Scrivere e lottare per il posto della Moldavia nel phanteon della letteratura mondiale

I romanzi di Iulian Ciocan in rumeno e nelle traduzioni ceca e francese. Foto (c): Filip Noubel. Usata previa autorizzazione.

La Moldavia giace su una faglia culturale, linguistica e geopolitica.

Fino al 1991 il Paese dell'Europa orientale di circa tre milioni di abitanti faceva parte dell'Unione Sovietica, dove il russo era considerato la lingua di prestigio. Appena dichiarata l'indipendenza, la Moldavia ristabilì velocemente forti legami culturali con la Romania, la sua grande vicina ad ovest. La Moldavia faceva parte della Romania tra il 1918 e il 1940 e le lingue dei due Paesi sono completamente e mutualmente intellegibili —  a prescindere dal nome che i loro parlanti possano dar loro.

Sotto il controllo sovietico il moldavo fu decretato essere una lingua distinta dal rumeno e, al contrario del rumeno, veniva scritto con l'alfabeto cirillico. Oggi entrambe le lingue sono scritte con l'alfabeto latino. Molte persone che parlano moldavo considerano ora la distinzione artificiale e si riferiscono alla loro lingua parlando di rumeno.

Ma le divisioni della Moldova sono anche (geo)politiche: quando l'Unione Sovietica crollò, le regioni orientali del Paese a sinistra del fiume Dnestr dichiararono l'indipendenza come Transnistria [it], dove una popolazione a maggioranza russofona guarda con favore a Mosca.

Iulian Ciocan tiene in mano le traduzioni in francese e ceco dei suoi romanzi. Chișinău, marzo 2018. Foto (c): Filip Noubel. Usata previa autorizzazione.

La storia turbolenta della Moldavia e delle sue miriadi di identità ha affascinato i suoi artisti e scrittori, i quali hanno cercato di dare un senso all'autopercezione  del proprio Paese e al suo posto nel mondo.

Uno di questi è Iulian Ciocan [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione], un prominente giornalista, critico letterario e autore. Ciocan scrive in rumeno e, come molti moldavi, parla fluentemente il russo. È uno degli scrittori più acclamati del Paese e ha ottenuto fama internazionale; nel 2011 parlava del suo lavoro al PEN World Voices festival di New York. Ciocan è nato nella capitale moldava di Chișinău nel 1968. Gran parte del suo lavoro, inclusi romanzi come “Înainte să moară Brejnev” (“Prima che Brežnev morisse”) e “Tărîmul lui Saşa Kozak” (“Il regno di Saša Kozak”), provano a dare un senso alla vita di tutti i giorni, alle speranze e ai sogni dei moldavi durante il periodo sovietico.

La sua ultima opera, “Dama de cupă” (“La regina di cuori”), tratta dell'assurdo destino di un ufficiale corrotto che lavora nel municipio di Chișinău — un destino che inghiotte quasi letteralmente per intero lui e il suo Paese. L'umorismo macabro dei romanzi di Ciocan gli è valso lodi e riconoscimenti; la sua opera è stata tradotta in più di sette lingue, incluso l'inglese. Nel 2018 ha vinto la Coup de Cœur al Salon du Livre des Balkans [fr].

Ho chiesto a Ciocan del suo lavoro, delle sue fonti di ispirazione e della situazione della letteratura moldava oggi. Per ragioni di brevità l'intervista è stata riadattata.

Filip Noubel: Oggi sei uno degli autori moldavi più rinomati e tradotti, ma la strada è stata lunga. Quali sono le principali sfide che hai incontrato sul tuo cammino?

Iulian Ciocan: The first and biggest problem is that the Republic of Moldova is almost unknown. I write in a language which, although beautiful, is not widely used internationally. I assume that in the West, Moldova is less known than [North] Macedonia, Kosovo or Albania, which has the famous writer Ismail Kadare. Once, a foreign magazine sent me a parcel, but it had trouble reaching me, because it had been sent to the Maldives. Hence there is a certain distrust from foreign publishers regarding the literati of this small and little known place. Can they really write something remarkable? Of course they can, because your location is not what matters the most.

Yet it is very difficult to convince them, to make them really look at your texts. When I started writing prose at the age of 38, I couldn't even imagine having books published by foreign publishers. And even now I don't have that many. My ninth novel will soon get published abroad, but, believe me, many Moldovan writers cannot even dream of such a thing. I have never had a good literary agent, so it's not easy to interest foreign publishers. In stark contrast to this, all my translators are excellent and have often helped me to find my way to the publishers.

There are many problems, but if you keep complaining, you will not succeed. You have to write your stories, produce high quality texts. Then the problems will decrease.

Iulian Ciocan: Il primo grosso problema è che la Repubblica di Moldavia è praticamente sconosciuta. Scrivo in una lingua che, per quanto stupenda, non è usata a livello internazionale. Immagino che in Occidente la Moldavia sia meno conosciuta della Macedonia (del Nord), del Kosovo o dell'Albania, la quale ha il celebre scrittore Ismail Kadare [it]. Una volta, una rivista straniera mi mandò un pacchetto, ma aveva avuto problemi a raggiungermi perché era stato mandato alle Maldive. Perciò c'è una certa diffidenza da parte degli editori stranieri nei confronti dei letterati di questo piccolo e poco conosciuto posto. Possono davvero scrivere qualcosa di degno di nota? Certo che possono, perché la località in cui ti trovi non è ciò che conta.

