La crisi post-elettorale in Costa d'Avorio è iniziata quando i due leader di fazioni politiche opposte – Laurent Gbagbo e Alassane Ouattara – hanno dichiarato di aver vinto entrambi il ballottaggio dello scorso 28 Novembre 2010. Da quel giorno si sono succeduti una serie di eventi spiacevoli [fr, come tutti gli altri link tranne ove diversamente specificato] e pare non si profilino spiragli per una soluzione.
Storicamente il Paese è stato sempre in bilico tra una fragile pace e un aperto conflitto. Nel 2007 un conflitto armato tra il governo del Presidente Laurent Gbagbo [it] e i gruppi ribelli delle Forces Nouvelles fu messo a tacere dal Trattato di Pace di Ouagadougou. [Da quell'episodio] ci sono voluti quattro anni per avere nuove elezioni presidenziali e nel frattempo il Paese è stato vittima di una spartizione di potere tra opposte fazioni.
L'attuale crisi post elettorale ha provocato un aumento delle tensioni sociali nonché violazioni dei diritti umani. Nel frattempo il panel dell'Unione Africana composto da cinque Capi di Stato sta cercando di trovare una soluzione concreta alla situazione ivoriana. Le violenze commesse dai “Giovani Patrioti” che sostengono Gbagbo sono riprese e rilanciate continuamente anche su Twitter da vari testimoni oculari.
@jeanettemallet: I giovani “Patrioti” di #Gbagbo seminano terrore tra i cittadini di #Abidjan #IvoryCoast #civ2010 http://ow.ly/48dFD su France24
L'esperienza degli ivoriani si riflette su Twitter in numerose reazioni al massacro – molto probabilmente per mano delle forze di sicurezza di Gbagbo – delle sette donne che il 3 marzo scorso stavano manifestando per le strade di Abobo [it]. I sostenitori di Gbagbo, tuttavia, seguendo la versione dell'esercito e delle televisioni di stato, negano qualsiasi colpa ed accusano [dell'episodio di violenza] i “Commando Invisibili” [en] dei sostenitori di Ouattara.
Due fazioni in conflitto
Claudus Kouadio ha ripreso un video della televisione nazionale RTI dal quale emergerebbero dei sospetti sui sostenitori di Ouattara:
@ClaudusIvoire: #civ2010 Manifestazione di donne ad Abobo : alcuni sostenitori di Ouattara pesantemente armati – Abidjan.net Vidéo http://t.co/LDxiuo9 via @abidjan_net
Ma @Claudus è stato prontamente smentito da Dignity Quest, ivoriano anche lui, che ha pubblicato un video (link) che mostra [come è avvenuta] l'uccisione delle donne.
@ivoryunite: @ClaudusIvoire marche des femmes d'Abobo, tu es tombé ds le piège de la RTI. Voici la vraie vidéo: http://bit.ly/eo4rEF #civ2010
In questo clima di tensione permanente tra i due schieramenti, i sostenitori dei due presidenti non dimenticano la questione principale: cacciare colui che ha perso le elezioni. Così, da un lato ci sono i sostenitori di Laurent Gbagbo che chiedono ad Ouattara di riconoscere la sua sconfitta. Ad esempio Greg Parlour dice:
@gregoryparlour: @tommymiles Perchè ADO non ammette la sua sconfitta? E’ così semplice! Ha perso, questo è quanto! Noi ivoriani sappiamo che ha perso!! #civ2010
Dall'altro lato ci sono coloro che sostengono Ouattara e chiedono che Laurent Gbagbo riconosca semplicemente che è stato battuto ai seggi da Ouattara Alassane. Ado Gerard K. risponde ad un sostenitore di Laurent Gbagbo su twitter:
@nightsnake1975: @mouayoro #civ2010 Et pkoi ne pas commencer a essayer de faire comprendre a GBAGBO qu'il a perdu les elections ?
@Fresco68, un altro Ivoriano che sostiene Ouattara rivolge delle domande a Gbagbo riguardo la sua posizione dopo la sconfitta e su Twitter scrive:
@Fresco68: #civ2010 Tu dis tu es fils d'élection. Battu aux élections, tu veux faire la guerre. Toi-même tu es qui maintenant ? On doit retenir quoi?
Una terza opzione
Rifiutando di sostenere le due opposte fazioni dei presidenti, un blogger ivoriano propone una terza opzione: allontanare sia Ouattara che Gbagbo e far entrare in scena un terzo uomo: Mamadou Koulibaly [en].
Koulibaly è attualmente il presidente dell'Assemblea Nazionale e il vice-presidente del Fronte Popolare Nazionale (il partito di Gbagbo). In un post dal titolo: “Se uscissimo dalla crisi attraverso questa porta” su Le Blog de Yoro suggerisce:
Les médiations ont quasi échoué. Le Panel des Chefs est d’Etat est obligé de jouer les prolongations parce que le match est difficile. La fin semble infernale. Jamais en Côte d’Ivoire on n'avait atteint un tel niveau de violence. Jamais on n’avait été aussi divisé. JAMAIS ! Aujourd’hui, ce n’est plus le Nord contre le Sud, ni les musulmans contre les chrétiens, comme veulent le faire croire les charognards. La fissure est partout. Dans les bureaux, dans les communautés, dans les foyers chez les religieux. C’est grave !
Le débat aujourd’hui, n’est donc plus de savoir qui a gagné et qui a perdu. Mais comment on stoppe l’hémorragie. Comment on n’arrête tout ça ? Et nous pouvons choisir de sortir par le sang ou par le bon sens. Je pense pour ma part, qu’il faut un troisième homme. Et en le disant, je pense à Mamadou Koulibaly.
Per Yoro, un economista originario del nord del Paese, la soluzione potrebbe essere riorganizzare la nazione e riunire il Paese verso una transizione – che potrebbe durare tre anni, implementare delle riforme e in particolare:
organiser des élections libres, justes et transparentes. Elections auxquelles il ne se présenterait pas, ni Laurent Gbagbo, ni Alassane Ouattara, ni Henri Konan Bédié, ni Guillaume Soro, ni Charles Blé Goudé.