
“Non votare per gli oligarchi”, recita questo poster a Chișinău prima delle elezioni parlamentari nel febbraio 2019. Foto (c): Maxim Edwards. Usato con permesso.
Tumulti nella politica non sono una novità per la Moldavia. È definito, secondo lo stereotipo, un paese intrappolato: stretto tra Ucraina e Romania, in bilico tra Russia e Occidente e prigioniero della povertà e della corruzione. Nell'inverno del 2018, l'Unione Europea (UE) era così allarmata per lo stato di diritto che ha dichiarato la Moldavia [en, come in link seguenti, salvo altra indicazione] uno “stato dominato da interessi oligarchici”.
Nel 2019 è accaduto l'impensabile. A giugno, i partiti di opposizione filo-europei e filo-russi hanno messo da parte le loro divergenze e hanno votato per il Partito Democratico della Moldavia (DPM) fortemente impopolare. Una coalizione incerta salì al potere sotto Maia Sandu, leader del blocco ACUM. Lei e i suoi alleati nel Partito dei socialisti (PSRM) hanno parlato di ripulire il paese, riguadagnare la fiducia delle istituzioni internazionali e di “deoligarchizzazione”. Il presidente del DPM Vladimir Plahotniuc [it] ampiamente considerato come colui che governa il paese nell’ ombra, è fuggito poco dopo.
L'esperimento non è durato a lungo. Lo scorso novembre, una disputa sulla riforma giudiziaria tra ACUM e i loro alleati socialisti si è trasformata in un punto morto. Con un piccolo aiuto da parte del DPM, il PSRM ha rilevato il governo di Sandu dall'incarico. Oggi sono i socialisti che conducono il gioco nella politica moldava. Igor Dodon [it], leader non ufficiale del partito, cerca la rielezione come presidente questo autunno.
Sulla scia del breve esperimento della coalizione, i moldavi si stanno chiedendo cosa riservi il futuro. La “deoligarchizzazione” era destinata ad essere solo una parola in voga? I socialisti faranno combaciare la loro retorica filo-russa con i fatti? Soprattutto, si chiedono se la politica moldava possa mai interrompere il suo circolo vizioso di vincitori che prendono tutto e un po’ di più – chiunque sia il vincitore. Quando le grandi promesse risuoneranno false di volta in volta, ugualmente risuonerà la speranza in un futuro migliore – un futuro che invece migliaia di giovani moldavi ora cercano all'estero.
Numerosi articoli della nostra Copertura Speciale sono stati resi possibili attraverso una collaborazione con Transitions, un'organizzazione di formazione editoriale e media con sede a Praga.
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Dare un senso alla “crisi da spopolamento” della Moldavia [it]
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Can Moldova ever win its gruelling fight against corruption?
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