“Ebola Russa”—un progetto civile prende nota dei Russi morti sotto custodia della polizia

A Russian journalist's website is tracking deaths in police custody to raise awareness of the issue. Images mixed by Tetyana Lokot.

Il sito web di un giornalista russo traccia le morti di persone in stato d'arresto per diffondere la consapevolezza della situazione. Immagini inserite da Tetjana Lokot.

Nel corso del 2015, in Russia 197 persone sono morte mentre erano in stato d'arresto. Spesso le morti si sono verificate in circostanze misteriose e molti detenuti sono morti prima di essere condannati o prima  di arrivare al processo. Le informazioni su ognuno dei 197 casi sono state rese pubbliche e disponibili online grazie ad un progetto di giornalismo civile chiamato “Ebola russa”.

Ebola russa” è la creazione della giornalista Maria Berezina, pensato per monitorare i casi di morti in stazioni di polizia, strutture per la custodia preventiva ed altri luoghi simili come le celle per gli ubriachi. Le statistiche del progetto non includono i prigionieri che erano già stati condannati ad un periodo di detenzione in seguito ad un verdetto emesso dalla corte, ma registra soltanto le morti di coloro che erano detenuti o in detenzione amministrativa.

Berezina, che aveva precedentemente lavorato all'Agenzia per il giornalismo investigativo di San Pietroburgo e all'agenzia di stampa russa ITAR-TASS, ha inaugurato il sito web nel marzo del 2015. Mentre lavorava al blog di Oleg Kashin, un giornalista russo di opposizione, notò che regolarmente venivano annunciate delle morti e decise di recuperare i dati governativi liberamente consultabili presso il Ministero degli Affari Interni riguardo al numero dei morti in stato d'arresto. I dati erano scioccanti: ogni mese, dalle 9 alle 29 persone morivano nelle stazioni di polizia in ogni parte della Russia; soltanto una minoranza dei casi erano seguiti da indagini e in pochissimi veniva trovato il colpevole.

Berezina parlò a Kashin della sua scoperta e di lì a breve questi scrisse un articolo sugli incidenti e sulla situazione preoccupante, intitolato “Ebola russa”.

Если новости каждый день приносят внезапную смерть в полицейском участке, то речь действительно идет о какой-то странной эпидемии, нуждающейся в точном выяснении ее причин, локализации и эффективной борьбы с нею. Это менее интересно, чем Донбасс, это не вызовет бурных обсуждений в социальных сетях, да и скучно читать заунывно повторяющиеся одинаковые истории — «Умер, умер, умер». Но вы уверены, что умирать всегда будет кто-то другой, не вы? Я по поводу себя совсем не уверен, и я боюсь этой эпидемии, и хочу, чтобы все ее боялись, потому что она страшная, и ее нужно остановить.

Se ogni giorno le notizie riportano casi di morte improvvisa in stazioni di polizia, allora si tratta davvero di una strana epidemia, la cui causa dev'essere individuata al più presto. Bisogna localizzarla e combatterla in modo efficace. Queste notizie sono meno interessanti di Donbass, non scateneranno discussioni sui social network ed è certamente noioso leggere sempre le stesse storie ripetitive che scrivono “morto, morto, morto”. Ma siete sicuri che sarà sempre qualcun altro a morire, e non voi? Io non sono poi così certo di essere al sicuro e ho paura di questa epidemia, e voglio che tutti la temano perché è terribile e dev'essere fermata.

Per rendere ancora più visibili i dati già disponibili online, Berezina ha creato un sito web a parte, prendendo in prestito il nome dall'articolo di Kashvin. Benché abbia iniziato a lavorarci a marzo del 2015, ha cercato negli archivi del Ministero degli Affari Interni notizie di morti che risalgono anche al settembre 2014.

Subito dopo la creazione del sito, Berezina descrisse la sua routine di reporter in un'intervista per il sito web russo “Spektr”.

Maria Berezina, la giornalista dietro “Russian Ebola.” Foto da Facebook.

Искать такие сообщения не сложно. Я просто ищу в «Яндекс.Новостях», вбиваю запросы типа «Полиция. Умер». Времени это занимает немного. Три раза в день я мониторю интернет, это недолго. Запостить саму новость тоже — минуты две.

Non è difficile cercare questi comunicati. Vado semplicemente su “Yandex.News” e scrivo qualcosa come “Polizia. Morto”. Non ci metto molto, e controllo tre volte al giorno. Anche per postare le notizie, ci metto due minuti.

Oltre alle notizie quotidiane e ai riepiloghi statistici mensili, occasionalmente il progetto pubblica articoli di opinione scritti da avvocati e sostenitori dei diritti umani, che affrontano i problemi di abusi da parte della polizia e dei diritti dei detenuti.

I dati per il 2015 del rapporto annuale di “Ebola russa” non sono altro che numeri e fatti, ma dipingono un quadro inquietante:

Nell'ottobre del 2015, Vladimir Tskaev, proveniente da Vladikavkaz, è stato arrestato in quanto sospettato di aggressione ad un poliziotto dell'OMON (forze speciali) e fu dichiarato morto all'ospedale il giorno dopo il suo arresto. La polizia ha dichiarato che l'uomo aveva picchiato la testa volontariamente contro il pavimento, ma i parenti di Tskaev non hanno creduto al rapporto e hanno protestato nelle strade. I poliziotti sospettati di aver picchiato Tskaev sono stati arrestati qualche tempo dopo, insieme al capo del dipartimento investigativo criminale della città, e il Ministro degli Affari Interni dell'Ossezia del Nord ha perso il posto. Questo è uno dei rari casi in cui si è sospettato di violenza da parte della polizia e i parenti del defunto riuscirono a risolvere il caso. La maggior parte delle morti sospette restano irrisolte.

In una recente intervista al Daily Dot, Berezina ha dichiarato che non sperava in alcun tipo di risposta ufficiale dalla messa in atto delle leggi russe. Dopo essere stata interrogata dal Centro per la lotta all'estremismo (un organismo statale) riguardo all'attività del suo sito web, Berezina ha riportato la sensazione che lo Stato non la prendesse sul serio.

Benché la giornalista non si aspetti nessun cambiamento tangibile o nessuna presa di responsabilità da parte della polizia, ha detto che il sito “Ebola russa” è stato creato “affinchè le persone ragionino di testa loro”. L'obiettivo di Berezina, disse, non è di mettere in cattiva luce la polizia. “Forse non sta accadendo nulla di male, ma allora perché la gente continua a morire?”

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