I musulmani del Nepal osservano con paura la crescente Islamofobia dell'India

During the end of Ramadan celebrations in 2009, a man at Nepal's Jame Masjid Mosque in Kathmandu looks pensively into the distance. Image by Flickr user @Ingmar Zahorsky (CC BY-NC-ND 2.0)

Durante le celebrazioni per la fine del Ramadan nel 2009, un uomo alla Moschea Jame Masjid del Nepal a Kathmandu guarda pensierosamente in lontananza. Immagine dell'utente Flickr @Ingmar Zahorsky (CC BY-NC-ND 2.0)

Guarda la copertura speciale di Global Voices sull’impatto globale della COVID-19 [it].

Ad inizio aprile, 13 membri [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] del gruppo missionario islamico Tablighi Jamaat [it] risultò positivo al coronavirus mentre viveva in una moschea nel sud-est del Nepal. Molti di loro erano indiani che erano tornati da un ritrovo a Delhi organizzato dal gruppo religioso in marzo — a cui ci si è riferiti come un “evento ad altissima diffusione”.

Dato che l'India fa i conti con un aumento di attacchi contro i musulmani in rete e fuori dalla rete, i musulmani nepalesi sono preoccupati che il loro paese faccia lo stesso.

Lo status precario dei musulmani in Nepal

I musulmani sono circa il 5% della popolazione del Nepal, ed in termini di accesso a sanità ed istruzione come anche di tenore di vita, il gruppo cade ben al di sotto della media.

Con una storia di tutela limitata da parte dello stato e delle autorità locali in tempi di necessità, membri della comunità musulmana sono stati vittime di attacchi nel 2004 e più recentemente nel 2016.

Dopo che i 13 membri di Tablighi Jamaat risultarono positivi al coronavirus in Nepal, teorie del complotto portarono a vetriolo anti-musulmano in rete che se la prese esclusivamente con il ritrovo religioso a Delhi per il diffondersi del coronavirus.

Il Ramadan è sempre stato un tempo di celebrazione gioiosa. Tuttavia quest'anno, c'è ansia e timore tra i musulmani del Nepal a causa di paure che vengano incolpati per il virus. Alisha Sijapati di Nepali Times documenta sul Ramadan durante il lockdown.

L'utente Twitter Md Aasif ha chiesto alla polizia nepalese di arrestare gli utenti che stavano diffondendo messaggi di odio:

Io chiedo che la Polizia del Nepal arresti queste persone e agisca severamente contro di loro perché vogliono rovinare il buon ambiente del Nepal e stanno diffondendo odio contro i musulmani.

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Traduzione di tweet:

Tejendra Kunwar: la polizia ha chiuso tutte le mosche nei paesi del Golfo, perché è ancora aperta in Nepal? Tutte le moschee devono essere chiuse prima di dover fronteggiare il peggio.

Naresh Prashad Patel: Nessun posto sarà sicuro se il governo non si concentra a tracciare, testare e trattare dall'est Terai a ovest in tempo.

Padam KC: Musa-Ban [“ban” è una imprecazione che significa morto] sta rovinando tutto.

Krishna Rimal: Il governo deve tassativamente accelerare la ricerca dei Jamatis.

Surya: I musulmani stanno mettendo fine al Nepal.

Nayan Oli: La madrasa della moschea ci ha affondati.

Nabin Devkota: devono bombardare tutte le moschee del Nepal.

Islamofobia limitrofa

Nella vicina India, il partito indù nazionalista di Narendra Modi è stato accusato di creare un'atmosfera di islamofobia. Arjun Appadurai, un docente di media, cultura e comunicazione all'Università di New York spiega come la pandemia di coronavirus ha esacerbato questioni esistenti nel paese:

One of the key features of anti-Muslim sentiment in India for quite a long time has been the idea that Muslims themselves are a kind of infection in the body politic. So there’s a kind of affinity between this long-standing image and the new anxieties surrounding coronavirus.

Uno degli elementi chiave del sentimento anti-musulmano in India per un tempo abbastanza lungo è stato l'idea che i musulmani stessi sono una sorta di infezione all'interno del popolo. Quindi esiste una sorta di affinità tra questa immagine di vecchia data e le nuove ansie attorno al coronavirus.

Il fatto che l'India si sia concentrata quasi esclusivamente sul ritrovo del gruppo islamico Tablighi Jamaat ad esclusione di tutti gli altri attesta una storia molto più lunga di capri espiatori ed incitazione alla violenza comune. Ed i musulmani indiani sono stati in effetti presi di mira attraverso i social media tramite hashtag come #CoronaJihad’.

Mentre i musulmani sono stati marginalizzati in Nepal, dall’istruzione alla politica, il giornalista americano con base a Kathmandu Peter Gill spiega che, diversamente dall'India, il recente sentimento anti-musulmano non ha sostegno retorico dichiarato da parte dei partiti politici nepalesi di maggioranza:

“…religious violence [in Nepal] is much less common than in India, where interfaith relations have been fraught since the bloody partition of India and Pakistan in 1947… [In Nepal] there are no powerful political groups that openly target Muslims in Nepal. The mainstream Hindu nationalist political party, the Rastriya Prajatantra Party, has focused on trying to restore Hinduism as the official state religion, bringing back the monarchy and stopping the spread of Christian proselytization. While these issues are indirectly threatening to Muslims, the party generally does not oppose Muslims in its rhetoric.

…la violenza religiosa [in Nepal] è molto meno comune che in India, dove relazioni interconfessionali sono state tese sin dalla divisione sanguinosa dell'India e del Pakistan nel 1947… [In Nepal] non ci sono gruppi politici di potere che apertamente si rivolgono ai musulmani in Nepal. Il partito politico nazionalista induista popolare, il Partito Democratico Nazionale [Rastriya Prajatantra], si è concentrato sul ripristino dell'induismo come religione ufficiale di stato, riportando la monarchia e fermando il diffondersi del proselitismo cristiano. Mentre questi punti stanno indirettamente minacciando i musulmani, il partito generalmente non si oppone ai musulmani nella sua retorica.

Tuttavia, questo potrebbe non essere sufficiente per placare la paura della comunità musulmana del Nepal. Per il capo della [moschea] Jame Masjid del Nepal, Abdul Shamim:

After these cases, whenever there is news of confirmed cases going up, people are always asking were they Muslims? Were they caught in a mosque? The media highlights Muslim positives, they never say a Hindu or a Christian tested positive. […]

Muslims in Nepal are a minority and have peacefully coexisted without any conflict for centuries, but now I dread the future, and the rise of xenophobia and intolerance spreading from across the border.

Dopo questi casi, ogni qualvolta c'è una notizia sull'aumento di casi confermati, la gente chiede sempre: erano musulmani? Sono stati presi in una moschea? I media evidenziano musulmani positivi, non dicono mai un indù o un cristiano risultato positivo. […]

I musulmani in Nepal sono una minoranza e sono coesistiti pacificamente senza alcun conflitto per secoli, ma ora temo per il futuro, e l'aumento di xenofobia ed intolleranza che si sta diffondendo dall'altra parte del confine.

Dato che il governo nepalese lotta per rispondere ad una travolgente serie di sfide poste dal coronavirus, inclusa l'organizzazione del ritorno di migliaia di suoi lavoratori emigrati all'estero, ed i test dannosi, la situazione delle popolazioni vulnerabili del Nepal è solo probabile che peggiori.

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