COP28 consegna il “certificato di morte” agli stati insulari

11 dicembre: Licypriya Kangujam durante l'evento di Azione Climatica Globale di Alto livello (chiusura); durante la sessione della Conferenza del Cambiamento Climatico dell'ONU della COP28 traccia il percorso da seguire entro il 2030 e oltre  durante la Expo City Dubai il giorno 11 dicembre 2023 a Dubai, Emirati Arabi Uniti. (Foto della COP28 / Anthony Fleyhan)

Tra colpi di tosse [en, come i link seguenti] e sorsi di caffé, majlis è stata la nuova parola pronunciata durante la COP28 nella Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) a Dubai. In arabo questa parola significa «consiglio», una riunione aperta e onesta per discutere sui problemi.

Durante i primi majlis, il presidente della COP28, il sultano Al Jaber, che è anche ministro dell'industria e di tecnologia avanzata degli Emirati Arabi Uniti e che rappresenta la Compagnia Petrolifera Nazionale del Petrolio di Abu Dhabi (ADNOC), cercò di riconfermare l'impegno di voler raggiungere l'obiettivo e ha chiesto insistentemente alla Global Stocktake (GST) di cercare le soluzioni al cambiamento climatico e che siano le più pragmatiche e fattibili possibili.

Molti si resero conto dell'aspetto ironico della situazione però il sultano ha posto enfasi nel poco tempo a disposizione e la determinazione della presidenza di contribuire economicamente entro il 12 dicembre. Dopo di che ha posto ai ministri e ai lider delle delegazioni due domande critiche:

  1. Come potremmo costruire un obiettivo trasformatore per quanto riguarda la mitigazione mentre cerchiamo di effettuare una transizione giusta ed equa con le corrispondenti necessità di aiuto?
  2. Come potremmo affrontare in modo credibile il deficit finanziario e di azione per quanto riguarda l'adattabilità?

Il Bilancio Mondiale semplificato 

Il Bilancio Mondiale (GST nella sigla inglese) basicamente serve come valutazione iniziale degli sforzi globali dei paesi per combattere la crisi climatica. La COP28 ha la responsabilità di essere il punto del GST del processo della UNFCC, dei suoi sforzi e obiettivi. Questo deve essere il grande risultato delle negoziazioni climatiche di quest'anno.

Questa valutazione delle performance dei paesi non deve però portare troppe sorprese: l'accordo attuale è di non allontanarci significativamente dall'obiettivo previsto per evitare che la temperatura globale aumenti di 1,5 gradi Celsius secondo l'obiettivo stabilito con l‘Accordo di Parigi.

Le misure adottate sono state insufficienti per riuscire ad affrontare il problema del cambiamento climatico alla radice e in particolar modo per quanto riguarda le emissioni dei gas a effetto serra. Nel momento in cui scriviamo questo articolo, i paesi non sono ancora in grado di raggiugere un accordo comune sull'eliminazione o riduzione progressiva dei combustibili fossili.

Inoltre, le attuali organizzazioni non sono le più adeguate per affrontare il possibile esacerbarsi degli impatti del cambiamento climatico, chiaramente evidenti, e che aumenteranno nel futuro.

L'adattabilità necessita di più attenzione

In prima persona so cosa significa essere il secondogenito: ti parlano sopra mentre si cena e non ti prestano la giusta attenzione. Anche se è una discussione riguardo a una sessione con il mio terapeuta faccio appello solidarietà con l'adattabilità.

Anche se il Global Goal Adaptation (GGA) ha un grande peso all'interno dell'Accordo di Parigi, gli sforzi globali diretti volti a rafforzare l'adattabilità, favorire la resilienza e diminuire la suscettibilità al cambiamento climatico – e allo stesso tempo si cerca di ridurre l'aumento della temperatura affinché rimanga il più lontano possibile al +1,5 °C rispetto ai livelli pre-industriali. Purtroppo non si ha dato ascolto alla guida della COP – il Fondo Perdite e Danni –  che è stato premiato per i suoi risultati dopo aver donato, finora, circa 750 milioni di dollari a diversi paesi.

Ora, dopo essere stato ignorato per la maggior parte del vertice, durante il penultimo giorno della COP, è stato pubblico un nuovo testo nella GGA ma è debole.

È un testo di convergenza dove le parti stilano un bilancio e un accordo; ci si chiede però: sarà adeguatamente sufficiente per aiutare i paesi più vulnerabili al cambiamento climatico?

Una vittoria è sempre una vittoria?

In risposta alla nuova bozza del GGA, Sandeep Chamling Rai, assessore principale del fondo World Wildlife, di Global Climate Adaptation Policy ha dichiarato quanto segue: «per quanto riguarda l'ultima bozza di Global Goal on Adaptation mancano alcuni elementi cruciali, anche se ci sono stati dei miglioramenti. Le comunità più vulnerabili necessitano disperatamente più finanziamenti per poter rafforzare la loro resilienza agli impatti del cambiamento climatico. Tuttavia il testo rinnova il precedente appello rivolto ai paesi sviluppati affinché duplichino i loro finanziamenti senza però fornire un piano d'azione per farlo».

Come dichiarato anche da Simon Steill, segretario esecutivo della UNFCCC, la COP28 deve fornire un cambiamento non solo per quanto riguarda  quello che devono fare i governi ma anche su come devono farlo.