Eppure è molto difficile convincerli, far loro guardare veramente i tuoi testi. Quando iniziai a scrivere prosa all'età di 38 anni, non potevo minimamente immaginare di avere dei libri pubblicati da case editrici straniere. E non è che adesso ne abbia chissà quanti. Il mio nono romanzo verrà presto pubblicato all'estero, ma, credetemi, molti scrittori moldavi non possono neanche sognare una cosa del genere. Non ho mai avuto un buon agente letterario, quindi non è semplice attirare l'interesse di editori stranieri. In forte contrasto con questo, tutti i miei traduttori sono eccellenti e mi hanno spesso aiutato a trovare il modo di avvicinare gli editori.

Ci sono molti problemi, ma se continui a lamentarti non avrai mai successo. Devi scrivere le tue storie, produrre testi di alta qualità. Poi i problemi diminuiranno.

La traduzione inglese del romanzo di Ciocan “Înainte să moară Brejnev”, pubblicato nel 2019.

FN: Qual è la situazione della letteratura e dell'editoria oggi in Moldavia? Lo Stato offre una qualche forma di sostegno?

IC: The situation isn't very good. Reading [printed books] remains the privilege of a very small group of citizens: only around 12,000 people regularly buy books in Moldova, according to data circulated by publishers. Only two euros (US$2.20) are invested in books per capita per year, as opposed to 75 euros ($85) in Germany. The vast majority of writers write in Romanian and Russian, but I have the impression that the share of Moldovan writers on the Romanian market is higher than on the Russian market. As there aren't many readers, private publishers often rely on children's books or textbooks to get state grants.

IC: La situazione non è delle migliori. Leggere [libri stampati] resta un privilegio per un piccolissimo gruppo di cittadini: soltanto intorno alle 12.000 persone acquistano regolarmente libri in Moldavia, secondo i dati forniti dagli editori. Ogni anno vengono investiti in libri solo 2 euro pro capite, contro i 75 euro in Germania. La maggioranza degli scrittori scrive in rumeno e russo, ma ho l'impressione che la distribuzione della letteratura moldava sul mercato rumeno sia maggiore rispetto al mercato russo. Siccome non ci sono molti lettori, gli editori privati si affidano ai libri per bambini o ai libri di testo per ottenere sovvenzioni statali.

FN: Con la Romania condividete la lingua, così come avete molti legami a livello culturale. Questa vicinanza è un vantaggio o una sfida per la letteratura moldava?

IC: Of course it's a big advantage. In fact, Romanian-language literature from Moldova is part of Romanian literature. The simple fact that they can publish their books in publishing houses in Romania and appear on a larger market is a great opportunity for writers in Chișinău. Of course, competition is more serious in Romania, but if you have something to say, if you have value, you have nothing to lose. I'll tell you a secret. I conceive my novels, even the dystopian ones, not only as a Bessarabian Romanian writer [Bessarabia is a historical region in eastern Europe encompassing Moldova and parts of Ukraine — ed.], but also as a writer who has experience of the Soviet past, as a man who lived on the Latin periphery of the Soviet empire. Thus there is no risk of being confused with Romanian writers.

IC: Sicuramente è un grande vantaggio. La letteratura moldava in lingua rumena è infatti parte della letteratura rumena. Il semplice fatto che possano pubblicare i propri libri presso case editrici in Romania e apparire su un mercato più ampio è una grande opportunità per gli scrittori di Chișinău. Certamente la competizione è più seria in Romania, ma se hai qualcosa da dire, se vali qualcosa, non hai niente da perdere. Vi confesso un segreto. Concepisco i miei romanzi, perfino quelli distopici, non solo come un rumeno della Bessarabia [la Bessarabia è una regione storica dell'Europa dell'est che comprende la Moldavia e parte dell'Ucraina — ed.], ma anche come uno scrittore che ha avuto esperienza di un passato sovietico, come un uomo che ha vissuto nella periferia latina dell'impero sovietico. Non c'è pertanto nessun rischio di essere confusi con gli scrittori rumeni.

FN: La Moldavia non è famosa solo per il vino e i tessuti, ma anche per l'emigrazione di massa e la corruzione endemica. Queste questioni sono presenti in modo prominente nei tuoi testi. Il tuo ultimo romanzo, “Dama de cupă” (“La regina di cuori”), inizia con una descrizione dei modi corrotti degli ufficiali statali di Chișinău. Che ruolo ha oggi la corruzione in Moldavia? Sta cambiando?

IC: Corruption is, in my opinion, Moldova's biggest vice. Cynics and politicians here are not tired of stealing or taking bribes. And my feeling is that nothing changes. The anaemic civil society is also to blame; there is no sense of belonging to a community. But I want to make it clear that corruption is only one dimension of this particular novel. The pit that gradually swallows Chișinău appears as a result of a tiny, insignificant sin, although the protagonist has much greater sins, including the fact that he is corrupt to the bone. ‘The Queen of Hearts’ is a novel in which I tried to say something essential about the world we live in today. It is a dystopian novel, but also a metaphysical and political adventure.

IC: La corruzione è, secondo me, uno dei più grandi vizi della Moldavia. Politici e cinici qui non si stancano di rubare o di prendere tangenti. E la mia sensazione è che non cambi niente. La responsabilità è anche di una società civile anemica; non c'è il senso di appartenenza ad una comunità. Ma voglio chiarire che la corruzione è solo una dimensione di questo particolare romanzo. La buca che gradualmente inghiotte Chișinău appare come il risultato di un minuscolo, insignificante peccato, nonostante il protagonista abbia peccati molto più grandi, incluso il fatto di essere corrotto fino al midollo. “La regina di cuori” è un romanzo in cui ho cercato di dire qualcosa di essenziale del mondo in cui viviamo oggi. È un racconto distopico, ma anche un'avventura metafisica e politica.

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