- Global Voices in Italiano - https://it.globalvoices.org -

La star cinese del tennis è riapparsa dopo che la campagna #WhereisPengShuai ha innescato proteste globali

Categorie: Asia orientale, Cina, Censorship, Citizen Media, Libertà d'espressione, Media & Giornalismi, Politica, Sport

Una delle tre foto pubblicate sull'aggiornamento WeChat di Peng Shuai. Immagine tramite Shen Shiwei [1] su Twitter.

La star Cinese del tennis Peng Shuai, di cui si sono perse le tracce per oltre 10 giorni dopo aver accusato di violenza sessuale [2] [it] l’ex leader del partito comunista cinese Zhuang Gaoli, è ricomparsa in alcuni videoclip rilasciati dai media cinesi di proprietà statale e, recentemente, è stata fatta una video chiamata con i membri principali del Comitato Olimpico Internazionale (CIO).

Il meeting si è tenuto dopo che la campagna #WhereisPengShuai? [3] [it] (dov'è Peng Shuai?) ha scatenato un grido di protesta a livello mondiale, e tanti illustri sportivi esigono conoscere dove si trova la loro collega.

Secondo il comunicato stampa [4] [en, comr i link seguenti] del CIO la video chiamata della durata di un’ora e mezza e che è stata fatta il 21 novembre 2021, è stata presieduta dal presidente del CIO Thomas Bach, dal Presidente della Commissione Atleti del CIO Emma Terho, e dal membro del CIO in Cina Li Lingwei. Durante il meeting virtuale Peng Shuai ha ringraziato il CIO per l’interessamento dimostrato nei suoi confronti ed ha spiegato che sta bene e si trova nella sua casa a Pechino. Ha chiesto, inoltre, di ‘avere rispetto della sua privacy’.

Tuttavia, il CIO sembra credere che Peng Shuai non è stata costretta ad accettare la video chiamata. Le parole di Emma Terho sono state menzionate nel comunicato stampa, che dicono:

I was relieved to see that Peng Shuai was doing fine, which was our main concern. She appeared to be relaxed. I offered her our support and to stay in touch at any time of her convenience, which she obviously appreciated.

“Vedere Peng Shuai che sta bene mi ha rincuorato, e questa era la nostra principale preoccupazione. Sembrava essere tranquilla. Le ho offerto il nostro sostegno e di contattarci in qualsiasi momento qualora ne avesse bisogno, e tutto ciò è stato ovviamente apprezzato da lei”.

La storia della Cina delle apparizioni forzate in TV

Prima di questa video chiamata molti media cinesi di proprietà statale hanno tentato di dimostrare che Peng Shuai era viva.

Il 18 Novembre il canale televisivo cinese CGTN ha pubblicato un’email (come si nota nel tweet sotto) presumibilmente scritta da Peng Shuai, in cui lei rimprovera la descrizione della sua testimonianza su Weibo come accusa di violenza sessuale. Tuttavia, visto che il canale CGTN è ben noto per mandare in onda confessioni fatte in maniera forzata [5] ad attivisti di diritti umani accusati di crimini che loro non hanno commesso, la notizia ha suscitato dello scetticismo. Un utente di Twitter, @Superode1, ha postato una finta email scritta da un’altra “Peng Shuai” per prendere in giro il canale televisivo cinese:

La star cinese del tennis Peng Shuai mi ha appena mandato un'email. Cosa dovrei fare?

Steve Simon, presidente della Women’s Tennis Association (WTA), non è convinto che l’email sia stata mandata da Peng e ha comunicato che questo messaggio “aumenta solamente” [8] le sue preoccupazioni verso la tennista. La WTA ha pubblicato il 14 novembre una dichiarazione [9] chiedendo di investigare in modo aperto e trasparente circa le accuse di violenza sessuale della Peng. L’associazione ha inoltre affermato che il benessere della tennista ‘va oltre il business [10]‘, minacciando di ritirare tutti i tornei tennistici che si svolgono in Cina, a meno che la questione non sia stata adeguatamente indagata e la sicurezza di Peng sia stata assicurata.

