Nonostante sia noto per essere un Paese piuttosto conservativo e tradizionalista, in Armenia la notizia che la polizia avesse di mira gli emo [it] – una sottocultura spesso semplicisticamente etichettata come triste e tipica degli adolescenti – ha causato allarme e indignazione soprattutto tra i blogger e gli utenti di Facebook più aperti.
Il mese scorso, per esempio, Unzipped esprimeva preoccupazione in un post [en, come tutti i link tranne ove diversamente indicato], dove con sarcasmo faceva notare il fatto che la polizia stesse dando la caccia agli emo confiscando “armi di distrazione di massa” .
Tutto ciò ebbe inizio uno o due anni or sono, quando qualche organo di informazione armeno cominciò sistematicamente a pubblicare alcuni articoli e inchieste di tipo sensazionalistico, arrivando praticamente ad attribuire ogni brutto caso di suicidio giovanile agli emo. Inutile rilevare che nella maggior parte dei casi, per non dire in tutti, non vi era alcuna prova per far sussistere tali insinuazioni, se non appunto ipotesi completamente assurde e faziose. […]
Ma tali congetture ebbero un effetto nefasto. In fondo a nessuno importava del perché questi giovani fossero arrivati a suicidarsi. Ma grazie a ciò venne finalmente trovata una risposta molto semplice. Un nuovo “nemico della nazione” da “neutralizzare”. […]
In realtà si trattava di un attacco ben organizzato al mondo giovanile, o a chiunque per qualche motivo rivelasse un modo di essere e pensare di natura diversa, o meglio diverso da ciò che venisse comunemente percepito come “accettabile” e “normale”.
Anche Emigrant Emo, blog non armeno specializzato, ha notato le “inesattezze” di quelle inchieste giornalistiche, attribuendole tuttavia alla mentalità ristretta della società del Paese.
I giorni passano e gli emo continuano imperterriti a diffondersi in tutto il mondo. E questa volta, il modo “fuorviante” in cui si è cercato di definire la cultura underground potrebbe essere non necessariamente sbagliato dal punto di vista del nuovo carattere che gli emo hanno assunto in quei territori di recente conquista. Infatti, sebbene l’individuazione delle loro radici a opera di Siranuysh Gevirgyan sia viziata dal solito stuolo di preconcetti, può darsi che la sua definizione degli emo sia effettivamente valida per quanto riguarda l'Armenia, dove è nato e vissuto […]
E’ dunque sbagliata questa concezione degli emo? È quella che Gevoryan offre in pasto ai mezzi di comunicazione per persone oltretutto dotate di un atteggiamento relativamente comprensivo nei confronti dei giovani – e l’ultima di esse segna un notevole cambio di registro. Ma si sa, la cultura nel suo Paese natio è tutta una questione di interpretazione. […]
[…] Tuttavia, se si considera la difficile storia attraversata dal popolo armeno negli ultimi secoli e decenni, direi (e spererei) che ci sia un briciolo di profondità maggiore nello spirito di ribellione di quei ragazzi, al di là della loro moda del copia-incolla, come la descriveva Geborgyan. In un caso o nell’altro, è chiaro che stanno facendo tutto da soli, trattandosi di un fraintendimento ad opera dei singoli nei confronti dei molti [modelli stranieri].
In questi ultimi giorni comunque la notizia ha attirato anche i media internazionali. Con un pezzo – accompagnato da una foto scattata dall’editore di Global Voices per il Caucaso – Unzipped, per esempio, ha fatto sapere che persino la rivista Rolling Stone ha deciso di sollevare la questione.
Tuttavia, nonostante il numero esiguo di emo presenti in Armenia, è stato creato un gruppo Facebook chiamato United Emos of Armenia [ru] per dare loro sostegno. In uno dei suoi primi post, Unzipped ha altresì notato che alcuni blogger locali hanno lanciato una propria campagna, “Anch’io sono emo”, con quello di alkhhimik che probabilmente è stato il post più creativo in merito. Il blogger, immediatamente riconoscibile per la testa rasata, ha pubblicato una sua foto ritoccata dove appare travestito da emo.
Господин главный млица Армении решил, что ему отныне нечем заняться, посему надо начать отлавливать эмо. Вот здесь — предыстория, группа в фейсбуке. Комитет защиты эм в ярости!
Отвали от детишек, мужик!
Или и меня задержи, и с побоями увези в кутузку, ибо
Я — ЭМО!
Secondo la stampa, il capo della polizia armena ha dichiarato che gli emo sono pericolosi – sebbene sia consapevole del fatto che siano poco più che una manciata nel Paese – poiché rappresentano una “seria minaccia per il gene della razza armena”.
Per tutta risposta, e al fine di mettere in luce come chiunque sia “differente” in Armenia venga subito marchiato negativamente, alcuni utenti di Facebook hanno preso diffondere il video di una canzone del gruppo pop-punk dei KED, intitolata “Es Emo Chem” (Io non sono Emo):