In cinque settimane si sono verificate altrettante stragi nelle scuole cinesi. Le vittime sono bambini della scuola primaria o dell’infanzia, mentre gli assassini sono tutte persone che hanno subito ingiustizie sociali. La radice di questi omicidi a sangue freddo è da ricercare nella società, ma ai media mainstream è stato nuovamente proibito di investigare meglio i casi.
23 marzo, Zheng Minsheng uccide 8 alunni in una scuola primaria di Nanping;
12 aprile, un uomo a Hepu uccide 8 alunni della scuola primaria;
28 aprile, un uomo a Leizhou accoltella 8 bambini della scuola primaria;
29 aprile, un uomo a Taixin accoltella 32 bambini dell’asilo;
30 aprile, un uomo a Shandong Weifang picchia 5 studenti e si suicida dandosi fuoco.
ChinaSmack ha tradotto alcune reazioni subito dopo le stragi. Sono in molti a ritenere [in] che i bambini siano divenuti le vittime di una vendetta contro l’ingiustizia sociale e criticano gli assassini per aver attaccato dei bambini invece che qualche responsabile governativo. È infatti circolata una foto, prima su Internet e poi, dopo la sua rimozione online, via e-mail, che mostrava uno striscione appeso dai genitori fuori da un asilo con la scritta: “L’ingiustizia sociale e i debiti hanno un’origine precisa, girate a destra e troverete l’edificio governativo”.
Gli episodi, che ricordano il caso di Yan Jia [in], il giovane che nel luglio 2008 uccise dei poliziotti e venne poi giustiziato nel novembre dello stesso anno, hanno delle implicazioni sociali assai profonde. Come osserva twocolds [cin]:
Nell’ultima serie di orrendi omicidi, gli assassini hanno scelto come obiettivo gli asili e le scuole primarie: è diventato di moda tra chi vuole vendicarsi contro la società uccidere degli studenti perché non incontrano resistenza, massimizzano il numero di persone uccise e accrescono il panico sociale. Si tratta del modo più efficace per vendicarsi contro la società. Diversamente da Yang Jia, la maggior parte degli assassini ha scelto come obiettivo i più deboli. La società non offre vie d’uscita e i più deboli sono diventati la loro unica valvola di sfogo.
Non c’è da meravigliarsi che il Dipartimento per la propaganda abbia rapidamente chiesto alle agenzie stampa e ai principali siti web di non pubblicare più queste notizie in prima pagina. Va ovviamente tenuto conto del cruciale ruolo giocato dalla expo di Shanghai, come ha spiegato [in] Kai Pan su china/divide. Ma il governo sta forse facendo giustizia per i bambini uccisi? Twocolds appare critico:
Nella strage all'asilo di Taizhou, le notizie sono state imbavagliate. Tutti questi bambini sono nati e morti in un brutto momento. Nell’atmosfera celebrativa, le loro morti sono diventate un elemento di disturbo. L’unica cosa che sappiamo è che sono state ferite 32 persone nella strage di Taizhou. Il governo e l’ospedale hanno sottolineato che non ci sono state vittime, ma gira voce che alcuni di loro siano morti. A chi dovrei credere? Supponiamo che il governo stia dicendo la verità, ma allora perché proibiscono ai genitori di vedere i propri figli?
Sempre su china/divide, Stan Abrams riassume alcune implicazioni di questo “atto vendicativo” [in], ad esempio la malattia mentale, la perdita di reddito e di auto-controllo. Xu Zhiyong sottolinea però come il problema non si possa risolvere semplicemente insabbiando tali episodi o rafforzando i sistemi di controllo:
Se questa serie di stragi porterà solo al rafforzamento delle tecniche di gestione sociale, perderemo l’opportunità di trasformare la società. Occorre riconoscere un significato sociale più profondo a simili episodi, e se ci rifiutiamo di ammetterlo, allora tale fenomeno si svilupperà nella direzione opposta. Possiamo analizzare il problema secondo le cinque principali caratteristiche del terrorismo: 1. Il contesto sociale degli assassini è quello di chi subisce ingiustizie sociali e non è sufficientemente tutelato dallo Stato. Tutti questi problemi vengono ingigantiti da parte di quanti soffrono di patologie psicologiche. 2. I responsabili hanno un carattere estremo. Se questi episodi continuano a ripetersi, probabilmente vuol dire che la società è davvero malata. 3. Le vittime tra i più deboli della società. Se una persona arriva a sfogare la propria rabbia contro dei bambini dell’asilo, deve “giustificarlo” con un problema davvero grave. 4. Shock: il fatto che gli episodi abbiano provocato panico nella società implica ragioni di fondo molto serie. 5. Integrazione sociale: se una società evita di affrontare episodi così gravi e perde la capacità di interpretarli e integrare la società stessa, probabilmente finisce per rafforzare quel sentimento che provoca tali tragedie. Insomma, ciò è più tragico della tragedia stessa.