Le donne dell'Aurat March si battono contro il patriarcato in Pakistan

Più di 7000 donne si sono riunite a Karachi, in Pakistan, per l'Aurat March (la marcia delle donne) l'8 marzo 2019. Immagine postata sulla pagina Facebook dell'Aurat March, utilizzata previa autorizzazione.

L'8 marzo 2019, in quattro province del Pakistan, si è tenuta una marcia delle donne, o Aurat March [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione], organizzata dal movimento Hum Aurtein (Noi Donne) in occasione della Giornata internazionale della donna.

Dalle metropoli alle zone più periferiche del Pakistan, le donne si sono mobilitate e hanno marciato per la giustizia economica, ambientale e sociale, per l'accesso delle vittime di violenza alla giustizia, per i diritti riproduttivi, per porre fine all'impunità degli abusi della polizia, per una maggiore integrazione delle persone transgender e delle donne portatrici di handicap, per i diritti delle donne appartenenti a minoranze, per l'accesso agli spazi pubblici, per la pace e contro la guerra, contro la militarizzazione della vita quotidiana e le retoriche nazionaliste. Pur essendo le donne in gran numero all'evento, alcuni uomini si sono uniti in una marcia solidale.

Una donna sta accanto a un cartellone su cui c'è scritto: “Richiedere una dote testimonia la mancanza di autostima” all'Aurat March, l'8 marzo 2019. Immagine tratta dalla pagina dell'Aurat March. Utilizzata previa autorizzazione

Il movimento Hum Aurtein è un'iniziativa comune delle donne femministe, delle persone transgender, non binarie e delle minoranze sessuali di ogni classe e religione, che ritengono le strutture patriarcali responsabili dello sfruttamento sessuale, economico e strutturale delle donne. Si tratta di un'entità apolitica, che non viene finanziata né dalle ONG né dal settore privato. Il collettivo esisteva già all'origine dell'edizione 2018 dell'Aurat March. Quest'anno, l'evento ha visto una crescita nel numero di organizzatrici e, allo stesso tempo, di partecipanti.

I social media sono stati fondamentali per ampliare il movimento. Le organizzatrici dell'Aurat March a Lahore hanno condiviso su Facebook il loro manifesto, specificando l'importanza della marcia. Dichiarano così di volere incoraggiare l'azione collettiva e il risveglio delle coscienze per opporsi alle strutture patriarcali del Pakistan che determinano uno sfruttamento sessuale, economico e strutturale delle donne. Questo è un esempio delle loro rivendicazioni:

a. We demand that the right to autonomy and decision-making over our bodies;
c. We agitate for equal access to quality reproductive and sexual health services for women, all genders and sexual minorities.

a. Reclamiamo il diritto all'autonomia e di fare le nostre scelte sui nostri corpi;
c. Ci mobilitiamo per una parità di accesso ai servizi di qualità per la salute riproduttiva e sessuale per le donne e per tutte le minoranze di genere e sessuali.

Durante la marcia, le partecipanti hanno sventolato dei cartelloni che descrivono le difficoltà a cui le donne vanno incontro ogni giorno. Alcune si opponevano direttamente al patriarcato, mentre altre sollevavano delle questioni sociali e reclamavano più diritti.

Lahore:

La marcia delle donne a Lahore. Immagine di Shaheena Kausar postata sulla pagina Aurat March Lahore. Utilizzata previa autorizzazione.

Peshawar:

“Costruiremo una visione positiva delle #Equilibrio per il meglio” Delle donne riunite per l'Aurat March a Peshawar. Immagine di Syed Talib Abbas Raza postata sulla pagina Aurat March. Utilizzata previa autorizzazione.

Gilgit Baltistan:

“Pensa come una regina. Una regina non ha paura di fallire. Il fallimento è un altro trampolino per la grandezza” Donne che partecipano all'Aurat March durante la #GiornataInternazionaleDellaDonna nel distretto di Hunza in Gilgit-Baltistan. Tramite Hunza 24/7 / Humans of Hunza e Aurat March. Utilizzata previa autorizzazione.

Baloutchistan:

L'Aurat March a Quetta. Lo striscione rosso dice: “Imbocchiamo la strada del socialismo”. Foto di Jalila Haider tramite la pagina Aurat March. Utilizzata previa autorizzazione.

