Qualcosa di me: giornalista professionista, ho lasciato il giornalismo “tradizionale” per cercare altre strade. Prima scrivevo delle persone che contano, oggi scrivo delle persone. Sono loro che contano. Ho un Master in Diritti Umani e Intervento Umanitario (Alma Mater di Bologna). Un corso di Specializzazione in Cooperazione e Sviluppo a Bruxelles. Ho trascorso nove mesi a Londra e amo moltissimo viaggiare. Australia, Sri Lanka, Giappone, Bulgaria e poi le isole di Capo Verde, Sudafrica, Uganda, Rwanda, Kenya, Ghana … sono solo alcuni dei Paesi che ho visitato. Da alcuni anni vivo tra l'Italia e il Ghana.
Conosco l'inglese e il francese.
Perché traduco? Per amore. Amore per la comunicazione, per la trasmissione dei pensieri e delle idee. Perché bisogna legare gli uomini non dividerli.
ultimi articoli di Antonella Sinopoli da aprile, 2010
Balcani: le somiglianze tra Facebook e il Partito comunista yugoslavo…
Cos'hanno in comune questi due ambiti? Ce lo svela in stile ironico un blogger macedone. Pur se non tutti sono d'accordo, le riflessioni sul ruolo preponderante dei partiti politici nella vita della gente sono serissime.
Sud Africa: la donna che ha trascorso sette mesi in una cella per uomini
Denise Abbah ha vissuto la terribile esperienza di violenze sessuali e soprusi quotidiani perché sembra il suo nome fosse stato registrato al maschile. Ora la donna ha fatto causa al Dipartimento Carcerario, ma tanti altri, veri transgender, continuano a subire analoghe violazioni dei diritti umani nelle carceri di tutto il mondo.
Global Voices: conto alla rovescia per il Summit a Santiago del Cile
Oltre 200 persone provenienti da 60 Paesi parteciperanno al Global Voices Summit 2010 dal 6 all'8 maggio. Moltissimi gli appuntamenti in programma, incluso l'atteso Google/Global Voices Breaking Borders Award, un premio alle migliori iniziative online che promuovono la libertà di espressione.
Uruguay: nuova festa nazionale commemora il massacro dei Charrúa
L'11 aprile scorso per la prima volta è stata ufficialmente commemorata la giornata del 1831 in cui 40 Charrúas vennero uccisi e 300 fatti prigionieri, per ordine del primo presidente uruguaiano. Un piccolo ma significativo passo verso il riconoscimento dell'eredità indigena del Paese.
Il genocidio in Rwanda: 16 anni dopo, per non dimenticare
Nel 16esimo anniversario del genocidio che provocò oltre 800.000 vittime e sconvolse l'intera regione, i sopravvissuti rievocano quei 100 giorni in cui vennero abbandonati dal mondo intero - per tenerne viva la memoria e aiutare il Paese ad andare avanti nello spirito dell'unità e della riconciliazione.