Recentemente, l'eccellente blog Public Domain Review [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] ha condiviso solo una piccola selezione di immagini colorizzate raffiguranti soldati giapponesi e la vita nel campo durante la Guerra russo-giapponese del 1904-1905 [it]. Gli stereogrammi [it] colorizzati offrono uno scorcio affascinante di una guerra che per molti versi è stata un precursore degli eventi del XX secolo, compresa la guerra di trincea che ha provocato un numero enorme di vittime a causa dell'inserimento di tecnologie avanzate sul campo di battaglia.
Gli stereogrammi vennero immortalati dal fotografo americano T.W. Ingersoll, che nel 1904 viaggiò a Port Arthur (ora Lyushunkou [it], un distretto di Dalian [it] nella Cina nord-orientale), teatro di una lunga e sanguinosa battaglia [it] durante la Guerra russo-giapponese. Ingersoll, che oggi è perlopiù ricordato per le sue scene di stereogrammi degli Stati Uniti alla fine del secolo scorso, è riuscito a documentare la vita quotidiana dietro le linee giapponesi in una serie di circa cento immagini.
Gli stereogrammi, gran parte dei quali tuttavia sembra esser stata messa in scena, documentano le difficili condizioni patite dai soldati costretti ad affrontare la guerra di trincea, incluso trovare e proteggere le fonti di acqua pulita, ottenere cibo a sufficienza o essere curati dopo esser stati feriti.
Le immagini di Ingersoll sono ora entrate nel pubblico dominio, senza un copyright noto, e sono ospitate online da varie istituzioni, tra cui la Boston Public Library, la Monash University e la Skillman Library al Lafayette College. La collezione Lafayette è particolarmente interessante perché le immagini sono accompagnate da didascalie esplicative che sembrano esser state scritte dallo stesso Ingersoll.
[…] L'inutile assalto alla fortezza, che durò dal 9 agosto al 26 agosto, costò 25.000 uomini. I trasporti si mantennero occupati per portare nuove truppe a Dalny.(fonte)
[…] Agli uomini non era permesso lasciare le trincee per nessun motivo. Qui dovevano guardare e aspettare, mangiare, dormire e bere. La sporcizia era disgustosa, il freddo intenso, e una granata russa esplosiva avrebbe potuto mutilarli od ucciderli in qualsiasi momento, mentre mostrare una testa sopra il muro di protezione della trincea significava morte certa, a soli cinquanta o cento metri dal muso di una pistola di un tiratore scelto russo. (fonte)
[…] Il 25 maggio Dalny fu occupato e divenne la base dell'esercito occupante. I mercanti della Manciuria affluivano qui in gran numero e facevano affari fiorenti. (fonte)
[…] Ogni soldato giapponese portava con sè quello che chiamava il suo “panican”, che somigliava in qualche modo al secchio della cena dell'operaio americano. Aveva diversi compartimenti, e in essi il soldato portava la sua razione di “ferro”, riso, pesce essiccato, pancetta, sale e talvolta un sottaceto o un po ‘di dolciumi. I medici europei e americani sono convinti che lo straordinario potere di recupero dimostrato dal soldato giapponese ferito fosse dovuto alla loro dieta semplice. (fonte)
[…] Durante l'assedio, i giapponesi scavarono oltre diciotto miglia di queste [trincee], senza contare gli avvicinamenti a zigzag da un parallelo all'altro. La trincea mostrata nella foto è una prima versione della “P” ridotta che è stata presa nel cosiddetto terzo assalto dal 29 ottobre al 1° novembre, ripresa di notte dai russi e nuovamente ripresa d'assalto dai giapponesi. Fu qui che un reggimento, a cui fu ordinato di assaltare la ridotta, rifiutò di obbedire, e fu prontamente inviato dietro la linea di fuoco, mentre il nono reggimento fu condotto avanti e si coprì di gloria immortale attaccando la ridotta […] (fonte)
[…] Molti degli edifici governativi e magazzini del governo russo venivano impiegati per scopi ospedalieri, per fare spazio alle migliaia e migliaia di feriti che continuavano ad arrivare in massa. Gli ospedali erano così pieni che a volte i nuovi arrivati dovevano essere depositati in strada, dove rimanevano finchè non veniva procurato loro un posto in cui stare.
Gli enormi cannoni di difesa costiera che i giapponesi portarono dal Giappone per usarli contro Port Arthur, furono battezzati “Osaka Babies” dai corrispondenti di guerra. Questi cannoni furono progettati per difendere la costa del Giappone da un attacco navale e non ci si aspettava che venissero mai spostati dalle fondamenta su cui stavano. Ma quando divenne evidente che i russi avevano preso i più pesanti cannoni navali dalle inutili navi da guerra di Port Arthur e li avevano montati sui loro pali, divenne necessario avere armi di pari potenza per combatterli. (fonte)
I giapponesi hanno un modo straordinario di acquisire i comportamenti occidentali. Indagano su tutto e, qualunque cosa pensino migliorerà il loro modo di vivere o di lavorare, la accolgono prontamente. Avevano anche una commissione per esaminare i vantaggi del cristianesimo sulle proprie religioni, ma questa ha riportato che i giapponesi erano persone molto più miti, oneste e morali di qualsiasi nazione cristiana nel complesso, e che i fanatici e gli ipocriti cristiani non avevano una controparte in Giappone. La nostra immagine mostra dei soldati privati giapponesi che ballano una quadriglia sotto le istruzioni di un corrispondente di guerra americano. La banda di Osaka sta suonando e questi soldati si esercitano con serietà, come se tutto il Giappone li guardasse. I loro passatempi erano tutti sport innocenti senza nulla di duro, giochi come la volpe e le oche, e di tanto in tanto il basso canto di un infinito inno di vittoria del generale Fukishima, che combatté sotto il maresciallo Oyama. (Fonte)
È possibile trovare altre immagini nella collezione della Biblioteca pubblica di Boston su Flickr, nella collezione della Monash University e nella collezione della Skillman Library al Lafayette College
Tutte le immagini dall’ account ufficiale Flickr della Biblioteca pubblica di Boston possiedono la licenza Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0). Le Didascalie delle immagini di T.W. Ingersoll, sono tratte da Lafayette College Libraries e da altre fonti, pubblico dominio (copyright non noto).