Sri Lanka: esperto agronomo licenziato per i suoi dubbi sul divieto di usare fertilizzanti

Food grains in Negombo, Sri Lanka. Image via Flickr by Mike. CC BY-NC 2.0.

Sacchi di cereali a Negombo, Sri Lanka. Immagine pubblicata su Flickr da Mike. CC BY-NC 2.0.

Lo Sri Lanka sta affrontando una crisi alimentare [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione]. Nel 2021 la rupia, moneta del Paese, è recessa contro il dollaro del 7,5%, causando un'inflazione dei prodotti alimentari pari al 10%. Il 20 agosto 2021, il Presidente dello Sri Lanka Gotabaya Rajapaksa ha dichiarato lo stato di emergenza economica in modo da poter contenere l'aumento del costo dei prodotti alimentari e per evitare che si accumulassero scorte di cibo. La decisione è stata presa per tenere sotto controllo le scorte dei prodotti alimentari di base, nonché per stabilire dei prezzi abbordabili per i consumatori, calmierando di fatto l'inflazione.

Ad ogni modo, il governo ha negato l'esistenza di una crisi alimentare nel Paese, sostenendo invece che la nazione sia abbastanza fortunata tanto da resistere alla crisi alimentare globale causata dalla pandemia della COVID-19.

Alcuni esperti affermano che la scelta improvvisa dello Sri Lanka di optare per prodotti esclusivamente biologici è alla base della crisi alimentare che il Paese sta affrontando attualmente. Il 29 aprile 2021, il governo ha approvato il divieto di importazione di fertilizzanti chimici e di altri fitofarmaci. Dunque, il Presidente Rajapaksha si è ripromesso di eliminare ogni uso di fertilizzanti chimici nel Paese, rendendo di fatto lo Sri Lanka la prima nazione al mondo a introdurre questa novità.

Saman Dharmakeerthi, Professore di Fertilità del Suolo e Nutrizione delle Piante presso la Facoltà di Agronomia all'Università di Peradeniya, ha avvertito che “la coltivazione biologica non è il paradigma per una agricoltura sostenibile e per la sicurezza nell'approvigionamento alimentare”, di conseguenza questo tipo di agricoltura può causare una crisi del settore.

Il 26 ottobre 2021, il Ministero dell'Agricoltura ha reso noto di aver sollevato da ogni incarico governativo il Professore Buddhi Marambe, uno tra i migliori consulenti, dopo che questi aveva criticato la decisione del governo di intraprendere una agricoltura completamente biologica. Il Professore Marambe lavora anche presso la Facoltà di Agronomia dell'Università di Peradeniya; l'accusa contro di lui si fonda su alcuni articoli che il professore ha scritto, che sono stati citati di frequente e che criticherebbero la decisione del governo.

Nalaka Gunawardene, divulgatore scientifico dello Sri Lanka, ha opinato così su Twitter:

La scienza e la ragione continuano a perdere terreno in #SriLanka vista la decisione del governo di passare immediatamente all'agricoltura biologica. I migliori esperti del settore, tra cui  @BuddhiMarambe, sono stati licenziati questa settimana per aver parlato, durante le loro consultazioni scientifiche, della frettolosità e della poca concretezza del processo che minaccia ora l'approvvigionamento alimentare.

Quali sono le cause della crisi alimentare

La nazione insulare dello Sri Lanka deve importare grandi quantità di generi alimentari, tra cui anche quelli di prima necessità, come ad esempio la farina di grano, i cereali, lo zucchero e i legumi. Tra agosto e settembre 2021, oltre 1000 container contenenti alimenti primari sono rimasti bloccati al porto Colombo senza che le scorte potessero essere scaricate; di conseguenza, gli importatori hanno avuto delle serie difficoltà nel pagare le fatture, vista la carenza di dollari. Ciò ha causato una insufficienza di scorte alimentari che, a sua volta, ha finito con l'aumentare i prezzi dei prodotti di prima necessità. L'8 ottobre 2021, il governo ha messo fine a questo sistema di controllo dei prezzi sui beni di prima necessità, tra l'altro piuttosto discutibile, nel tentativo di bloccare il commercio del mercato nero che, di fatto, faceva alzare ulteriormente i prezzi.

Nessuna scorta di cibo su cui meditare ai tempi della crisi alimentare.

Fumetti di @RcSullan @Nikshazz e @NamalAmarasing.

Nel 2020, la pandemia aveva causato un impatto negativo sull'economia dello Sri Lanka, che è retrocessa del 3,6 percento. Nel luglio 2021, lo scambio di risorse con i Paesi esteri è calato di 2,8 miliardi di dollari, rispetto ai 7,5 miliardi del 2019. Il debito pubblico della nazione è anch'esso impennato incredibilmente nel corso dell'ultimo decennio, come indicato dalla World Bank (Banca Mondiale).

