Conosciamo Andria Piciau: domande e risposte con un attivista della lingua sarda

Foto di Andria Piciau e usata con permesso.

(Traduzione a cura di Andria Piciau).

La diversità linguistica dell’Europa si riflette sempre più negli spazi online, dove i parlanti di lingue regionali e minoritarie e le loro comunità sfruttano strumenti e media digitali per preservare, promuovere e rivitalizzare il proprio patrimonio linguistico. In questo spirito, la campagna online di Rising Voices @EuroDigitalLang [en] ha curato un account X (ex Twitter) a rotazione. Qui, attivisti e sostenitori del linguaggio raccontano le loro storie personali con parole proprie, interagendo direttamente con il loro pubblico e condividendo sfide e successi continui.

In questa intervista via email, Andria Piciau di Acadèmia de su Sardu APS [it, come i link seguenti salvo diversa indicazione], che ha lavorato con la lingua sarda, condivide un’anteprima del lavoro linguistico di Acadèmia. Maggiori informazioni possono essere trovate sul loro account X: @academiasardu. Andria gestirà l’account nella settimana dall’8 al 14 aprile 2024.

Rising Voices (RV): raccontaci di te e del tuo lavoro legato alla lingua.  

Andria Piciau (AP): Sono responsabile delle tecnologie linguistiche presso l’Acadèmia de su Sardu APS, un’organizzazione benefica impegnata nella promozione e tutela della lingua sarda e dei diritti dei suoi parlanti. La nostra organizzazione benefica è una comunità diversificata composta da linguisti, esperti linguistici, insegnanti e studenti che condividono la stessa passione per la lingua e la cultura sarda.

In Acadèmia ho sviluppato “sardu.wiki”, una piattaforma interattiva per la documentazione della lingua sarda. Il primo progetto ospitato su questa piattaforma si chiama “LemONs” (“il lemmario del sardo con ortografia standard”) e prevede una ricerca approfondita sulle varianti delle parole classificate attraverso la nostra proposta di standardizzazione, “Su Sardu Standard”. Questa iniziativa consente agli utenti di documentare le varianti, le pronunce e le espressioni delle parole locali, supportate da mappe interattive che mostrano la distribuzione geografica di queste varianti. Questo segna l’inizio del nostro Atlante linguistico del sardo, un impegno significativo delineato nella nostra carta.

Un aspetto cruciale del nostro lavoro è la standardizzazione del sardo in due norme (per le macrovarietà campidanese e logudorese-nuorese, che sono gruppi di dialetti dotati di una certa unità e coerenza interna) e che servono da riferimento pratico per studenti e istituzioni, riconoscendo la variazione e la ricchezza della lingua. La nostra proposta di norma per il sardo campidanese è già ufficiale nel sud della Sardegna, e l’anno scorso ho contribuito a presentare l’intero lavoro a conferenze accademiche in Galles e Germania.

RV: Qual è lo stato attuale della tua lingua sia online che offline?

L’UNESCO classifica il sardo come una lingua “decisamente a rischio di estinzione”, sul punto di diventare “gravemente a rischio di estinzione”. Non compreso nel curriculum scolastico, si divide principalmente in due macrovarietà: Campidanese al sud e Logudorese-Nuorese al nord.

Oltre la metà dei parlanti sardi utilizza la macro varietà campidanese, che sta scomparendo a favore dell’uso della lingua italiana, soprattutto nelle grandi città come Cagliari e Quartu Sant’Elena, dove è quasi scomparsa dagli spazi pubblici. Al contrario, la macro varietà logudorese-nuorese, comprendente la sottovarietà parlata nel nuorese, tende ad essere più conservatrice e rimane prevalente soprattutto nei centri urbani più piccoli.

Negli ultimi anni si è assistito a un crescente interesse nel preservare e promuovere la lingua sarda, sebbene gli sforzi siano stati ostacolati dai dibattiti sulla standardizzazione, in particolare dal fallimento della proposta Limba Sarda Comuna, che cercava uno standard unico. Questo fatto ha dimostrato la necessità di un approccio più inclusivo al discorso sulla nostra lingua, una consapevolezza che sta gradualmente guadagnando accettazione tra i parlanti e le istituzioni.

Online, il sardo gode di una solida presenza su Facebook in gruppi e pagine specifici, anche se le conversazioni spesso ritornano all’italiano a causa di una generale mancanza di alfabetizzazione in sardo. Questa situazione evidenzia le sfide attuali nel rivitalizzare e promuovere la lingua nell’era digitale.

RV: Quali sono le tue motivazioni per vedere la tua lingua presente negli spazi digitali? 

