Bolivia: la vita (non facile) di un tassista a El Alto

Il blogger Wilfredo Jordán di El Alto, in Bolivia [in] esamina da vicino la vita di un tassista, che ogni giorno guida per le strade della propria città. Oltre all'orario di lavoro troppo lungo per il misero guadagno, i tassisti devono spesso affrontare situazioni pericolose per via di passeggeri malintenzionati. Di seguito un ampio stralcio da un recente post [sp] nel suo blog Vivir en Bolivia [sp]:

La vida no tiene precio, y un taxista que ha trabajado en las calles de El Alto lo sabe muy bien. Varios de ellos, además de lidiar con fallas habituales de sus vehículos, ya que muchos son adquiridos de “segunda mano”, o la imprudencia de algunos choferes, deben enfrentarse con la delincuencia, a tal grado de que cualquiera puede perder la vida o estar cerca de ello.

La vita non ha prezzo, e un tassista che ha lavorato per le strade di El Alto lo sa molto bene. Molti di loro, oltre ad avere a che fare con i soliti guasti ai veicoli, spesso di “seconda mano”, o le imprudenze degli altri guidatori, devono affrontare anche il crimine, tanto da rimetterci la vita o quasi.

Jordán mette in evidenza alcuni casi in cui i tassisti hanno affrontato questi pericoli della vita reale, come è accaduto a Germán Quispe, strangolato da dietro con una corda, ma salvatosi grazie ad un amico che passava di lì. Un altro tassista si è trovato in una situazione simile a marzo del 2009:

Como Quispe, cientos son los taxistas que afrontan estos riesgos, el 22 de marzo de este año, Moisés Chambi Blanco, de 24 años, recogió a unos pasajeros de la Ceja con destino a la zona Juana Azurduy de Padilla, en el sector de Río Seco. Cuando pasó por el camino a Laja, cuya carretera es poco iluminada, uno de ellos sacó un arma y le disparó en el rostro.

Los delincuentes, creyendo que había muerto, tiraron el cuerpo a un costado de la vía; pero más tarde Chambi recuperó el conocimiento y fue internado de emergencia en el Hospital Sagrado Corazón, en la zona de El Kenko.

Proprio come Quispe, centinaia di tassisti affrontano questi rischi. Il 22 marzo 2009, Moisés Chambi Blanco, 24 anni, ha fatto salire alcuni passeggeri a La Ceja (area di transito tra El Alto e la Paz), diretti verso Juana Azurduy de Padilla nella zona di Río Seco. Mentre percorreva la strada verso Laja, scarsamente illuminata, uno di loro ha tirato fuori una pistola e gli ha sparato in faccia.

I criminali, pensando che fosse morto, ne hanno poi gettato il corpo sul ciglio della strada; più tardi però Chambi ha ripreso conoscenza ed è stato ricoverato al pronto soccorso dell'Ospedale Sacro Cuore, nella zona di El Kenko.

Nonostante questi rischi, Jordán traccia un profilo di quanti decidono di fare i tassisti a El Alto.

La mayoría de los taxistas se dedican a este oficio por la falta de trabajo, y lo hacen sin ganar mucho, incluso, sin un vehículo propio. Así, una jornada de trabajo, que oscila entre las 06.00 y 20.00, salda de 80 a 150 bolivianos, de los cuales 50 le corresponden al propietario del motorizado, 30 se va a la gasolina y el resto es la ganancia del conductor.

La maggior parte dei tassisti fa questo lavoro per la mancanza di altre opportunità d'impiego, senza guadagnare granché e spesso senza possedere il veicolo utilizzato. La giornata lavorativa inizia alle 6 del mattino e finisce alle 8 di sera, per un incasso che va dagli 80 ai 150 bolivianos (tra gli 11 e i 21 dollari USA), dei quali 50 vanno al proprietario del veicolo e altri 30 servono per la benzina. Quanto resta è il salario dell'autista.

Jordán ha parlato con uno di questi tassisti, per avere un resoconto di prima mano:

René Machicado, quien pertenece al Sindicato Arco Iris, representa uno de esos casos. Con una experiencia de 19 años tras el volante y luego de haber trabajado en el desaparecido Servicio Nacional de Caminos, decidió laborar por su cuenta.

“Actualmente las empresas sólo reciben personal para poco tiempo y no permanentes como antes. Ahora todo es con contratos determinados y no conviene porque no es un trabajo seguro”, indica y añade que éste, además de ser un oficio peligroso, es sacrificado, pues se deben soportar largas jornadas, incluso turnos nocturnos, que es cuando más peligro existe.

René Machicado, che fa parte del sindacato Arco Iris, parla di questi casi. Dopo 19 anni di esperienza al volante, e dopo aver lavorato per il Servizio Nazionale Stradale, oramai scomparso, ha deciso di mettersi in proprio.

“Al giorno d'oggi le ditte assumono il personale solo per periodi brevi e non più a tempo indeterminato come prima. Ora tutti offrono contratti a breve termine, e non ne vale la pena, perché non è un lavoro sicuro,” dice, e aggiunge che guidare un taxi, oltre ad essere un lavoro pericoloso, richiede molti sacrifici, perché si devono fare turni molto lunghi, anche di notte, che è il momento più pericoloso.

Quanto sia pericoloso è dimostrato dalle statistiche, secondo cui, nel 2008, nell'arco di 8 mesi, si sono registrati 10 casi di autovetture rubate con relativa uccisione degli autisti.

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