Si fanno sempre più aspre in Italia le controversie sulla realizzazione della nuova linea ferroviaria Torino-Lione [it, come i link successivi], con la forte opposizione del movimento “No Tav”. Analogamente, nelle ultime settimane l'incremento delle proteste ha portato la vicenda al centro dell'attenzione istituzionale e mediatica.
Il governo italiano e l’Unione Europea sono determinati a portare avanti il progetto che considerano “strategico” in quanto il suo scopo sarebbe quello di collegare il nord Italia con l’Europa dell’est. I sindaci dei comuni della Valle e i suoi cittadini sostengono che la costruzione di un’altra linea ferroviaria sia completamente ingiustificata, dato che il traffico di merci in quella già esistente è minimo. L’opera verrebbe a costare circa 30 miliardi di euro allo Stato italiano, mentre i cittadini stringono la cinghia a causa della crisi.
La repressione del movimento da parte delle forze dell’ordine è stata particolarmente dura negli ultimi mesi. Dopo gli scontri della scorsa estate, il 27 febbraio sono ripresi i lavori, con lo sgombero della base del movimento e la recinzione di terreni privati senza regolare procedura di esproprio.
Durante una recente manifestazione contro lo sgombero, Luca Abbà, uno dei volti più noti del movimento, è rimasto gravemente ferito dopo essere caduto da un traliccio a circa 10 metri di altezza. Come conseguenza immediata, è stata chiesta la sospensione dei lavori. Nel video qui di seguito, caricato anche sulla piattaforma YouReporter.it, un’azione degli agenti di polizia, che a seguito dei blocchi dei manifestanti sull’autostrada irrompe in un locale e procede a identificare i presenti.
http://www.youtube.com/watch?v=ltFytXSsT6s
Le azioni di repressione e la rappresentazione “facinorosa” del movimento sui media nazionali vengono interpretati da molti netizen come un pretesto per delegittimare tutto il movimento. Per esempio sul blog Le Parole e le Cose, Mauro Piras scrive:
Il problema non è più prendere posizione. Pro o contro la TAV (o il TAV? la divisione passa anche per le parole, i No TAV della valle usano il maschile). E non è neanche quello dei “gruppetti di violenti” contrapposti alla “maggioranza dei manifestanti pacifici”. Questa rappresentazione è ingenua, o costruita. C’è qualcosa di più profondo, qualcosa che sfugge a noi quarantenni della classe media di, diciamo, centrosinistra
Il dibattito si è ormai esteso a tutto il Paese, passando dai centri sociali alle scuole. Anche gli studenti decidono di manifestare. Queste le ragioni spiegate sul sito Rete della conoscenza:
Crediamo che quest'operazione della polizia avesse come unico obiettivo quello di criminalizzare e screditare un movimento che aveva organizzato una grande manifestazione pacifica (…).
La battaglia No Tav, non è solo una lotta di un popolo in difesa di una valle ma è una lotta di tutti coloro che credono che il territorio sia un bene comune da difendere e non da sfruttare per interessi economici, per questo torneremo in Val Susa e saremo sempre al fianco di chi lotta contro le opere inutili.
Molto animato il dibattito anche su Twitter. Fra detrattori del movimento, @Axell scrive:
Gli studenti NO TAV dei licei che oggi hanno bloccato Porta Nuova e zone limitrofe sanno dove è la Val di Susa? #SiTav #aveterottoleballe
Invece, tra i sostenitori, ci sono @fulviomassa:
“inizia ora la passeggiata verso la baita Clarea” forza #notav! #forzaluca!
Antonio Ballestrazzi @pesce2802:
#sitav #notav spiegatemi bene,per migliorare il trasporto delle merci prosciughiamo i fiumi che servono a irrigare i campi che le producoono
ma com'è possibile che pure a un sondaggio mediaset il 70% sono #notav e in parlamento e sui giornali sono tutti #sitav? fatevi due domande
Diverse sono le ragioni per esprimere solidarietà ai manifestanti. Sul blog Uninomade , il movimento No Tav viene inquadrato all'interno del momento di crisi in Europa:
Il No Tav è un movimento dentro la crisi e contro l’austerity, i suoi temi centrali sono dichiaratamente la lotta ai tagli, al debito e sul welfare. Non contro lo sviluppo e la modernità, ma per lo sviluppo dell’autonomia della cooperazione sociale contro lo sviluppo capitalistico che tenta di imbrigliarla o distruggerla.
Questo l’invito al dialogo di Antonio Negri, che mette il relazione questo movimento con quello globale di Occupy:
Qualsiasi persona calma e tranquilla che non viva nel ricordo ossessivo degli anni ’70 come certi nostri dirigenti sembrano vivere, sa che trattare è possibile ed evitare radicalizzazioni inopportune e pericolose è utile. Ma per farlo bisogna che la politica in Italia rinasca e non può rinascere che dalla presa di parola di coloro che, resistendo, aprono a tutti la speranza di una nuova partecipazione democratica.
In tutto il territorio nazionale emergono posizioni e azioni a sostegno della Valle di Susa, fino all'iniziativa del 1 marzo, “Blocchiamo Tutto”, con blocchi alle stazioni centrali di Roma e Bologna e altri svincoli ferroviari cruciali. Intanto le manifestazioni di solidarietà si allargano al territorio europeo, anche sul versante francese interessato ai lavori della Torino-Lione.
Durante l'intero periodo di mobilitazione, si è affato avanti anche Anonymous Italia, rendendo inaccessibile prima il sito dei Carabinieri, poi siti ufficiali del governo, del Vaticano, di Trenitalia e di Equitalia. Queste alcune reazioni dei netizen al riguardo:
Baruda:
#Anonymous e #Trenitalia: niente da fare, io li amo! TANGO DOWN #OpItaly wp.me/pfk0G-2dj #notav
andrea_nicolini:
@Skytg24: #Anonymous attacca #Trenitalia.it: tra il tilt e la normale fruibilita’ del sito nessuna differenza…
Info Free Flow:
Oggi paga #equitalia. #Anonymous riscuote. Ma i conti non sono ancora saldati. pastebin.com/BSX9gNs7
Mentre la magistratura sta indagando diversi manifestanti, denunciati nel corso delle ultime proteste, la situazione generale rimane fluida e controversa. Su Twitter l'hashtag che tira di più è #notav, mentre su Vimeo I Fratelli di TAV rilanciano una serie di video con storia, eventi e dinamiche del movimento, incluso questo sul blocco dell'autostrada Torino-Bardonecchia del 29 febbraio: