Eleonora Pantò · giugno, 2008

ultimi articoli di Eleonora Pantò da giugno, 2008

Brevi note dal Summit di Budapest

Lasciando alle prossime ore riflessioni piu' sistematiche e approfondite, alcuni rapidi flash. Siamo in oltre 80 persone a seguire i lavori. La giornata di ieri, venerdì 27, è stata veramente coinvolgente, con interventi legati alla censura in atto in diversi Paesi, dove un commento non in linea con il pensiero governativo può costare anche tre anni di carcere. Oggi invece, sabato 28, i temi trattati appaiono meno drammatici ma certamente non meno interessanti.

28 giugno 2008

Giappone: Riflessioni sul massacro di Akihabara (2. Parte)

Un altro aspetto della tragedia su cui si sono concentrate le discussioni è stato il modo di fare informazione dei citizen media: tramite i blog, ma anche su Twitter e, dando origine a parecchie controversie, attraverso l'uso di video streaming. Ciò testimonia del cambiamento dei tempi, con l'inevitabilità di questo tipo di cronaca a livello individuale - pur sollevando le critiche di parte dell'opinione pubblica.

25 giugno 2008

Giappone: Riflessioni sul massacro di Akihabara (1. Parte)

Una volta posatasi la polvere sul violento attacco a coltellate di due settimane fa nel centro di Tokyo, che ha provocato la morte di sette persone e il ferimento di altre 17, sono stati in molti a interrogarsi sul vero significato di quel gesto. Alcuni hanno puntato il dito accusatore sui video game, altri hanno chiesto un monitoraggio più attento in Rete. Mentre i commentatori giornalistici tentano di alleviare l'ansia, negando l'esistenza di profonde ragioni sociali per l'atto omicida di Tomohiro Kato, i blogger offrono interpretazioni meno semplicistiche.

23 giugno 2008

Chi siamo

Global Voices è un progetto globale senza fini di lucro centrato sui citizen media, ideato presso il Berkman Center for Internet and Society della Harward Law School, un gruppo di...

20 giugno 2008

Una miriade di voci nella blogosfera pakistana

La rampante blogosfera pakistana riflette fedelmente il caleidoscopio degli sviluppi complessi e contraddittori che sta vivendo il Paese. Un Paese dove si fa largo un'ampia maggioranza che sostiene l'applicazione della legge. Per alcuni si tratta del momento più bello della nostra storia, mentre altri lo considerano un ulteriore fattore di instabilità. Migliaia di avvocati e attivisti politici hanno dato avvio a una lunga marcia verso Islamabad, la capitale pakistana, per fare pressione sul parlamento e sul governo affinché rimetta al loro posto quei i giudici destituiti dal presidente Musharraf, sempre più onnipresente e in difficoltà. Sembriamo voler davvero ricalcare la storia del nostro grande vicino, la Cina, e del suo presidente Mao.

17 giugno 2008

Giappone: i blogger sull'attacco a coltellate di Akihabara

Pochi giorni fa, nella zona di Akihabara a Tokyo, il 25enne Tomohiro Kato ha ucciso almeno sette persone, ferendone molte altre. Dopo aver lanciato contro i pedoni un camion a noleggio di due tonnellate, ha iniziato a colpire gli astanti con un coltello. L'incidente è avvenuto nell'anniversario di un episodio analogo. Le reazioni in diretta (e i materiali audio-video) di diversi blogger giapponesi che si trovavano nell'affollata zona di Akihabara.

12 giugno 2008

Cedric Kalonji: fotografare il Congo

Il giornalista e blogger congolese Cedric Kalonji è anche un prolifico fotografo. Fotografo dell'ordinario, di quella vita di ogni giorno in Africa che il mondo esterno non vede quasi mai. In quest'intervista spiega perché una fotografia vale più di mille parole.

9 giugno 2008

Sud Africa: i blogger devono fare qualcosa di più che limitarsi a scrivere

Un gruppo di blogger sudafricani sta pensando a quali azioni positive intraprendere a seguito della recente crisi di xenofobia in Sud Africa. Uno di questi, Stii, si chiede: “Che cosa possiamo fare noi blogger sulla questione della xenofobia?” mentre Mike Stopforth propone ai blogger sudafricani di intervenire concretamente. Al contempo Afrigator ha lanciato una pagina speciale sulla crisi della xenofobia.

3 giugno 2008

Dal diario di una zitella egiziana inacidita

Lo scorso marzo, Eman Hashim ha scritto un post in cui si chiedeva perché le donne egiziane musulmane abbiano bisogno di un "wakeel" - un uomo che firmi il contratto di matrimonio a loro nome. Occorre spiegare: a differenza delle culture occidentali, dove il padre concede benevolmente la sposa con la sua approvazione e benedizione, nell'Islam un matrimonio è "difettoso" se il padre, o nel caso il padre sia morto, lo zio, non gestiscano per conto della sposa tutta la burocrazia e le procedure relative. Molti sceicchi disapprovano l'idea che una ragazza (soprattutto se non è mai stata sposata prima e si suppone che sia vergine) voglia sposarsi in modo autonomo.

1 giugno 2008