Nonostante ad agosto il governo sia cambiato, la situazione della libertà di parola in Cambogia resta debole.
Dopo essere rimasto in carica per circa quarant'anni, il primo ministro Hun Sen si è dimesso lasciando il posto al figlio Hun Manet, che ha dichiarato di voler dare priorità alla pace ed alla stabilità del Paese.
La credibilità delle elezioni è dubbia, perché le autorità hanno annullato [it] la registrazione del principale partito di opposizione sulla base di semplici requisiti tecnici. Prima delle elezioni di luglio si sono anche intensificati gli attacchi contro i media indipendenti, gli attivisti di opposizione ed i difensori dei diritti umani.
Il declino della libertà dei media e della libertà di espressione in generale sono stati riportati nell'ultimo rapporto del Cambodian Center for Human Rights (CCHR), che ha evidenziato come [en, come i link seguenti, se non diversamente indicato] il Governo “prosegua nella sua preoccupante tendenza a tenere troppo sotto controllo la libertà di parola e silenziare le voci critiche, una repressione esacerbata con l'imminenza delle elezioni generali del luglio 2023.” È stato verificato come le autorità abbiano avviato azioni legali contro 16 giornalisti e 100 difensori dei diritti umani. Ha inoltre documentato la revoca della licenza [it] a quattro outlet media indipendenti, tra cui l'affiliato di Global Voice, Voice of Democracy.
Il rapporto evidenzia come la repressione della libertà di parola abbia portato ad autocensura:
As a consequence of the intimidation, threats and criminal sanctions that journalists must contend with merely for doing their jobs, many media professionals self-censor and avoid publishing information that could anger the ruling elite
Sensitive topics that interviewees said journalists might refuse to cover for fear of repercussions include corruption, land issues, protests, and politics in general.
Come conseguenza delle intimidazioni, minacce e sanzioni criminali che i giornalisti devono aspettarsi facendo semplicemente il loro lavoro, molti professionisti dei media si autocensurano ed evitano di pubblicare informazioni che potrebbero far irritare l'élite al governo.
Gli argomenti sensibili che, secondo gli intervistati, i giornalisti potrebbero rifiutarsi di coprire per paura di ripercussioni, comprendono corruzione, questioni territoriali, proteste e la politica in genere.
Una dichiarazione congiunta emessa dai gruppi locali di società civile per la Giornata Internazionale per porre fine all'Impunità per i Crimini contro la Stampa, il 2 novembre, ha evidenziato le gravi conseguenze delle minacce alla sicurezza ed ai diritti dei giornalisti.
Targeting journalists – particularly those who are reporting on human rights topics – undermines freedoms of expression and the press, which threatens the public’s access to information. It also makes it harder to hold those in power accountable for their wrongdoing. When authorities fail to investigate and punish perpetrators of crimes against journalists, it sends the message that such offences are permissible.
Prendere di mira i i giornalisti – in particolare quelli che raccontano questioni relative ai diritti umani – mina la libertà di espressione e la stampa, minacciando l'accesso pubblico all'informazione. Rende inoltre difficile ritenere le forze al potere responsabili dei loro misfatti. Quando le autorità non indagano e non puniscono i colpevoli dei crimini contro i giornalisti, trasmettono il messaggio che questo tipo di offese sia ammissibile.
Una delle raccomandazioni del rapporto del CCHR è permettere ai media indipendenti di operare liberamente senza temere accuse.
Encourage media pluralism and diversity by permitting independent media outlets to investigate and report on all issues of public importance without fear of repercussions from the government, to create an open media landscape where divergent opinions and ideas can circulate freely and be accessible to the public.
Incoraggiare il pluralismo mediatico e la diversità permettendo ai media indipendenti di indagare e relazionare su tutte le questioni di pubblica importanza senza paura di ripercussioni da parte del governo, per creare un paesaggio informativo aperto dove le diverse idee ed opinioni possano circolare liberamente ed essere pubblicamente accessibili.
Oltre a minare la libertà dei media, il governo viene anche accusato di far tacere i difensori dei diritti umani.
