Il Netizen Report di Global Voices Advocacy offre un'istantanea delle sfide, delle vittorie e degli andamenti emergenti nei diritti relativi al mondo di Internet in tutto il mondo.
Un recente decreto esecutivo [es] del governo peruviano obbliga tutte le società di telecomunicazioni e i provider di servizi internet a conservare immagazzinati i dati sul traffico per tre anni. Ammesso che il decreto regga, le compagnie telefoniche saranno obbligate, qualora venissero richiesti, a fornire alla polizia i dati registrati degli utenti. Emesso un giorno prima della festa dell'indipendenza del Perù, il decreto afferma esplicitamente che la polizia potrà avere accesso ai dati di geolocalizzazione senza bisogno di un mandato o di un ordine del tribunale, e che questi dati non sono protetti dalla Costituzione Peruviana. L'avvocato peruviano Miguel Morachimo ha dichiarato alla Electronic Frontier Foundation [en, come gli altri link, salvo dove diversamente indicato]:
Any policy like that is controversial in itself, but the fact that it was directly approved by the Executive Branch without prior debate and in the middle of national holiday season is especially undemocratic.
Qualunque politica di questo tipo è controversa di per sé, ma il fatto che sia stata approvata direttamente dal Ramo Esecutivo senza essere prima dibattuta, e nel bel mezzo delle vacanze nazionali, è particolarmente antidemocratico.
Il decreto si presta molto a essere usato impropriamente dai nuovi poteri. Ignora il fatto [es] che al giorno d'oggi la maggior parte dei telefoni cellulari trasmette costantemente dati dettagliati di localizzazione di ogni persona e dei suoi spostamenti, e che tutti questi dati sono immagazzinati in un unico posto dal fornitore di servizi di telecomunicazione. Tutto ciò farà sì che la polizia peruviana possa accedere a dati più precisi, più completi e più estesi di quanto sarebbe mai stato possibile con le precedenti politiche.
Anche il Pakistan sta programmando l'espansione delle sue risorse di sorveglianza, le quali potranno includere il monitoraggio del traffico internet a banda larga, dei tabulati telefonici e dei dati trasmessi via cellulare, secondo quanto riportato da Privacy International. The Verge fa notare che, poiché il Pakistan già possiede requisiti di registrazione rigorosi, come un programma di ID biometrico nazionale e la registrazione della carte SIM con impronte digitali, questi piani di sorveglianza estesa potrebbero essere particolarmente invasivi.
Il Libano usava Angry Birds per infettare i dispositivi con il malware di Hacking Team
Le email divulgate dopo l'attacco informatico ai sistemi di Hacking Team a inizio luglio, e ora visualizzabili su WikiLeaks, indicano che le Forze di Sicurezza Interne, l'ufficio Sicurezza Generale e il Bureau contro il Cyber-crimine libanesi hanno tutti stipulato contratti con la ditta milanese sviluppatrice di software di sorveglianza. Le email suggeriscono che il personale delle Forze di Sicurezza sia stato in grado di infettare i dispositivi desiderati con l'aiuto dello staff di Hacking Team, e che abbia creato una “porta di servizio” nei dispositivi (un canale virtuale attraverso cui le autorità possono monitorare le attività dell'utente) sfruttando una falla nella sicurezza di Angry Birds.
Queste rivelazioni confermano quello che diversi blogger e attivisti politici avevano sospettato dopo essere stati convocati dal Bureau contro il Cyber-crimine per essere interrogati. Il giornalista di tecnologia di Beirut Habib Battah descrive in questo modo l'atteggiamento del bureau a giugno:
In some cases, bloggers have claimed that police agents tricked them into giving up information by sending malware to their computers, a practice [Major Suzan Hajj Hobeiche, head of the Cybercrime Bureau] seemed to endorse by claiming “ethical hacking” used by law enforcement is sometimes needed to protect the greater good. Yet, increasingly that greater good seems to be defined by the interests of the wealthy and well-connected. …many activists and lawyers worry that the bureau is unregulated and poses a threat to free speech.
