Recentemente anche l'Angola è stato teatro di scontri. In marzo è stata organizzata una prima manifestazione [it] contro il governo di José Eduardo dos Santos, al potere da 32 anni, e in maggio ha avuto luogo la seconda. Il 3 settembre [en], la gioventù angolana è tornata a protestare.
Eugénio Costa Almeida, l'autore del blog Pululu [pt, come per tutti gli altri link eccetto ove diversamente indicato], ha raccontato le conseguenze di un violento intervento della polizia:
Um número (in)determinado de Agentes da Polícia Nacional, travou in extremis, a marcha que cerca de trezentos manifestantes pretendiam fazer em direcção ao Palácio Presidencial da Cidade Alta, depois de se terem manifestadado na Praça da Independência na manhã deste sábado. (…) Da resfrega resultou um morto [não confirmado] alguns feridos e vários detidos.
Durante la conferenza stampa, i giovani del Movimento Revolucionário hanno dichiarato che si trattava di una protesta pacifica e che le autorità sapevano che si sarebbero verificati scontri se fosse intervenuta la polizia. Solamente dopo l'arresto ingiustificato di uno dei manifestanti, avvenuto durante l'intervento della polizia, la manifestazione si è diretta verso il Palazzo presidenziale [pt]:
L'organizzazione per la difesa dei diritti umani Human Rights Watch ha reagito [en] ai violenti scontri del 3 settembre appellandosi al governo angolano perchè non ricorra all'”ingiustificato ricorso alla forza contro i manifestanti”.
Anche il Comitato per la protezione dei giornalisti ha condannato [en] “l'uso della violenza e dell'intimidazione da parte delle forze di sicurezza per impedire ai giornalisti di raccontare le manifestazioni contro il governo”, specificatamente l'aggressione contro uno dei giornalisti della versione locale di Voice of America, che ha lanciato un comunicato poi pubblicato sul blog Universal.
La “tragicommmedia” delle condanne
Alla luce degli ultimi avvenimenti, i circa 21 manifestanti arrestati sono stati portati di fronte alla Corte, che ne ha accusati 18 per assalto e aggressione e ha emesso una condanna da 45 giorni a 3 mesi di prigione, secondo il racconto fatto da Human Rights Watch che ha richiesto il rilascio dei manifestanti ingiustamente condannati.
Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, il procuratore ha trasmesso formalmente all'avvocato della difesa le accuse mosse ai suoi clienti solamente alla vigilia del processo, nella prima seduta avvenuta il 6 settembre.
La difesa ha già presentato ricorso contro la decisione del giudice, definita una “tragicommedia” basata su “decisioni politiche e senza alcuna base legale”.
Il blog Quintas de Debate riporta un appello delle “organizzazioni della società civile a difesa dei diritti umani e in appoggio alla presa di posizione contro l'aggressione e la detenzione dei manifestanti del 3 settembre”, le quali
constataram com preocupação o estado degradante e desumano em que se apresentaram em tribunal alguns dos detidos da manifestação de 3 de setembro, que mostravam sinais visíveis da tortura de que foram vítimas.
Nonostante questi avvenimenti sottolineino nuovamente la fragilità della libertà d'espressione in Angola, ultimamente il Paese è salito alla ribalta sia nella blogosfera che come trending topic su Twitter per un'altra ragione: l'elezione a Miss Universo dell'angolana Leila Lopes. In un articolo pubblicato sul sito Club-K la cantante Aline Frazão commenta:
Indigno-me ao ver mulheres angolanas a dizer que “estamos todas de parabéns pelo feito de Leila Lopes”, esquecendo os feitos de Ermelinda, Diana e Elsa, por exemplo, mulheres que arriscaram a sua vida para gritar pelos direitos básicos de 16 milhões de angolanos e angolanas.
Frazão si riferisce ad alcune delle leader della protesta del 3 settembre che “sono scese in piazza per difendere la ‘libertà’ e chiedere un'Angola più giusta”. Riferendosi alle celebrazioni [per l'elezione a Miss Universo], Gil Lopes del blog Universal, si chiede [pt]:
poderá ser uma manobra de diversão internacional para silenciar/esquecer a morte da liberdade e da democracia em Angola?