La città di Istanbul si stava godendo un concerto dei Metallica, quando la festa è stata interrotta dalla notizia di un'esplosione nel quartiere di Güngören. Almeno 17 i morti, oltre 150 i feriti. La blogosfera ha reagito lentamente, e tra speculazioni sui responsabili e proteste contro il terrorismo, almeno una cosa è chiara: questa non è la prima volta, e di certo non sarà l'ultima.
L'esplosione
Metroblogging Istanbul nel seguente intervento sembra riassumere il sentimento maggiormente diffuso fra i blogger turchi:
La scorsa notte sono esplosi due ordigni nell'area di Güngören, uccidendo 17 persone e ferendone altre 154. Due bombe alla ciclotrimetilentrinitroammina [it] sono esplose con un intervallo di quindici minuti; la prima esplosione, più contenuta, serviva evidentemente a radunare i passanti che volevano soccorrere eventuali feriti, mentre la seconda, più devastante, ha trasformato il quartiere in una zona di guerra. In casi simili, il primo gruppo cui si pensa in Turchia è il PKK [Partîya Karkerén Kurdîstan, Partito Curdo dei Lavoratori(it)] ma non si può escludere un coinvolgimento di Al Qaeda, responsabile del recente attentato all'ambasciata americana. Purtroppo non si tratta né del primo, né dell'ultimo attacco terroristico a Istanbul: finché le condizioni di sicurezza non miglioreranno, resteremo tutti facili bersagli di simili attentati.
Erkan's Field Diary aggiunge questa considerazione:
Dapprima ho pensato che si trattasse di un'altra esplosione con pochi danni. Poi sono arrivati gli aggiornamenti, l'ineluttabilità di questa barbarie. Quando andavo al liceo, mio zio aveva un negozio proprio vicino al luogo dell'esplosione. Ci avevo anche lavorato un'estate, per cui conosco la zona. È davvero assurdo. Il primo sospettato è sempre il PKK.
Sul web circolano parecchi video sull'esplosione e le varie ricadute. Carpetblogger (un turco emigrato) parla della natura degli attentati, e in particolare di come questi vengano percepiti dall'opinione pubblica turca.
La maggior parte degli attentati di questo tipo in Turchia viene attribuita – a torto o ragione – al PKK. Se leggete la notizia di un attentato a Istanbul di viene accusato il PKK, potete stare certi di un paio di cose:
- Si è verificato in un quartiere turco periferico e poco noto. Quello della scorsa notte è avvenuto a Güngören, e ancora non abbiamo capito bene dove si trovi. In base a quanto riportato dai media, non sembra un gran quartiere nè di ispirazione religiosa – nessuna delle vittime portava il turbante, e alcune indossavano delle canottiere. Di fatto, il quartiere sembra proprio uno dei tanti di Istanbul, pieno di negozietti e palazzoni di cemento costruiti alla bell'e meglio, affollato come ogni calda sera d'estate.
- Probabilmente non voleva colpire gli stranieri. Non so perchè il PKK eviti i bersagli di alto profilo come Piazza Taksim, o Istiklal Caddesi, dove oltre ai turchi girano moltissimi stranieri, ma di fatto luoghi simili non sono mai oggetto di attentati.
Lo scaricabarile
Ogni volta che avviene un attentato in Turchia, dunque, la colpa ricade sul PKK. Tuttavia, come sottolinea il blogger curdo Rasti, il PKK (e gruppi correlati) hanno respinto le accuse. In un post sullo stesso argomento, Mideast Youth si lamenta della facilità con cui si incolpano i Curdi e delle conseguenze di questa tendenza sul loro movimento per i diritti umani.
Mentre ascoltavo il notiziario che, interrogandosi sui responsabili, ricordava i passati attentati del PKK, la prima cosa cui ho pensato è stata la nostra campagna per i diritti dei Curdi, che in molti accusano essere filoterrorista. Si tratta di un'accusa falsa, che presuppone che tutti i curdi siano terroristi. Va notato come molti curdi pacifisti siano stati ingiuriati come “traditori” della causa e rimangano vittime degli stessi attentati. Il terrorismo non può delegittimare la battaglia per i diritti umani dei curdi; non dovrebbero punirci collettivamente, perchè la stragrande maggioranza è innocente e rifiuta simili attentati violenti.
NO al terrorismo
(Foto concessa dalla Redattrice Regionale per l'Europa Centrale ed Orientale, Veronica Khokhlova)
Il 29 luglio si è tenuto a Güngören un corteo contro l'attentato. Oltre a pubblicare foto e video della manifestazione, Neeka's Backlog osserva:
Non serve un esperto di politica turca per decifrare l'energia che traspare dalla manifestazione di oggi a Güngören. Una folla variegata, per nulla aggressiva, eppure appassionata, determinata, che interagiva con le persone affacciate alle finestre e ferma sui marciapiedi: una vera e propria azione di quartiere, molto più affine alla nostra maidan del 2004 [termine ucraino che indica la piazza, e per estensione i movimenti di piazza; qui, il blogger si riferisce alla cosiddetta “rivoluzione arancione” ucraina NdT] di tutte le altre manifestazioni che ho visto a Mosca. In Russia, però, si portano mazzi di fiori sul luogo della tragedia, mentre qui si sono visti solo alcuni fiori attaccati alle bandiere.
Nonostante le speculazioni e le proteste, il sentimento turco non sembra cambiato dopo i recenti attentati, come dichiara Erkan's Field Diar:
Non credo che la società si abbandonerà al panico o alla violenza generalizzata. I turchi si sono abituati a questa roba, ormai. La vita continua…