In un mondo connesso come il nostro, quello che i sociolinguisti chiamano “il panorama linguistico” sta cambiando rapidamente. Questo paesaggio non significa soltanto avere la lingua scritta negli spazi pubblici o nei luoghi di lavoro, come la segnaletica stradale, la segnaletica aziendale, la pubblicità, i cartelloni, ecc., come era originariamente definita. Comprende anche un “paesaggio linguistico digitale” in continua crescita di social media e altri contenuti online. Noi di Acadèmia de su Sardu APS riteniamo importante favorire la presenza della lingua sarda in tutti questi luoghi per due ragioni principali.

Innanzitutto, chiunque sia interessato ad aiutare il processo di rivitalizzazione deve trovare tutto il supporto di cui ha bisogno nel modo più semplice e veloce possibile. Riteniamo che ciò sia essenziale per le generazioni più giovani, per le quali il sardo è passato da lingua comunitaria a lingua del patrimonio, e le cui vite sono sempre più digitali. Questi relatori hanno bisogno di trovare opportunità di apprendimento e una comunità in questo panorama digitale in modo da poterlo aiutare a crescere, allo stesso modo in cui dovrebbero poter trovare sostegno nell’area in cui vivono.

In secondo luogo, la lingua sarda non deve essere lontana dal luogo in cui si svolge la nostra vita economica, che è prevalentemente online. Evitando la separazione speriamo di poter contribuire a contrastare l’esclusione del sardo dalla sfera pubblica e a normalizzare la lingua.

RV: Descrivi alcune delle sfide che impediscono il pieno utilizzo della tua lingua online.

Il problema principale che noi di Acadèmia de su Sardu APS abbiamo constatato è la mancanza di alfabetizzazione della lingua sarda, derivante da decenni di abbandono o addirittura di ostilità da parte delle istituzioni locali. Questo problema si estende oltre la trascrizione dei dialetti fino alla capacità di base di leggere e scrivere in sardo, includendo semplici frasi o impegnandosi in brevi scambi scritti. I madrelingua, non abituati a vedere la propria lingua in forma scritta, spesso soffrono una “stanchezza linguistica” e hanno difficoltà anche a leggere testi brevi.

Inoltre, c’è una notevole mancanza di esposizione a dialetti esterni al proprio, soprattutto tra la generazione dei baby boomer, il che complica la ricerca di un codice linguistico comune per la comunicazione online. I parlanti più giovani, che hanno meno familiarità con i loro dialetti, sono più inclini a esplorare le variazioni linguistiche.

Un’altra sfida significativa è la presenza di ideologie linguistiche forti, come l’ideologia “un popolo, una lingua” sostenuta da una minoranza. Questo punto di vista spinge verso un approccio di standardizzazione a norma unica, che spesso porta a testi online in sardo artificiale, caratterizzati da imprecisioni nel vocabolario e nella sintassi. Problemi simili a volte possono essere riscontrati nel lavoro di relatori ben intenzionati che cercano di contribuire alla comunità. Sfortunatamente, questi contenuti sardi di bassa qualità scoraggiano i madrelingua dalla partecipazione alla comunità e pongono sfide agli studenti.

RV: Quali passi concreti pensi che si possano intraprendere per incoraggiare i più giovani a iniziare a imparare la loro lingua o continuare a usarla?

Il sardo, la lingua minoritaria storica più diffusa in Sardegna, oggi è prevalentemente una lingua ereditaria, con molti giovani provenienti da famiglie di lingua sarda che non lo parlano attivamente. Questi individui spesso hanno un’idea di ciò che costituisce un “buon sardo”, ma si sentono scoraggiati dall’apprendimento o dall’uso della lingua perché non soddisfano le proprie aspettative e per la mancanza di risorse educative e opportunità di pratica. Acadèmia de su Sardu sta affrontando queste sfide sviluppando materiali didattici e creando un ambiente inclusivo per la pratica linguistica attraverso iniziative come “Su Sardu Standard”, il progetto “LemONS” e corsi e incontri online. Questi sforzi mirano a fornire una solida base grammaticale esplorando al contempo le variazioni della lingua. Negli ultimi anni abbiamo intensificato notevolmente i nostri sforzi per raggiungere il maggior numero possibile di studenti.

Tuttavia, Acadèmia de su Sardu riconosce che una politica linguistica globale da parte del governo sardo è fondamentale per rivitalizzare la lingua sarda. Una tale politica dovrebbe sostenere con decisione la lingua rispettandone la variazione, andando oltre le ideologie controproducenti.

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