La legislazione che nel frattempo è entrata in vigore è stata in gran parte resa possibile dalla petizione online lanciata nel 2019 dalle attiviste Ida Marie Sassenberg e Hanna Seidel con lo scopo di far sì che l'upskirting diventasse un reato. Era stata sottoscritta da più di 100.000 persone. In un'intervista con la WDR Sassenberg aveva spiegato che avevano tratto ispirazione da una raccolta firme molto simile a opera dell'attivista britannica Gina Martin che avevano visto lei e Seidel. Questa aveva dato il via a un dibattito pubblico su questo argomento e aveva contribuito in maniera determinante a far sì che nel 2019 in Inghilterra e Galles l'upskirting diventasse un reato. Nell'intervista Sassenberg ha anche ribadito che le esperienze personali di Seidel hanno svolto un ruolo fondamentale nel decidere di diventare attiviste. Lei è stata già vittima per due volte di questa forma di molestia sessuale: la prima a 13 anni e la seconda di nuovo a 16. Nella petizione la stessa Seidel parlava delle sue esperienze e aveva sottolineato l'importanza di trasformare questa forma di molestia sessuale in un reato.
Martin, lei stessa vittima di upskirting, aveva raccolto firme per far sì che in Inghilterra e Galles il fenomeno venisse condannato legalmente, e aveva parlato anche del suo sbigottimento nel sapere che non vi fossero ancora conseguenza penali [contributo in inglese]:
Poco dopo che la notizia sulla nuova legislazione in Germania è stata resa nota, gli utenti delle piattaforme sociali si sono scambiati opinioni e impressioni soprattutto con hashtags come #upskirting. Oltre a una forte partecipazione c'erano anche voci dal contenuto misogeno e sessistico che mettevano in discussione l'utilità di una tale modifica della legge e che si facevano in parte perfino beffe della decisione o la criticavano apertamente.
Molti utenti hanno risposto a tali contributi con dei tweet che ne mostravano il problema fondamentale, che erano contro la legge e che in questo modo cercavano anche di minare i principi della connessa protezione giuridica. L'utente Sarah Bosetti per esempio ha condiviso il seguente paragone di gran effetto:
Die #Upskirting -Debatte zeigt, wie viel in unserer Gesellschaft teilweise noch (über)sexualisiert wird und wie viele sexuell grenzverletzendes Verhalten und Belästigung als ein Freiheitsrecht ansehen.
— Schlussgedanke (@Immer_neben_dir) July 4, 2020
Chi è d'accordo con l’#Upskirting perché le stesse donne mostrano molte parti del loro corpo è d'accordo anche con la violenza carnale perché anche le donne hanno rapporti sessuali.
Per molti di coloro che sono contro la legge che protegge ampiamente le vittime di tali atti, il problema spesso risiede in una supposta limitazione soggettiva dei loro diritti. Tengono più alla loro libertà che ai diritti personali delle altre persone e non tengono conto del fatto che quegli scatti erano stati fatti senza il loro consenso. Questo quanto mostrato dall'utente Twitter @immer_neben_dir:
Die #Upskirting -Debatte zeigt, wie viel in unserer Gesellschaft teilweise noch (über)sexualisiert wird und wie viele sexuell grenzverletzendes Verhalten und Belästigung als ein Freiheitsrecht ansehen.
Il dibattito sull’#Upskirting mostra come ancora molte cose nella nostra società siano (eccessivamente) rivestite di connotazioni sessuali e come molti scambino comportamenti e molestie sessuali che violano i confini per un diritto alla libertà.
L'utente Twitter @Flusswoelfin affronta in modo diretto la questione consenso o approvazione degli interessati sulla quale si basa anche la legge:
“Heuliheul, Frauen zeigen ständig ihre Titten,aber #Upskirting soll jetzt schlimm sein”
Ja Johannes. Wenn Menschen ihren Körper freiwillig zeigen, ist das völlig okay. Das entscheiden sie ja selbst.
Wenn dir unfreiwillig unter die Kleidung fotografiert wird,ist das nicht okay 🙄— Nelly 🍑 (@kaneelkoffje) July 3, 2020
“Santo cielo, le donne mostrano sempre il loro seno, ma adesso viene fuori che l’#upskirting è peggiore”
Sì Johannes. Quando le persone mostrano liberamente i loro corpi è perfettamente in ordine. Sono loro a deciderlo.
Quando qualcuno invece ti fotografa sotto ai vestiti senza il tuo consenso, quello non lo è.
E anche se le novità circa la legge sono state prevalentemente accolte e commentate in modo positivo alcuni utenti, come Kathrin Weßling, hanno espresso il loro malumore circa il fatto che è dovuto passare così tanto tempo prima di arrivare all'approvazione di una legge del genere:
Kann verstehen, dass alle happy sind, dass #Upskirting jetzt eine Straftat ist. Aber dass wir das erst 2020 hinkriegen fuckt mich dermaßen ab und zeigt so eindrucksvoll, wie viel Rechte von Frauen wert sind, wenn es Jahrzehnte braucht, um so etwas unter Strafe zu stellen.
— Kathrin Weßling (@ohhellokathrina) 3. Juli 2020
Posso capire che tutti siano contenti perché adesso l’#Upskirting è un reato. Ma mi fa alquanto rabbia che ci siamo riusciti solo nel 2020. Il fatto che ci siano voluti decenni per prevedere una pena per una cosa del genere è anche un chiaro indice di quanto valgono i diritti delle donne.
Nella maggior parte dei paesi del mondo [it] l'upskirting non è ancora ufficialmente un reato.