Blogger indignati sul perché i matrimoni infantili siano ancora attivi a Trinidad e Tobago

Dopo che il direttore dell’ Organizzazione Intereligiosa (IRO) di Trinidad e Tobago [en, come i link seguenti] si è espresso la scorsa settimana contro una modifica della legge sul matrimonio, sostenendo che “l'età non determina la maturità”, il dibattito sui matrimoni precoci a Trinidad e Tobago ha subito una battuta d'arresto. Sebbene nello scorso anno l'età legale per la maturità sessuale sia stata innalzata dai 16 ai 18 anni, i matrimoni precoci sono ancora legali nello stato insulare dei Caraibi e continuano ad essere praticati in alcune comunità induiste e musulmane.

Molti blogger sono ancora senza parole di fronte a questo paradosso. Sul blog Square Peg (Round Hole), si può leggere quanto segue:

As a thinking and empathetic citizen of this country, I’m obviously horrified that – in the year of our Lord, 2016 – we need to debate whether it should be legal for children to be married. […]

If the IRO is to have any hope of salvaging itself before the sensible citizens of this nation logic it into oblivion, it needs to completely abandon this archaic and alarming stance immediately.

In qualità di cittadina pensante ed empatica sono ovviamente sconvolta dal fatto che – nell'anno domini 2016 – dobbiamo ancora discutere se sia legale che dei bambini si sposino. […]

Se l'IRO ha qualche speranza di salvarsi prima che i cittadini con raziocinio di questa nazione la facciano cadere nel dimenticatoio, deve abbandonare del tutto questa posizione arcaica e preoccupante immediatamente.

Un'altra blogger, autonominata “figlia di Sanatan Dharma” (la più grande organizzazione induista in Trinidad e Tobago), la pensa allo stesso modo. Sul suo blog keepinganemptycup scrive:

I stand firm in the face of the atrocity that is child marriage and rebuke it without regret. This is not just an issue of age and maturity, but once again, of power.

The policing of women and girls’ bodies by Hindu men has been a plague to this system of belief for hundreds of years. Despite the worship of female deities who are warriors, nurturers and the like, there exists a patriarchal supposition that women and girls must be strictly policed; we are the responsibility of fathers, then husbands, then sons. A single woman on her own is a being to be despised, shunned, hated, feared or conquered. Thus, marriage is seen as the institution that can keep a woman ‘in line’. The fact of child marriages stems from poverty and misconceptions of the ‘evil’ that is female sexuality.

I matrimoni precoci sono un atto orribile e io lo ripudio senza remore. Non si tratta solo di una questione di età o maturità, ma – ancora una volta – di potere.

In questo sistema di pensiero gli uomini induisti decidono da secoli sul corpo di donne e bambine. Nonostante idolatrino divinità femminili – guerriere, nutrici, ecc. – persiste la visione patriarcale secondo la quale donne e bambine debbano essere controllate severamente; siamo sottomesse alla supervisione dei padri, successivamente dei mariti e infine dei figli. Una donna indipendente viene guardata con sospetto, evitata, odiata, temuta o sottomessa. Perciò il matrimonio viene visto come istituzione che fa sì che le donne non “escano dagli schemi”. La causa per i matrimoni precoci sono la povertà e la falsa concezione di sessualità femminile come il “male”.

La blogger rifiuta la giustificazione della pratica come tradizione religiosa. Secondo lei, “è tempo che le donne induiste alzino il capo e affrontino questo sistema patriarcale con la sua legge assurda, abusiva e arcaica in modo forte e chiaro”. Continua:

This Sanatan Dharma has survived thousands of years because it has evolved […] This is why it is difficult for me to truly understand how ‘big, hard-back men’, versed in the laws of Dharma, understanding of the progress of the world, can sit from their thrones of ignorance and declare that child marriages are ‘okay’, because ‘we doing it long time…we forefathers used to do it’. Many of our forefathers used to drink puncheon and beat up their wives too, does that mean alcoholism and domestic violence are okay and should be continued?

It just goes to show how much it worries these men that women and girls are no longer filling the roles this patriarchal system has been pinning onto them.

Il Sanatan Dharma è sopravvissuto migliaia di anni, poiché si è sviluppato. […] Perciò è difficile per me capire come “uomini grandi e grossi”, come sono denominati nella legge del Dharma, che coprendono il progresso del mondo, siedano sul proprio trono e possano affermare che i matrimoni precoci siano “okay”, perchè “facciamo così da secoli […] e i nostri predecessori hanno sempre fatto così”. Molti dei nostri predecessori hanno anche bevuto Puncheon [ndt: rhum di Trinidad e Tobago] e picchiato le lori mogli. Significa che alcolismo e violenza domestica sono accettabili e debbano essere perpetrati?

Ciò dimostra semplicemente quanto questi uomini siano preoccupati che le donne rompano gli schemi dei ruoli che questa società patriarcale ha costruito per loro.

Il blogger Darren J. Glenn inoltre, propone questi spunti di riflessione:

So: I am to understand that in the year 2016 in a secular, democratic republic, the legality, stipulations and recognition of marriage lays squarely in the hands of the religious communities. The state manages matrimony after the fact, but communities of faith act as the primary authorities with regard to setting police and procedure.

Is this really what we’re doing?! Beyond being simply ridiculous domestic policy, I hold this practice to be dangerous. My outrage at this fact is rooted in the fact that we want to be a modern state seen as a bearer of human rights, yet we uphold policies where oppression could easily be hidden. […]

My question to them is: what gives them the right to speak on public policy? Who cares what they have to say? Why does the fundamentally moral and theological conversation taking place among the interfaith community in TT have such marked implications for our legislative sphere?

Quindi devo capire che nel 2016, in una repubblica laica e democratica, la legalità, le condizioni e il riconoscimento del matrimonio siano solo ed esclusivamente nelle mani delle comunità religiose. Lo stato si occupa del matrimonio solo successivamente, sono le comunità religiose le prime istituzioni che permettono di contrarre matrimonio.

Veramente accade tutto ciò?! Credo che questa pratica, oltre che essere una ridicola questione di politica interna, sia pericolosa. Il mio disdegno risiede nel fatto che vogliamo essere un paese moderno, in cui vengono rispettati i diritti umani, e allo stesso tempo manteniamo politiche che possono facilmente lasciare spazio a oppressioni. […]

Questa è la domanda che vi porgo: cosa vi fa arrogare il diritto di esprimere tali affermazioni politiche? A chi interessa quello che avete da dire? Perché il dibattito fondamentalmente morale e teologico della comunità interreligiosa di Trinidad e Tobago ha tali implicazioni sul nostro sistema giuridico?

Mentre il governo si consulta sull'eliminazione della legge, bisogna aspettare per vedere quale sia la portata dell'influsso delle istituzioni religiose su questioni riguardanti lo stato e la sessualità.

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