonaro prese congedo militare subito dopo, pur mantenendo il suo grado militare, e venne eletto consigliere comunale a Rio de Janeiro.

Due anni dopo, Bolsonaro ottenne un seggio da deputato federale nel Congresso Nazionale, dove è rimasto per 27 anni, attraversando sette mandati e otto partiti politici. Alla Camera Bassa, divenne noto per essere rappresentante politico degli interessi della classe militare e per varie dichiarazioni controverse, come quella del voto a favore dell'impeachment dell'allora presidente Dilma Rousseff [en], una donna detenuta e torturata dal regime, in onore del primo ufficiale miliare della storia nazionale riconosciuto come torturatore dal sistema giudiziario brasiliano: Brilhante Ustra.

In un'intervista televisiva del 1999, affermò di essere a favore della tortura e che se mai fosse stato eletto presidente, avrebbe soppresso il Congresso e ucciso più di quanto non avesse fatto la dittatura, partendo proprio dall'allora presidente Fernando Henrique Cardoso [en], finito in esilio dopo il coup del 1964.

Através do voto você não vai mudar nada nesse país, nada, absolutamente nada! Só vai mudar, infelizmente, no dia em que partir para uma guerra civil aqui dentro, e fazendo o trabalho que o regime militar não fez. Matando uns 30 mil, começando pelo FHC, não deixar ele pra fora não, matando! Se vai morrer alguns inocentes, tudo bem, tudo quanto é guerra morre inocente.

Attraverso il voto non cambierà niente in questo Paese, assolutamente niente! Sfortunatamente, cambierà qualcosa solo il giorno in cui dichiareremo una guerra civile e faremo il lavoro che il regime militare non ha fatto. Uccidere 30.000 persone, a cominciare da FHC, non possiamo graziarlo! Se dovesse morire anche qualche persona innocente, va bene così, in ogni guerra ci sono innocenti che muoiono.

Nonostante abbia poi provato a smussare questo discorso negli anni a seguire, durante il primo anno del suo mandato da presidente, ha celebrato la data che segna il colpo di stato del '64.

La legge che ne ha decretato la condanna — la Legge sui Crimini contro lo Stato di Diritto Democratico — era stata firmata da Bolsonaro stesso nel 2021 in sostituzione della Legge sulla Sicurezza Nazionale. Secondo la BBC, era stata il risultato di una sconfitta politica subita dall'allora presidente durante la pandemia di COVID-19 — in Brasile, le stime sulle morti da coronavirus si sono aggirate attorno a 700.000.

Bolsonaro era già stato interdetto dalla ricandidatura per otto anni, dopo che la Corte Elettorale si era pronunciata contro di lui per abuso di potere politico da presidente e per aver trasmesso in diretta TV un incontro con gli ambasciatori stranieri, nel corso del quale aveva attaccato il sistema elettorale brasiliano senza alcuna prova. Se confermata, la recente condanna estenderebbe la sua ineleggibilità.

Statua della Giustizia di fronte alla Corte Suprema, uno degli edifici assaltati. Un manifestante ha usato un rossetto per scrivere ‘Hai perso, idiota,’ parafrasando la risposta di un giudice ai sostenitori di Bolsonaro che protestavano contro di lui. Foto di Jodeson Alves/Agência Brasil. Uso legittimo.

L'appoggio degli Stati Uniti 

Quando Lula è stato eletto nel 2022, l’amministrazione Biden si è affrettata a riconoscere la trasparenza del processo elettorale brasiliano, così da evitare problemi con il presidente ancora in carica, che aveva provato a insinuare dubbi sulla regolarità del voto elettronico, senza però portare alcuna evidenza di illecito. Secondo un articolo apparso sull'Economist [en], mesi prima delle elezioni, i funzionari americani erano preoccupati dalle informazioni che stavano ricevendo.

In ogni caso, con il ritorno di Trump alla Casa Bianca [en] quest'anno, c'è stato un cambiamento. Per molti, il ruolo del presidente degli Stati Uniti nell’attacco a Capitol Hill del 2021 [en] riflette quello avuto da Bolsonaro. Ma a differenza dell'omologo brasiliano, Trump non è stato processato [en] per l'episodio.

Eduardo, deputato federale e uno dei quattro figli di Bolsonaro in politica [en], si è trasferito negli Stati Uniti [en] a febbraio, dove ha cominciato a lavorare a stretto contatto con dei funzionari governativi, per concordare delle sanzioni e creare pressioni politiche al governo brasiliano al fine di garantire l'amnistia al padre. Lavora con Paulo Figuerdo, nipote dell'ultimo presidente del regime militare.

Connesso a Steve Bannon, il guru del movimento MAGA [en], Eduardo è riuscito a ottenere il sanzionamento del giudice Alexandre de Moraes [en] grazie alla Legge Magnitsky [en], misura sanzionatoria che colpisce chi viola i diritti umani a livello internazionale, sospendere i visti di otto giudici della Corte Suprema e intervenire negli incontri tra i due governi federali finalizzati alla discussione dei dazi di Trump sui prodotti brasiliani.

“Sto lavorando per fare in modo che non trovino un dialogo [con la Casa Bianca]”, ha dichiarato al canale SBT News. Dopo aver ricevuto denaro dal padre, adesso Eduardo è indagato, sospettato di coercizione delle autorità incaricate all'indagine sul caso contro Bolsonaro, facendo leva sulla minaccia di sanzioni statunitensi. Questi ha anche dichiarato di voler partecipare alla corsa per la presidenza il prossimo anno.

Dopo la conferma della condanna a Jair Bolsonaro, il Segretario di Stato Marco Rubio ha postato su X (già Twitter):

Le persecuzioni politiche operate da Alexandre de Moraes, sanzionato per violazione dei diritti umani, proseguono mentre lui e altri membri della Corte Suprema del Brasile hanno ingiustamente deliberato la carcerazione dell'ex presidente Jair Bolsonaro.

Gli Stati Uniti agiranno a questa caccia alle streghe di conseguenza.

Il Ministro degli Affari Esteri del Brasile ha risposto, sempre via X:

Minacce come quella mossa oggi dal Segretario di Stato degli Stati Uniti, Marco Rubio, espressa in una dichiarazione che attacca l'autorità del Brasile, e ignora i fatti e le prove schiaccianti agli atti, non intimidiranno la nostra democrazia.

Nel frattempo, il disordine continua. Lo scorso novembre, un uomo armato di esplosivi artigianali si è ucciso fuori dalla Corte Suprema del Brasile [en]. Durante la settimana del processo, un cinquantenne ha provato a irrompere nel Palazzo Planalto, sede della Presidenza della Repubblica, nel cuore della notte. Dopo la notizia della condanna di Bolsonaro, i suoi sostenitori “bolsonaristi” hanno organizzato una veglia fuori dai cancelli del complesso residenziale privato in cui vive a Brasilia.

Dal 4 agosto, Bolsonaro è agli arresti domiciliari per aver violato le misure cautelari disposte dalla legge, condividendo video e messaggi di sé sui canali social del figlio, istigando gli attacchi alla Corte Suprema e appoggiando un intervento straniero nel Paese, secondo la Corte.

avvia la conversazione

login autori login »

linee-guida

  • tutti i commenti sono moderati. non inserire lo stesso commento più di una volta, altrimenti verrà interpretato come spam.
  • ricordiamoci di rispettare gli altri. commenti contenenti termini violenti, osceni o razzisti, o attacchi personali non verranno approvati.