I tatuaggi sono una parte integrante delle comunità indigene e tribali di tutto il mondo, compresa l'Asia Meridionale. Che sia come tecnica di abbellimento o per scappare dal “malocchio” lanciato da altre tribù, le donne indigene da sempre adornano i loro corpi con tatuaggi con motivi che ricordano la natura, la loro storia, le loro credenze spirituali.
Mentre la popolarità dei tatuaggi moderni è sempre più in crescita tra le nuove generazioni, la tradizionale cultura dei tatuaggi sta svanendo tra le popolazioni indigene e tribali. Inoltre, la loro scomparsa è minacciata dal sincretismo e acculturazione dati dal contatto con altre tribù e luoghi. Tuttavia, alcuni tatuatori come Amit Arjel [en, come i link seguenti] stanno provando a rintracciare e documentare i tatuaggi tribali indiani prima che scompaiano per sempre.
Arjel, il tatuatore di Delhi, originario del Nepal, si è dedicato alla ricerca e alla collezione di disegni di tatuaggi delle tribù indiane. Il suo scopo non è solo quello di documentare e ridisegnare i tatuaggi ormai sbiaditi delle donne tribali, ma è anche quello di pubblicare un libro sui tatuaggi tribali dell'India.
Sanjib Chaudhary di Global Voices ha incontrato Arjel durante la sua visita in Nepal. L'intervista è stata rivisitata per motivi di lunghezza e chiarezza:
Global Voices (GV): Puoi dirci qualcosa su di lei? Come ha iniziato a tatuare?
Amit Arjel (AA): In realtà, ho iniziato la mia carriera come pittore. Ho imparato a dipingere grazie a nomi importanti dell'India. Quando mio padre morì nel 2014, le cose per me cambiarono drasticamente. Tornai alla mia casa natale in Nepal per fare i riti funebri. Pensando a mia madre, decisi di fare qualcosa che mi permettesse di avere più flessibilità per visitarla e stare con lei.
Inoltre, volevo dedicare qualcosa a mio padre. Quindi, disegnai un tatuaggio per ricordarlo e andai a Delhi alla ricerca di uno studio. E lì trovai l’ Inkinn Tattoo Studio, uno degli studi di tatuatori più in voga in città. Mentre mi tatuava, il tatuatore mi chiese di unirmi a lui.
Rimuginando su varie opzioni, realizzai che unirmi allo studio mi avrebbe dato più libertà e flessibilità, e così feci. Ho imparato tutto da un artista di nome Max.
GV: Da cosa è venuta l'idea di fare e rivitalizzare tatuaggi tradizionali?
AA: Per due anni ho fatto solo tatuaggi commerciali. Tuttavia, qualcosa dentro di me mi diceva che non è quello che volevo fare davvero. Non copiavo altri artisti, cercavo sempre di fare qualcosa di originale.
Volevo vedere quali tradizioni indiane abbiamo. Così iniziai la mia ricerca sui tatuaggi tribali indiani. Cercando su internet, trovai la ricca tradizione della tribù Baiga. Fortunatamente, grazie a uno dei miei clienti entrai in contatto con Shantibai della tribù. L'andai a trovare per imparare la loro tradizione.
Poi andai in Surguja nel nord Chhattisgarh dove incontrai il popolo Bheel, uno dei gruppi etnici dell'India meridionale. Dopo di che, andai a Madhya Pradesh e visitai tutte le tribù dell'India Centrale. Successivamente, andai dal popolo Garo, una tribù etnica dell'India Nord-Orientale.
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GV: Quali sono le differenze tra i tatuaggi tribali e quelli moderni?
AA: I motivi dei tatuaggi tribali sono completamente diversi da quelli moderni. I tribali creano disegni basandosi sul loro credo. Dicono alle future generazioni di seguire e credere in questi disegni. Si fanno gli stessi tatuaggi da secoli, e seguono ancora la stessa cultura e le stesse tradizioni, le stesse fantasie e motivi.
Tuttavia, per quanto riguarda i tatuaggi moderni, i disegni si basano sulla propria immaginazione, e cambiano in base al tempo e alla persona.
GV: Ha fatto ricerche su molte tribù indiane. Può dirci di più sui loro motivi unici?
AA: Le tribù del Surguja si tatua con disegni particolari chiamati Surguja godna. Hanno un disegno chiamato ‘othi’, che rappresenta l'utero e l'energia femminile.
Un altro disegno che mi ha molto affascinato è il ‘sathi godna’ o tatuaggio dell'amicizia. Se una persona ha un amico o un'amica e vuole fargli fare un tatuaggio, deve commissionarlo e pagarlo al suo posto.
GV: Come scelgono i disegni? Come si collegano alla loro vita?
AA: Prendiamo per esempio la tribù Baiga. Prima di raggiungere la pubertà, una ragazza tra gli 8 e i 10 anni deve farsi un tatuaggio sulla fronte. I simboli diversi che usano rappresentano l'essere donna e ricordano alla ragazza che lo sta diventando. É pronta a sposarsi e dovrà prendersi cura della casa e della famiglia.
Poi, dai 15 ai 18 anni, potrà farsi un tatuaggio sulla schiena, così da poter attrarre un uomo. I vestiti delle donne Baiga sono sempre stati tessuti affinché mostrassero questo tatuaggio.
Successivamente, verranno fatti dei tatuaggi su entrambe le mani, con un anno di distanza l'uno dall'altro. Questi tatuaggi ricordano la ragazza che può essere partecipe all'interno della comunità, prendendo parte ai loro rituali e attività.
Quando la ragazza si sposerà, potrà avere tatuaggi anche sulle gambe. Significa che sarà attiva in ogni campo. E quando avrà un figlio, potrà avere un tatuaggio sul petto, che rappresenterà l'essere donna. Le donne non posso farsi tatuaggi sul petto se non possono avere figli. É un cerchio completo, da bambina a donna.
GV: Può parlarci dell'unicità di questa cultura in altre tribù?
AA: Le donne Bheel si fanno tatuaggi sul viso per proteggersi dal malocchio e per sembrare più attraenti.
La maggior parte delle donne Tharu del daò Sauraha in Nepal hanno disegni con il ‘majur’, o pavone. Siccome il pavone in passato era l'unico simbolo di bellezza nella loro tribù, volevano essere belle quanto l'animale.
GV: Quali sono i suoi piani futuri?
AA: Il mio piano consiste nel collezionare tutti disegni tribali indiani. Siccome alcuni di questi sono sbiaditi, voglio rifarli e scrivere un libro, così che le persone possano vedere questi tatuaggi nella loro forma più pura. Inoltre, voglio che i tatuatori tribali vengano riconosciuti a livello mondiale.
La conoscenza deve diffondersi perché si possa proteggere, non deve solo essere collezionata e salvata. Voglio mostrare alle persone che abbiamo una cultura molto ricca, sotto forma di scrittura.