I Caraibi devono lavorare sulla loro omofobia, ma non hanno bisogno di una lezione

Uno screenshot del cricketer delle Indie Occidentali Shannon Gabriel, tratto dal video di YouTube intitolato “Gabriel enters WINDIES record books: best figures EVER on Windies Soil | Windies Finest”, pubblicato by Windies Cricket.

L'incontro di Test cricket [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] del Wisden Trophy Test Series è giunto al termine: le Indie Occidentali hanno battuto l'Inghilterra in due delle tre partite aggiudicandosi la vittoria. Tuttavia i riflettori sulle due squadre si sono ulteriormente accesi a causa di uno scambio verbale tra il lanciatore delle Indie Occidentali Shannon Gabriel e il capitano inglese Joe Root. Alcune testate giornalistiche affermano che Gabriel abbia usato un insulto di natura omofoba, cosa che il giocatore nega con veemenza.

I demeriti che conseguono un “abuso personale di un giocatore […] durante una partita internazionale”, e l'accettazione della sanzione da parte di Gabriel, comportano una squalifica per quattro partite sulle cinque previste durante gli ODI (one-day international) che cominciano il 20 febbraio. L'International Cricket Council (ICC) ha anche trattenuto il 75 per cento della quota di partecipazione di Gabriel.

Gabriel si è poi scusato e ha spiegato l'accaduto:

The pressure was on and England’s captain Joe Root was looking at me intensely as I prepared to bowl, which may have been the usual psychological strategy with which all Test cricketers are familiar.

I recognise now that I was attempting to break through my own tension when I said to Joe Root: ‘Why are you smiling at me? Do you like boys?’

La pressione era alta e il capitano dell'Inghilterra Joe Root mi fissava intensamente mentre mi preparavo a lanciare, il che potrebbe essere stata la solita strategia psicologica con cui tutti i giocatori di Test cricket hanno familiarità.

Ora riconosco che stavo cercando di rompere la mia stessa tensione quando ho detto a Joe Root: “Perché mi sorridi? Ti piacciono i ragazzi?”

La replica di Root?

Non usarlo come un insulto. Non c'è niente di sbagliato nell'essere gay”.

Joe Root risponde alle frecciate del lanciatore del Windies Shannon Gabriel.

Storia completa: https://t.co/nRfSmWU5q6 pic.twitter.com/ghoDyGxUOi

- Sky Sports Cricket (@SkyCricket) 12 febbraio 2019

La vicenda ha visto così Root emergere in qualità di inaspettata icona gay e campione morale mentre Gabriel viene definito un ignorante nel migliore dei casi, sebbene la sua immediata risposta a Root fosse stata, “Non ho problemi al riguardo, ma dovresti smetterla di sorridermi”. Gabriel ha detto che né lui né Root “si sarebbero mai aspettati che [la questione] degenerasse a tal punto”.

L'incidente sta sollevando discussioni sulla questione più grande dell'approccio dei Caraibi alla comunità LGBTQIA+.

Il giornalista sportivo Lasana Liburd, che, come Gabriel, è trinidadiano, ha notato che pur non avendo dubbi sull'indovinare quale dei due giocatori “è stato deriso come ritardato (aggiungere un altro stereotipo), i fan regionali di cricket devono resistere all'impulso di rendere Gabriel […] il martire di una cospirazione globale”.

L'accettazione della comunità LGBTQIA+ nelle nazioni caraibiche è stata piuttosto travagliata e lenta a venire. Molti territori regionali hanno ancora leggi sulla “sodomia” che criminalizzano il sesso anale. A St. Lucia, dove si è giocata la partita in questione, queste leggi definiscono specificatamente la “sodomia” come “rapporto sessuale per ano da parte di una persona di sesso maschile con un'altra persona di sesso maschile”.

Solo nell'aprile 2018 Trinidad e Tobago ha fatto un passo storico verso l'uguaglianza, quando il giudice Devindra Rampersad ha stabilito, nel caso Jason Jones contro il Procuratore generale di Trinidad e Tobago, che alcune sezioni del Sexual Offences Act Capitolo 11:28 del Paese che criminalizza il sesso anale tra adulti consenzienti sono incostituzionali.

Nel suo post, Liburd ha fornito diversi esempi dell'atteggiamento pervasivo verso le persone LGBTQIA+ nei Caraibi, fortemente religiosi, consigliando:

Be open minded. We get smarter and more aware of our misperceptions as we age. If not, we are doing it wrong.

My pity is not for the LGBTQI community; but for those who view them through their own ignorance. I pray they critically challenge those biases one day.

Siate di mente aperta. Diventiamo più intelligenti e più consapevoli delle nostre percezioni errate man mano che invecchiamo. Se così non fosse, staremmo sbagliando qualcosa.

La mia pietà non è per la comunità LGBTQI; ma per coloro che li vedono attraverso la propria ignoranza. Prego che un giorno riescano a sfidare criticamente quei pregiudizi.

Ha poi continuato:

To Gabriel’s credit, he […] accepted he was wrong. That is a solid first step. Trinidad and Tobago, collectively, cannot afford to give mixed messages to our young men and women on issues like this.

A Gabriel va il merito di aver […] accettato di aver sbagliato. Questo è un primo passo solido. Trinidad e Tobago, collettivamente, non può permettersi di dare messaggi contrastanti ai nostri giovani uomini e donne su questioni come questa.

Su Twitter il fan di cricket internazionale Abraham Jos ha aggiunto:

@windiescricket #bowler #ShannonGabriel giustamente punito da @ICC per i suoi commenti omofobi contro @englandcricket #batsman #JoeRoot.

In attesa di simili misure di punizione da #ICC per uguale violazione di condotta da giocatori non neri, non mulatti!!!#lgbt #gay #sexuality pic.twitter.com/6ZbhNTyv3q

- Abraham Jos (@AbrahamJos73) 14 febbraio 2019

Liburd ha infine sottolineato il doppio standard, ricordando un episodio di anni fa in cui “il top pacer australiano Glenn McGrath decise di passare più tempo possibile a mettere in discussione la sessualità del leggendario battitore delle Indie Occidentali e Trinidad e Tobago Brian Lara”:

The Caribbean does not need lessons in morality from the likes of the ICC or the British media. But that does not absolve us from the responsibility to do the right things for ourselves.

I Caraibi non hanno bisogno di lezioni di moralità da gente come l'ICC o i media britannici. Ma questo non ci esime dalla responsabilità di fare la cosa giusta per noi stessi.

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