Nelle ultime settimane i prezzi della carne rossa hanno subito un drammatico aumento [in] in Egitto. Che ciò sia dovuto o meno all'attuale stato dell'economia globale, è chiaro che molti egiziani sono spinti verso la dieta vegetariana a causa dei prezzi troppo alti. Recentemente ci sono stati appelli dei cittadini a boicottare la carne, nella speranza che ciò possa contribuire all'abbassamento dei prezzi.
Il 15 aprile Masr Al Youm ha citato la notizia [ar] sul suo blog:
Weekite poi ha scritto [ar] di come negli ultimi anni il prezzo della carne rossa abbia avuto un andamento fluttuante.
Il blogger ha poi aggiunto di voler boicottare la carne finché i prezzi non torneranno a livelli normali:
Comincerò a boicottare la carne da oggi finché il prezzo non sarà tornato di nuovo a 50 EGP al chilo.
Se hai dei bambini, che necessitano di proteine per il loro fabbisogno giornaliero, allora puoi pensare al pollo come possibile alternativa. E se il prezzo del pollo aumenta, c'è sempre il pesce. E se perfino il prezzo del pesce dovesse aumentare, allora la carne brasiliana d'importazione – a 20 EGP al chilo – è proprio buona.
Anche Egypt Today ha rilanciato le campagne di boicottaggio della carne [ar]:
Circa 30 anni fa, nel 1977, gli egiziani protestarono in quelle che furono definite “Bread Demonstrations” (Proteste del pane), mentre il governo insisteva a chiamarle “Thief Demonstrations” (Proteste dei ladri). Queste proteste nacquero perché i prezzi della carne superavano una sterlina egiziana al chilo. Non è divertente che oggi, nel decimo anno del nuovo millennio, i prezzi della carne abbiano raggiunto 70 EGP, ed entrambi, la gente e lo Stato, stavolta siano d'accordo nel boicottaggio?
Questa campagna di boicottaggio è considerata la più efficace dalla fine degli anni ottanta, quando alcune signore dell'alta classe nel distretto di El Maadi – nel Cairo del Sud – lanciarono il boicottaggio della carne quando il prezzo era salito a 10 EGP al chilo.
Nelle campagne precedenti erano coinvolti solo i cittadini, ma questa volta tutti, incluso il governo, sono concordi nel partecipare alla campagna fino a fine aprile. Tuttavia le associazioni dei macellai hanno proposto alla gente di ridurne il consumo piuttosto che boicottarla del tutto.
Persino il Ministro dell'Agricoltura – Amin Abaza – ha chiesto al popolo egiziano di smettere di acquistare carne e provare altre alternative come metodo per riuscire a combattere l'avidità dei commercianti e degli allevatori.
Sembra che la notizia della campagna di boicottaggio abbia raggiunto i nostri vicini in Israele, e la blogger egiziano Cairo Life Reviews ha scritto dell'offerta israeliana di aiutarci a risolvere questo problema [in]:
Mentre stavo cercando su Google notizie sul boicottaggio della carne in Egitto quest'oggi, un oscuro blogger israeliano ha portato alla mia attenzione un articolo pubblicato su Palestine Today.
Secondo Palestine Today e il giornale Almasryoon, Israele ha gentilmente offerto il proprio aiuto nella nostra ricerca di carne, proponendoci la garanzia di un accordo per importarne 150 tonnellate. Il Ministero per l'Agricoltura Egiziano ha gentilmente rifiutato! GRAZIE A DIO! Hanno anche asserito che non ci sono carenze di carne, e che stanno spingendo i consumatori a boicottarne l'uso per stabilizzarne il prezzo.
La blogger ha poi commentato così sulle intenzioni degli israeliani celate dietro quest'offerta:
Nei titoli delle ultime notizie, il quotidiano palestinese ha scritto che il governo israeliano sta “offrendo gratuitamente della carne agli egiziani”. Bèh, dare gratuitamente non è proprio la stessa cosa di esportare. La mia ipotesi è che Israele avrebbe cercato di guadagnare un fantastiliardo di dollari da questo accordo!!! E se le autorità israeliane sono così premurose e pronte a donare carne, perché non la danno al popolo di Gaza che sta morendo di fame.
In effetti, nessuno sembra trovarsi d'accordo sul motivo per il quale i prezzi della carne sono così alti. Alcuni danno la colpa al governo, mentre il governo incolpa i macellai e i commercianti, i quali invece sostengono che l'intera crisi sia dovuta all'economia e al prezzo del foraggio.