Venezuela: reazioni alla proposta di legge sui “reati d'informazione”

Il 30 luglio scorso Luisa Ortega Díaz, Ministro della Giustizia venezuelano, ha proposto una “Legge contro i reati d'informazione” (il testo integrale è disponibile qui [sp]) che diversi blogger e giornalisti considerano una grave minaccia alla libertà d’espressione. I media sono stati spesso al centro degli scontri politici nazionali. Il presidente Hugo Chávez ha criticato duramente diverse testate, accusandole di destabilizzare il Paese e diffondere notizie false. Come conseguenza, afferma [in] Ortega Díaz, “È necessario che lo Stato venezuelano disciplini la libertà d’espressione”, sottolineando che non è intenzione del governo limitarla, bensì solo regolarla.

Photo concessa da Alé e usata sotto licenza Creative Commons

Photo concessa da Alé e usata sotto licenza Creative Commons (http://www.flickr.com/photos/alele/3779476136)

L’attuale Costituzione garantisce la libertà d’espressione, pur precisando che ci sono limiti e responsabilità da rispettare. Tuttavia questo disegno di legge aumenta il numero di reati in cui potrebbero incorrere quanti operano nel mondo dell'informazione. Il testo comprende infatti 17 articoli in base ai quali editori, giornalisti, fonti e chiunque partecipi in qualsiasi mezzo di comunicazione potrebbero subire condanne fino a 4 anni di carcere se la notizia pubblicata provoca il panico fra la popolazione o mette a repentaglio la quiete pubblica, la sicurezza o l’indipendenza dello Stato venezuelano. La stessa pena può essere comminata a coloro che manipolano le informazioni o “disturbano la salute mentale o la morale pubblica”.

È proprio il significato vago di tali termini a preoccupare blogger e giornalisti venezuelani, i quali sostengono che la libera interpretazione di queste norme potrebbe consentire al governo di colpire qualsiasi soggetto mediatico che ne criticasse l'operato. Starebbe a discrezione dell’esecutivo stabilire a quali azioni potrebbe riferirsi la nuova legge. Molti dunque non nascondono i propri timori riguardo le modalità d’attuazione e le conseguenze per il giornalismo in Venezuela.

Uno di costoro è il professore di giornalismo Moraima Guanipa, che su Twitter sostiene che il disegno di legge [sp] è “un nuovo tentativo di imporre la censura e l’auto-censura criminalizzando la professione giornalistica”.

Un paio di blogger sono fra coloro che vanno ricorrendo ai citizen media per esprimere opinioni e realizzare video al riguardo. Naky Soto è l’autrice di un video virale [sp] in cui spiega come il disegno di legge inasprisca le sanzioni contro i giornalisti; Jogreg Henríquez, autore del blog Circulemos [sp], ha realizzato un filmato dove sottolinea come “chiunque” correrebbe il rischio di finire in prigione a causa della discrezionalità del governo nell’interpretare le norme. Ecco di seguito il video spagnolo con sottotitoli in inglese [sp]:

Queste altre reazioni degli utenti venezuelani su Twitter:

Kira Kariakin @kirakar [spa]

Dicen que George Bush asesoró a Luisa Ortega Diaz (la Fiscal) en su propuesta de Ley de delitos mediáticos…

Si dice che George Bush abbia consigliato il Ministro Luisa Ortega Díaz sulla proposta di legge contro i reati d'informazione…

@lobohombreriera [spa]

Leo la ley de delitos mediáticos. A ver quien es el guapo que puede definir lo que es “salud moral”. Vaya país. #FreeMediaVe

Leggo il testo della legge sui reati d'informazione. Stiamo a vedere chi potrà spiegare il concetto di “salute morale”. Che razza di Paese! #FreeMediaVe

Analiz Suárez @anairinna [spa]:

Junto a la Ley de delítos mediáticos, deben -a su vez- crear una mega carcel, para que puedan meternos a todos :) ¿no que no?

Insieme alla legge sui reati d'informazione dovrebbero pure costruire un mega carcere dove mettere tutti noi, giusto?