Ad ogni modo, un certo numero di abitanti pensa che il divieto di utilizzo di fertilizzanti chimici possa essere effettivamente la causa principale della crisi alimentare in atto. Un agricoltore di sussistenza ha espresso la propria preoccupazione al sito d'informazione locale Groundviews, nel maggio 2021:

If the ban on chemical fertilizer is implemented, there will be a massive reduction in agricultural output in the near term creating shortages, riots and unprecedented price rises of products and we will simply not be able to feed the population without a substantial increase in imports.

Se venisse adottato il divieto di utilizzo di fertilizzanti chimici, si verificherebbe a breve termine un'ingente riduzione della produzione agricola, il che causerebbe scorte di cibo insufficienti, sommosse e rincari senza precedenti sui generi di prima necessità. Sostanzialmente, se si importa di più, non saremo in grado di soddisfare le esigenze alimentari della popolazione.

Cambio di rotta verso un'agricoltura 100% biologica —  ma è troppo presto?

Alla luce della decisione del gabinetto, il governo dello Sri Lanka ha vietato ufficialmente, a partire dal 6 maggio 2021, l'importazione di fertilizzanti sintetici e di fitofarmaci, ivi inclusi anche gli erbicidi e i pesticidi. Di conseguenza, nei mesi successivi si è verificata una crisi dei fertilizzanti visto che ancora non era stata importata nessun'altra alternativa.

Secondo un sondaggio condotto da Verite Research, solo il 9% degli agricoltori dello Sri Lanka non utilizzano i fertilizzanti chimici, mentre il 76% di loro ha rivelato di utilizzarli regolarmente. Benché la decisione del governo di passare ad una coltivazione completamente biologica sia stata supportata da molti, l'80% degli intervistati ha dichiarato di aver bisogno di almeno un anno per prepararsi alla portata di tale cambiamento.

Alcuni reports indicano che i fertilizzanti biologici sono meno efficienti di quelli chimici, il che potrebbe intaccare la produttività, riducendo di fatto la resa fino al 25% circa. Questa situazione ha minacciato la preziosa industria del tè in Sri Lanka e si teme un crollo del raccolto.

Il Professore Gamini Herath ha scritto una nota sul Daily FT, giornale finanziario nazionale, sostenendo che “l'introduzione di una coltura 100% biologica senza un piano adeguato predisposto dagli esperti è una ricetta perfetta per il caos” e “una conversione totale all'agricoltura biologica, come prevista dal governo, è totalmente irrealistica.”

Saloni Shah, analista dell'alimentazione e dell'agricoltura, ha twittato:

Il governo dello Sri Lanka ha vietato per mesi i fertilizzanti chimici, largamente utilizzati per la coltivazione del tè e del riso. Le conseguenze invitano a fare delle riflessioni più attente a proposito dei fertilizzanti, visto che, di fatto, un passaggio completo al biologico non è fattibile.

Negli ultimi mesi, parecchi agricoltori di tutto lo Sri Lanka hanno iniziato a protestare per chiedere che si trovi una soluzione alla crisi dei fertilizzanti.

Chandrasena Maliyadde ha scritto a Groundviews:

On April 29, President announced that Sri Lanka would transform agriculture from chemical fertilizers to organic substitutes. The advice of experts and practitioners in agriculture was not sought. Conversion to organic agriculture has to be done in a systematic, scientific manner based on research and lesson learning rather than being rhetoric and emotional. The end result is the farmers have come off the field onto the highways.

Il 29 aprile, il Presidente ha annunciato che in agricoltura si sarebbero sostituiti i fertilizzanti chimici con quelli biologici. Non si è cercato, però, il consiglio degli esperti e dei dottori agronomi. La conversione ad un'agricoltura completamente biologica deve avvenire in una maniera sistematica e scientifica, basandosi sulla ricerca anziché sulla retorica e sull'emotività. Il risultato finale è che gli agricoltori hanno abbandonato i campi per occupare le autostrade.

Mentre si susseguono ancora dibattiti sulla realtà o sulla retorica del divieto sui fertilizzanti, ma anche su quale lezione si possa imparare da questa crisi, Vidura Munasinghe avverte su Groundviews:

If the state’s ban on chemical fertilizer fails; it will kill hopes for food security, healthy food, the possibility of alleviating poverty among farmers and a sustained ecosystem.

Se decade il divieto dello stato sui fertilizzanti chimici, svanirebbero le ultime speranze in termini di sicurezza alimentare e cibo salutare; allo stesso modo svanirebbe la possibilità di risanare la condizione dei contadini e di sostenere l'ecosistema.

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