Durante la pubblicazione del rapporto del CCHR a novembre, l'attivista territoriale Phav Nheung ha raccontato come sia stata ingiustamente imprigionata [km] per aver semplicemente dimostrato sostegno ai contadini sfrattati dalle loro terre.
I expressed myself to inform the government in order to have a land solution [for the dispute], but I was charged with defamation and sentenced to 99 days. I will be happy if the human rights laws and treaties are practiced with their principles, so maybe I would not have been imprisoned.
Mi sono esposta per informare il governo affinché si arrivi ad una soluzione [per la disputa territoriale], ma sono stata accusata di diffamazione e condannata a 99 giorni di detenzione. Sarò felice se verranno messi in atto le leggi ed i trattati per i diritti umani; forse non sarei stata imprigionata.
Dopo la salita al potere di Hun Manet molti esperti e gruppi di diritti hanno lamentato l'erosione delo spazio civico e dei diritti democratici nel Paese. Vitit Muntarbhorn, Relatore speciale dell'ONU per i diritti umani in Cambogia, ha detto che “la successione ereditaria al potere ha fatto sorgere diversi dubbi in merito al rispetto dei diritti umani, dei principi della democrazia ed alle normative di legge internazionali.”
In una dichiarazione presentata al Concilio ONU per i diritti umani a settembre, i gruppi della società civile hanno criticato le dure politiche del governo:
The government has continued a policy of systematic and relentless persecution of human rights defenders, environmental and land rights defenders, trade unionists, political opposition, and independent media and media workers through judicial harassment including mass trials and legal action.
Il governo porta avanti la politica di persecuzione sistematica ed ininterrotta dei difensori dei diritti umani, ambientali e territoriali, dei sindacalisti, degli oppositori politici, dei media indipendenti e degli operatori dell'informazione mediante un bullismo giudiziario che comprende processi di massa ed azioni legali.
Ad ottobre il network per i diritti umani CIVICUS ha pubblicato il proprio rapporto di controllo, che sottolinea “che non ci sono stati progressi tangibili nel soddisfare i parametri di riferimento relativi allo spazio civico.”
Un recente esempio della risposta sproporzionata alle critiche è la condanna di un utente Facebook con l'accusa di diffamazione, incitamento ed insulto al re per aver criticato il partito al potere. In un'intervista con Radio Free Asia, Kang Saran ha reagito al deferimento in tribunale.
Why can’t people express their opinions? Why do you always use arrests and charges like this, even though I have no political affiliation at all?
Perché non si possono esprimere le proprie opinioni? Perché usate sempre arresti e denunce come queste, anche se non sono assolutamente politicizzato?
Il leader dell'opposizione in esilio, Sam Rainsy, ha scritto che non ci si possono attendere variazioni sostanziali [km] dal governo di Hun Manet:
It is useless to look for signs of positive change under a “new regime” when a transfer of power has not in fact taken place. That day will come, as there is no evidence that Hun Manet is capable of governing without his father as back seat driver. When it does, Cambodians will be desperate to take the first opportunity to achieve a transition to democratic rule.
È inutile cercare segni di cambiamenti positivi sotto il “nuovo regime” quando in sostanza non è avvenuto nessun trasferimento di potere. Verrà il giorno, perché non ci sono prove che Hun Manet sia in grado di governare senza suo padre come copilota. Quando sarà il momento, i cambogiani non vedranno l'ora di cogliere la prima occasione per ottenere la transizione ad un governo democratico.
Raggiungendo il traguardo dei primi 100 giorni al governo, Hun Manet a dichiarato che l'etichetta di “autoritario” non lo distrarrà dallo scopo prefissato di mantenere pace e stabilità nel Paese.
I won’t let people accuse the new government of being incapable of maintaining peace for the people, especially because that peace was difficult to attain with great devotion by our nation.
Non permetterò a nessuno di accusare il nuovo governo di incapacità nel mantenere la pace per il popolo, soprattutto perché è stato difficile ottenere la pace, con grande devozione da parte della nostra nazione.