@nabifer [spa]:

esto de la Ley de Delitos Mediáticos no deja dormir. Yo creo que no nos estamos percantando de la magnitud del asunto. #freemediave

Questa legge sui reati d'informazione non mi fa dormire la notte. Temo che non ci stiamo rendendo conto della gravità della questione #freemediave

Il blog Panfleto Negro, collettivo online che ha recentemente celebrato 10 anni di attività, commenta che una legge simile si ritorcerà contro le istituzioni [sp]:

Finalmente, en Venezuela se legalizará la censura, una avanzada heroíca de la derecha conservadora y fundamentalista. El único aspecto positivo consiste en la posibilidad real de hacer limpieza. Desde ya en panfletonegro esperamos que apresen al Presidente, a todo el tren ministerial y a los miembros relevantes de la Asamblea Nacional, así como también a todos los reporteros de los canales del Estado y de los medios privados, por los delitos que cometen diariamente según este proyecto de ley.

Finalmente si legalizzerà la censura in Venezuela, eroica conquista della destra conservatrice e fondamentalista. L’unica nota positiva è che si potrà realmente fare pulizia. Noi di Panfleto Negro ci auguriamo che vengano arrestati il presidente, tutti i ministri e i membri di spicco dell’Assemblea Nazionale, oltre ai giornalisti delle emittenti statali e delle testate private, per i reati che in base a questo disegno di legge commettono quotidianamente.

Annuncia il blogger Slave to the PC [sp]: “Mi dichiaro un delinquente. Signore e signori, presto sarò un delinquente. Ogni volta che criticherò le iniziative del governo su questo blog, correrò il rischio di essere processato dalla cosiddetta giustizia venezuelana”. E mette poi in guardia da un altro rischio, l’auto-censura:

La idea de criminalizar la información es un reflejo claro de que este Gobierno está en decadencia. La justificación de querer poner límites a la libertad de expresión muestra un rechazo impresionante a la democracia. El debate, la discusión y, lo mas importante, la voz de cada quien, quedan suspendidos hasta nuevo aviso. La autocensura será la solución de los entregados. La búsqueda y muestra de la realidad será la bandera de los que lucharán. Caerán algunos, de eso estoy seguro, pero no podran callarlos a todos.

L’idea di criminalizzare l’informazione è un palese sintomo del declino di questo governo. La pretesa di voler porre dei limiti alla libertà d’espressione costituisce un incredibile ripudio della democrazia. Il dibattito, la discussione e soprattutto la voce di ogni persona, restano sospesi fino a nuovo ordine. L’auto-censura sarà la soluzione per chi si arrenderà. La ricerca e la diffusione della verità saranno la bandiera di quanti faranno resistenza. Ci saranno alcune vittime, ne sono certo, ma non potranno metterci tutti a tacere.

D’altro canto Michel, un blogger filo-governativo, ricorre allo stesso argomento propugnato dal Ministro della Giustizia [sp], sostenendo che la libertà d’espressione non dovrebbe andare a discapito della sicurezza dei cittadini, e denuncia la condotta irresponsabile di alcune testate:

La fiscal general señaló que es necesario regular la actividad de los medios y brindarle una protección apropiada a los ciudadanos, quienes lucen indefensos ante el uso irracional del poder que actualmente ostentan los medios de comunicación social.

Il Ministro della Giustizia dichiara che è necessario disciplinare l’attività dei media e fornire adeguata protezione ai cittadini, indifesi di fronte all’uso irrazionale del potere di cui si fregiano i media.

Infine, il giornalista Carlos Correa, direttore della ONG Espacio Público, ricorda la posta in gioco [spa]:

Dada la importancia de la libertad de expresión en una sociedad democrática, debe el Estado garantizar y promover su ejercicio, no limitarlo mediante leyes que buscan silenciar los medios de comunicación o todo intento de expresión libre y crítica.

Data l’importanza della libertà d’espressione in una società democratica, lo Stato dovrebbe garantirne e promuoverne l’esercizio, non limitarlo tramite leggi volte a far tacere i mezzi di comunicazione o qualunque forma d’espressione libera e critica.

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