In certi casi, i blogger hanno dichiarato che gli agenti di polizia hanno estorto loro informazioni con l'inganno, infettando i loro computer con malaware, una pratica che [il Maggiore Suzan Hajj Hobeiche, a capo del Bureau contro il Cyber-crimine] sembrava appoggiare, dichiarando che “l'hackeraggio etico” usato per applicare la legge a volte è necessario per la protezione del bene superiore. Eppure, questo bene superiore sembra sempre più combaciare con gli interessi dei ricchi e di coloro che possiedono amicizie influenti. […] molti attivisti e avvocati temono che il bureau sia privo di regolamentazione e che costituisca una minaccia alla libertà di parola.
La Corte Suprema britannica elimina la pratica della conservazione di dati discreti
Passando a una notizia più positiva nel mondo della sorveglianza digitale, la Corte Suprema inglese si è pronunciata contro la legge sulle conservazione dei dati, che consentiva al governo di ordinare alle società di telecomunicazione di conservare i metadata degli utenti per un anno. Il motivo è che la legge non richiedeva l'ottenimento di un'approvazione giudiziaria da parte delle autorità. Il tribunale si è detto anche in disaccordo con la mancanza di “norme chiare e precise” in merito alla raccolta di dati nell'Atto sulla Conservazione dei Dati e sui Poteri Investigativi del 2014 (sezioni 1 e 2). Gli Affari Interni affermano che ricorreranno in appello.
La Malesia blocca un sito di notizie a fronte dell'indagine sulle finanze pubbliche
In Malesia, un sito di notizie, il Sarawak Report, è stato bloccato [it] ed è stata sospesa la stampa di due giornali locali a seguito della pubblicazione di un servizio d'indagine sul sospetto trasferimento di 700 milioni di dollari americani da un fondo d'investimento gestito dal governo al conto bancario del primo ministro malesiano, Najib Razak. Sebbene esistano prove che già in passato il governo abbia censurato dei contenuti online, questa è la prima volta che ammette pubblicamente d'averlo fatto. Benché la Commissione Malesiana per le Comunicazioni e i Multimedia dichiari che il blocco sia stato effettuato legalmente, ai sensi dell'Atto sulle Comunicazioni e i Multimedia del 1998, di fatto la legge non sancisce la censura di siti web.
YouTube finirà nella blacklist russa di siti online?
L'organo russo di controllo dei media e internet, il Roskomnadzor, ha emesso un avvertimento ufficiale il 22 luglio, secondo il quale YouTube potrebbe essere aggiunto alla lista nera russa di siti web, a causa di violazioni del copyright. L'avvertimento giunge dopo la delibera tribunale di Mosca, secondo cui il copyright sarebbe stato violato nel momento in cui due show televisivi russi sono stati caricati su YouTube. Sebbene YouTube abbia eliminato i video, successivamente ne sono stati caricati altri. Il Roskomnadzor riferisce di 137 copie sul sito a partire dal 20 luglio.
Rapporto sulla trasparenza: quando si parla di eliminazioni, vince il copyright
Il negozio virtuale Etsy ha chiuso più di 168.000 account nel corso del 2014, secondo il primo rapporto sulla trasparenza. Sono stati chiusi 3.993 negozi per violazioni della politica di Etsy sulla proprietà itnellettuale e 176.137 elenchi sono stati disabilitati in risposta alle richieste d'eliminazione da parte del DMCA. Tuttavia, la maggior parte delle eliminazioni sono state dovute a questioni legate allo spam e alla vendita di articoli proibiti sul sito. Il negozio della Nuova Zelanda, Trade Me e la società statunitense di sicurezza online Cloudflare hanno inoltre pubblicato nuovi rapporti sulla trasparenza questa settimana. Nel frattempo, Vodafone ha pubblicato il suo secondo rapporto annuale, chiamato “Law Enforcement Disclosure Report” (Rapporto sulla divulgazione dell'applicazione della legge).
Nuove Ricerche:
- Politics, Rumors, and Ambiguity: Tracking Censorship on WeChat’s Public Accounts Platform – Jason Q. Ng/Citizen Lab
- Exploring Zero-Rating Challenges: Views from Five Countries – Public Knowledge
- Digital Rights and Business: A Primer on Risks and Solutions for the ICT Sector – Access
Juan Arellano, Ellery Roberts Biddle, Hae-in Lim, Katitza Rodriguez e Sarah Myers West hanno contribuito a questo rapporto.
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