Potete trovare più immagini della marcia in un video di Abdul Rahman su Youtube:

Sebbene la marcia sia stata ampiamente sostenuta dal paese, degli utenti hanno espresso la loro opposizione ad alcuni slogan della manifestazione sui social network, dove alcuni partecipanti avevano trasmesso l'evento in diretta.

Tra l'altro, gli slogan “Il tuo pene tienilo per te”, “Non siamo sacchi da boxe” e “Vogliamo i diritti, non le proposte di matrimonio” hanno raccolto reazioni forti da parte di alcuni utenti pakistani.

Anche alcuni attori provenienti dal mondo del cinema in Pakistan si sono pronunciati contro la marcia. Altri hanno postato dei commenti ripugnanti minacciando apertamente le donne e hanno anche modificato delle immagini per dirottare il significato originario dell'Aurat March.

Shaan Shahid, un rinomato attore del cinema, ha espresso il suo parere su Twitter:

Questi slogan non rappresentano la nostra cultura, i nostri valori, né il rispetto che abbiamo per le nostre donne, intendevo questo… ma a quanto pare non avete colto…

Veena Malik, un'attrice di televisione di recente sotto il fuoco delle critiche a causa del suo lavoro, ha twittato:

Chi ha organizzato e finanziato questa discutibile #auratmarch2019? È stata solo una fonte di umiliazione per le donne in Pakistan, non ne è venuto fuori niente di positivo a livello di emancipazione, etc!!!

Allo stesso modo, alcuni presentatori TV hanno criticato la marcia e chiesto al governo di prendere delle misure nei confronti delle organizzatrici. Un parlamentare del partito Muttahida Majlis-i-Amal in Sindh, Abdul Rasheed, ha persino minacciato di sporgere denuncia alla polizia contro l'Aurat March.

Le organizzatrici dell'Aurat March dal canto loro intendono sporgere denuncia all'Autorità Federale d'Investigazione dopo essere state oggetto di minacce di morte e di stupro su internet.

La giornalista Nida Kirmani si è servita di un tweet per dimostrare con questo esempio come una foto può essere modificata e falsificata:

Immagini falsificate di donne che innalzano dei cartelloni circolano sui social media. Ecco ad esempio la mia amica, Shahana Rajani. L'immagine ritoccata è quella a sinistra, l'originale a destra. Il fatto che alcuni si prestino a tali bassezze per screditare l'#AuratMarch2019 la dice lunga sulla loro mentalità.

Il poster originale a destra dice: “Hai imparato a riscaldarti la cena?” mentre l'immagine ritoccata a sinistra dice “Inserire con amore” – accompagnata da un disegno di un pene.

Malgrado questi contraccolpi, molte persone hanno apprezzato l'Aurat March e l'hanno sostenuto su Twitter:

È stato stimolante vedere gli sforzi instancabili che le femministe hanno concentrato nell'organizzazione dell'#AuratMarch2019 & #AuratAzadiMarch in diverse città. La crescita del movimento delle donne è ad oggi una delle ragioni che fanno sperare di più in Pakistan. Raggiungeteci a Islamabad alle 15, davanti al Press Club.

Thread: i cartelloni più incredibili dell'#AuratMarch2019 che ho visto comparire sulla mia bacheca.

[Traduzione: Oggi, madri e sorelle sono unite per sempre]

Mi è bastata la protesta contro l'#AuratMarch2019 a farmi marciare. Ovviamente il femminismo viene frainteso completamente, e la rabbia e la frustrazione delle donne per tutto ciò che subiscono è ancora inaccettabile #SonoUnaMarciante

Il giorno dopo l'Aurat March, un gruppo di uomini ha pubblicato un nuovo post annunciando lo svolgimento di una Mard March (marcia degli uomini) a Karachi il 23 marzo. Molti uomini hanno così scritto e mostrato dei manifesti sui social network in risposta all'Aurat March. Ma la loro iniziativa non ha riscosso il consenso:

Ogni azione determina una forte reazione (Einstein adattato)

L'Aurat March si è rivelata una dimostrazione di forza e di unione per quelle donne che non siamo soliti vedere nello spazio pubblico e le cui opinioni e richieste sono quasi sempre ignorate. La marcia sarà anche riuscita a sensibilizzare la popolazione su alcuni argomenti ed è di buon auspicio per le organizzatrici, per le quali questa edizione è stata solo una prima tappa della lunga strada volta a far ascoltare le voci delle donne.

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