Se da una parte biblioteche ed edicole traboccano di libri e riviste che esaminano, analizzano e commentano l'attuale recessione economica che colpisce il Giappone, dall'altra molta gente ha cominciato a pensare che, se ci sono dei perdenti (licenziamenti e aziende in rosso) da qualche parte dovranno esserci anche dei vincitori, cioè individui o aziende che traggono concreto beneficio dalla crisi.
Alcuni blogger giapponesi, per esempio – la maggior parte esperti in economia o con vasta esperienza nel mondo degli affari – hanno riportato notizie apprese da colleghi e da altre fonti confermando che alcuni starebbero guadagnando molto di più negli ultimi mesi che in qualsiasi altro periodo di prosperità.
Sul suo blog, il presidente di Castanet Inc. [giap] Chikara Ueki (植木力) rivela i dettagli di una “conversazione confidenziale” [giap] da lui avuta con il presidente di un'altra azienda che si occupa di lavorazione e rivendita di materie prime. Pur sostenendo che “c'è la crisi, non stiamo guadagnando un penny” sono le prime parole che si dicono oggigiorno quando ci si incontra, certa gente sta davvero facendo i soldi con questa situazione economica instabile:
Sono piccole e medie aziende che trasformano e vendono parti di materie prime come ferro. ecc.
Ho incontrato il presidente [di una di tali aziende] che non vedevo da parecchio. “Sembra un'industria difficile [in cui lavorare adesso]”, gli ho detto, “come va la vostra azienda?”
[Poi ha risposto]: “Sig. Ueki, con questa crisi finanziaria, le vendite sono calate del 30%, ma in realtà stiamo avendo dei profitti. È arrivato il nostro momento – l'impresa manufatturiera non è più quella che controlla il mercato. Sig. Ueki, non le sembra così?”
In passato il prezzo [di un prodotto] dipendeva rigorosamente dai produttori di materia prima e dagli utenti; anche aggiungendo la lavorazione, il reddito lordo [per questa azienda] era inferiore al 10% (secondo le stime, fra il 7% e il 10%).
Ecco perché, ha spiegato, sia il presidente che gli impiegati non guadagnavano molto, malgrado lavorassero dalla mattina alla sera, e perché l'azienda poteva a malapena mantenersi operativa.
[Tuttavia] nella prima metà dell'anno scorso, improvvisamente i prezzi del petrolio greggio, del ferro, dell'acciaio e delle altre materie prime sono aumentati vertiginosamente, a seguito della crisi economica.
Gli utenti [hanno cominciato] a chiedere una riduzione dei prezzi, [ha detto, e la sua azienda] sta soddisfacendo le loro esigenze fino a un certo punto.
Stanno realizzando profitti malgrado la riduzione dei prezzi? Ciò è un mistero.
Il segreto sta nei produttori di materia prima e nella loro struttura gestionale.
In Giappone, i produttori locali di materie prime sono riluttanti a bloccare le linee di produzione a causa degli enormi costi necessari per rimetterle in funzione.
Per quanto riguarda le vendite, a causa dell'aumento del tasso di cambio dello Yen, non è neppure possibile considerare la possibilità di spedire [prodotti] all'estero, così [i produttori di materie prime] sperano di vendere sul territorio nazionale, anche se ciò comporta una riduzione dei prezzi.
In altre parole, le aziende che hanno il potere di vendita possono fissare un prezzo speciale.
Più la recessione peggiora più frequentemente viene applicata la riduzione dei prezzi.
E come conseguenza del fatto di essere riusciti ad avere il controllo sia del prezzo di vendita al cliente che del prezzo d'acquisto dai fornitori, il reddito lordo [per le aziende nell'industria di trasformazione] è cresciuto di oltre il 10%, fino al 40%.
Dall'anno scorso, dopo il rialzo improvviso dei prezzi, è diventato possibile per tale aziende negoziare il prezzo.
Si sono resi conto che anche con le drastiche riduzioni delle vendite, il profitto aumenta (e raggiunge nuovi record tra i profitti più alti).
Cambiando prospettiva, questa crisi che si dice accada soltanto ogni centinaio d'anni, può essere invece vista come un'occasione che arriva soltanto una volta ogni cent'anni. Ciò può valere per tutte le industrie, incluse quelle in situazioni precarie.
Tuttavia, come mostra questo caso, ciò non viene dal nulla. È la ricompensa per un lungo periodo di costanti sforzi.
Foto di id:maxmana
Secondo alcune testate minori [giap], ci sono dei settori imprenditoriali e certe aziende in particolare il cui bilancio è positivo da quando il Giappone è entrato in recessione e la minaccia di un ritorno ai tempi della bolla ha reso i consumatori più prudenti. L'industria del fast food [giap] e i rivenditori di prodotti non di marca, di qualità media sembrano essere molto popolari in tutte le generazioni di consumatori. Lo stesso si può dire per i fornitori di servizi e-commerce [giap], poichè comprando on-line si dice che la gente non abbia la sensazione di spendere davvero soldi.
id:Warabidani commenta [giap] un articolo [giap] pubblicato sull'aggregatore di notizie Netallica, che cita la classifica di Forbes dei 40 giapponesi più ricchi. Le prime due posizioni sono occupate dal presidente dell'azienda di abbigliamento Uniqlo [giap] e dal Presidente onorario della società pachinko Sankyo [giap].
Il presidente [dell'azienda di abbigliamento Uniqlo] sig. Yanai, che lo scorso anno era al sesto posto (4,7 miliardi di dollari, circa 440 miliardi di Yen) è passato in in testa [alla classifica] [in] con un aumento improvviso di 1,4 miliardi di dollari (circa 130 miliardi di Yen) della sua fortuna personale. Sarà anche il presidente, ma neppure lo stipendio di un dirigente può arrivare a 130 miliardi di Yen. L'aumento sembra dovuto all'aumento del prezzo [delle azioni] deciso dagli azionisti [giap].
Anche l'industria del pachinko [it] è in buona salute. Il pachinko sembra resistere assai bene alla recessione, no?
Mr. Yamauchi, consigliere d'amministrazione della Nintendo[giap] è sceso al terzo posto. “Cosa è successo alla Nintendo?”
Nulla di male, stanno ancora facendo un sacco di soldi.
È possibile che tutte queste aziende, che stanno davvero facendo soldi malgrado la crisi, abbiano qualcosa in comune? Per rispondere a questa domanda, Kòsuke Ideguchi (出口康介) ha tracciato il profilo [giap] delle aziende emergenti, basando l'analisi sui suoi dieci anni d'esperienza.
Tenendo conto delle caratteristiche delle aziende [che stanno conseguendo ottimi risultati], possiamo osservare alcune caratteristiche comuni.
1) Sono in grado di interpretare le tendenze dei tempi (hanno una [strategia] di marketing per il periodo di recessione).
2) Sono proattive verso nuovi business [opportunità] connessi all'occupazione principale.
3) La loro forza sta nella capacità di eccellere in ogni settore del loro business.
4) Sono capaci di usare i propri punti di forza quando intraprendono nuove attività.
5) Il presidente ha determinazione ed è una persona d'azione e si è mosso assai rapidamente.
6) Adottano il metodo usato dalle aziende che vanno bene, al di là del tipo di industria [di cui fa parte l'azienda] (sono onesti e studiosi).
7) Rivedono regolarmente la strategia manageriale e la cambiano di conseguenza, con flessibilità.
8) Anche quando vantano buoni profitti, proseguono gli affari tenendo presente che una crisi può sempre accadere.
9) Usano il denaro a favore degli impiegati (addestramento del personale).
10) I quadri sono giovani e c'è un capo energico che funge da forza motrice per l'azienda (stimolando il talento).