C'è però molta poca enfasi sui Mezzi di Implementazione (MoI, è la sigla inglese) necessari per un effettivo quadro di implementazione. La mancanza di obiettivi concreti e di MoI possono mettere in rischio l'efficacia dello schema.

Per riuscire a raggiungere un risultato credibile, i negoziatori devono mettersi d'accordo su un obiettivo finanziario per l'adattabilità dal momento che i paesi sviluppati possono raggiungere i loro obiettivi per raddoppiare il finanziamento dell'adattamento climatico.

Così che, come secondogenito, l'adattabilità ha ricevuto il suo piatto quando gli altri fratelli avevano già mangiato e allo stesso tempo non li hanno chiesto quale fosse il suo piatto preferito o se volesse dell'altra salsa.

Le nazioni insulari si trovano ancora una volta alla deriva, sommerse dall'acqua sempre più alta.

Linguaggio annacquato nonostante l'aumento delle inondazioni

Durante i majlis di domenica, Al Jaber ha annunciato che, «in nessuna circostanza accetteremo che si parli con sufficienza di qualsiasi argomento. Il GST deve dare una risposta reale e pragmatica. Il mondo sta guardando: non abbiamo tempo da perdere».

Ciononostante si è sollevata una polemica a Dubai; circa alle 5 del pomeriggio dell'11 dicembre, un nuovo testo del GST è stato pubblicato e le nazioni insulari non sono d'accordo.

Durante la sua stesura, mi trovavo nel mezzo di una riunione informativa sulle politiche nella Città amica dei bambini e dei ragazzi, e mentre leggevo il testo con i miei colleghi sentivo come aumentava lo sconforto.

L'Alleanza dei Piccoli Stati Insulari (AOSIS, nella sigla inglese), che rappresenta gli interessi dei Piccoli Stati Insulari in via di Sviluppo (SIDS, nella sigla inglese) nelle negoziazioni, ha dichiarato che si sta «preparando a scatenare una battaglia», in risposta al linguaggio annacquato sui combustibili fossili e la mancanza di obiettivi sull'adattabilità climatica.

L'eliminazione dei combustibili fossili già non è più prevista, e la narrativa si limita in «azioni che possono prevedere».

Il linguaggio che «alimenta» le Contribuzioni Determinate a livello Nazionale non fanno altro che indebolire il testo e «invita alle attività…» con una «con la previsione di migliorare l'azione».

Sembra maggiormente un suggerimento piuttosto che una decisione e una forte azione climatica.

In accordo con Joseph Sikulu, il direttore generale del Pacifico di 350.org, in una riunione con i media, dopo la pubblicazione del testo, afferma che il linguaggio è «inaccetabile e non ha la giusta determinazione per riuscire a mantenere le nostre isole a galla».

«Questa settimana pensavamo che l'obiettivo di eliminare i combustibili fossili fosse possibile però la mancanza di lidersphip climatica, che ha avuto la presidenza, e la plateale diluizione degli obiettivi in una “lista di desideri” è un insulto per noi che siamo venuti qui per rivendicare la nostra sopravvivenza. Come torneremo a casa? E cosa diremo alla nostra gente sulla sorte che il mondo ha deciso per noi?» ha dichiarato Sikulu. 

Per quanto riguarda l'adattabilità, il nuovo testo «invita» le parti a pubblicare i loro programmi per il 2025, e «invita» e «esorta» ad aumentare il finanziamento climatico.

Le nazioni insulari, però, non sono venute fin qui per questo.

«Resteremo fermi nelle nostre posizioni riguardo al cambiamento climatico e sulle conseguenze letali che sta avendo sulle nostre isole. In questo momento i nostri negoziatori stanno discutendo, dal momento che le ultime ore della COP28 saranno cruciali» ha aggiunto AOSIS.

Il nuovo testo non è abbastanza per mantenere le nostre isole al di sopra del livello del mare.

Ciò ci induce a interrogarci sulla leadership da parte della presidenza e sul fatto che le voci dei SIDS siano effettivamente ascoltate nei negoziati di quest'anno.

Sono state tracciate delle linee rosse

Secondo AOSIS, la linea rossa è «un importante impegno nel mantenere il riscaldamento globale nel limite dei 1,5 °C », perché «qualsiasi testo che accetti gli 1,5 °C sarà rifiutato».

«Non firmeremo nessun certificato di morte. Non possiamo firmare un testo che non abbia obiettivi forti sul voler eliminare i combustibili fossili», ha dichiarato il negoziatore.

Di fatto, il mancato raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di mitigazione che stanno al di sopra di transizioni eque e un appoggio adeguato, la mancanza di possibili mezzi per diminuire il divario di adattabilità, e il non perseguire l'obiettivo, farà si che non si raggiungerà un risultato soddisfacente alla COP28.

Cosa succederà?

Si spera che le dinamiche politiche evolvano rapidamente nelle ultime fasi della COP, lasciando spazio a sviluppi inaspettati. Le prossime ore saranno cruciali per la risoluzione di questi lider, i cui ruoli sono chiave nella determinazioni degli obiettivi e nell'allontanare il rischio di un risultato basato su un minimo comun denominatore.

Il presidente della COP28 ha rinnovato l'impegno di trasparenza e onestà durante i majlis, riconoscendo l'aspetto critico di questa posizione alla fine dei giochi della COP28. Tuttavia, in base alle varie opinioni nelle isole, sembra che i paesi sviluppati stiano giocando in un percorso prioritario al posto di portare un risultato che cambi il futuro.

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