Dopo la pubblicazione dell’email non convincente, il 19 Novembre, un editore di CGTN di nome Shen Shiwei, ha scritto su Twitter che la Peng aveva pubblicato tre foto sul suo profilo WeChat a prova che lei stava passando un ‘buon weekend’. Tuttavia, alcuni utenti hanno interpretato questo immagini in maniera diversa, come @Lucky_clover ha scritto:

Peng Shuai i彭帥 ha usato queste foto per far capire che è sotto il controllo di Kung Fu Panda 功夫貓熊 (secondo uno dei portavoce del CCP Global Net 環球網 il 25 Maggio 2020, Kung Fu Panda = CCP – China).

Winnie The Pooh (conosciuto in tutto il mondo = Xi Jinping) è quello che si trova dietro.

Xiong Mao o panda 熊貓 è l’acronimo di Polizia Sicurezza Nazionale, poiché entrambi vengono chiamati Guobao (國保 o 國寶), il che può significare protettore nazionale o tesoro nazionale. Gli utenti di internet [13] si riferiscono spesso al Presidente Cinese Xi Jinping associandolo a Winnie The Pooh.

Il capo editore del magazine Cinese Global Times Hu Xijin ha voluto dire anche lui la sua in merito a questa questione, ed ha pubblicato dei video (vedi il tweet sotto) in cui si vede il 21 Novembre Peng Shuai mangiare insieme al suo coach ed altri amici (orario di Pechino). Ma, come sottolineato da Peter Dahlin, un attivista di diritti umani svedese che è stato torturato in Cina e forzato a dichiarare in TV confessioni false [14] per quanto riguarda una serie di crimini da lui commessi, questi video non riescono a provare nulla:

E qui abbiamo l'avvocato #WangYu [15] che prende il tè nel giardino della sua “free talk” zona e controllata dalle telecamere a circuito chiuso, tranne, oh si…, è stata una confessione forzata per la TV assicurata attraverso mesi di torture, mentre era scomparsa e tenuta in isolamento in un luogo segreto…

Un avvocato cinese che si occupa dei diritti umani, di nome Wang Yu, è stata un’altra vittima delle confessioni forzate mandate in onda [19]. Wang è stata detenuta nel 2015 ed era stata accusata di sovversione dello stato, un reato politico che potrebbe costare l’ergastolo. Nell’Agosto del 2016 venne rilasciata dopo aver confessato in un video che era stata usata da forze straniere. Questa confessione venne mandata in onda sul canale di Hong Kong Phoenix TV e sulle news di Oriental Daily.

Hu Xijin ha pubblicato altri video in cui si vede la tennista che sorride in pubblico, sempre il 21 Novembre:

Può una ragazza far finta di sorridere in maniera così smagliante se è davvero sotto pressione? Coloro che sospettano che Peng Shuai sia sotto minaccia devono essere davvero cattivi. Vi dovrebbe essere maggiori performance politici forzati nei loro paesi.

Persistenti preoccupazioni per la sicurezza di Peng

La video chat di mezz’ora avuta con il Comitato Olimpico Internazionale è stata un’altra prova che Peng Shuai è viva e in salute. Ma un portavoce della WTA ha dichiarato alla stampa via email che i video non hanno fatto diminuire le loro preoccupazioni [22]:

It was good to see Peng Shuai in recent videos, but they don't alleviate or address the WTA's concern about her well-being and ability to communicate without censorship or coercion…This video does not change our call for a full, fair and transparent investigation, without censorship, into her allegation of sexual assault, which is the issue that gave rise to our initial concern.

È stato bello vedere Peng Shuai negli ultimi video, ma non fanno diminuire le preoccupazioni della WTA in merito alla sua salute e alla possibilità di comunicare senza censure o costrizioni…questo video non cambia il nostro appello per un'indagine completa, giusta e trasparente, senza nessuna censura, sull'accusa di violenza sessuale, che è la questione che ha suscitato la nostra preoccupazione iniziale.

Nel frattempo, molti hanno preso di mira il CIO, dopo che i rappresentanti hanno dichiarato di essere ‘tranquilli’ dopo la video chiamata di mezz'ora con Peng Shuai:

Questa è una mossa sospetta. Sappiamo già che #PengShuai è viva. Ma non riesce a parlare in maniera libera delle sue accuse. E il #CIO è stato pesantemente criticato per aver assegnato le Olimpiadi di #Pechino2022 alla Cina. Considererei la videochiamata di Bach una forma di copertura del regime di Xi.

Il CIO molto probabilmente accetterebbe una sagoma di cartone di Peng Shuai e una voce AI se questo significasse che le Olimpiadi di Pechino potrebbero proseguire senza polemiche.