
La Marcia Aurat Azadi (Liberazione femminile) alla Rotonda Liberty di Lahore del 12 settembre 2020. Screenshot tratto da un video YouTube di Ilme Alim. Traduzione: Perché le donne liberali sono contrarie alla pena di morte?
In seguito a un caso di stupro [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] ampiamente pubblicizzato, le donne pakistane hanno organizzato proteste di massa nelle città principali del Paese il 12 settembre per chiedere giustizia e responsabilità per le violenze sessuali.
Il 9 settembre, una donna che stava viaggiando di notte da Lahore a Gujranwala (97 km) con i suoi tre figli è stata derubata e violentata da tre uomini sotto minaccia di una pistola dopo che la sua macchina era rimasta senza benzina sull'autostrada Lahore-Sialkt.
Stando alla polizia del Punjab, su quest'autostrada aperta da poco non ci sono pattugliamenti.
I social si sono infuriati dopo che il Capo della polizia della capitale (CCPO) di Lahore, Umar Sheikh, durante un'intervista televisiva ha attribuuito la responsabilità dell'incidente alla decisione della vittima di viaggiare di notte.
Poco dopo, un hashtag che chiedeva le dimissioni di Sheikh ha cominciato a fare il giro di Twitter.
La ministra federale per i diritti umani del Pakistan, Shireen Mazari, ha condannato la dichiarazione del CCPO:
For an officer to effectively blame a woman for being gang-raped by saying she should have taken the GT Road or question as to why she went out in the night with her children is unacceptable & have taken up this issue. Nothing can ever rationalise the crime of rape. That's it.
— Shireen Mazari (@ShireenMazari1) September 10, 2020
Che un ufficiale incolpi di fatto una donna per aver subito uno stupro di gruppo, dicendo che avrebbe dovuto prendere la GT Road o chiedendosi perché sia uscita di notte con i suoi figli è inaccettabile & peggiora la situazione. Niente può mai razionalizzare il crimine dello stupro. Punto.
Anche l'avvocata Khadija Siddiqui, che a maggio 2016 è stata aggredita brutalmente da un compagno di classe in una strada di Lahore, ha criticato il CCPO:
Ccpo claiming that in our society women/children arent allowed to go outside after 12:30 am! Who are you to set time limits for us?
I was stabbed 23 times in broad daylight! Dont tell us that ‘time’ is directly connected to the commission of offence! #motorwayincident pic.twitter.com/8z9ERuJ3Rc— khadija siddiqi (@khadijasid751) September 10, 2020
Un Ccpo che sostiene che nella nostra società le donne/i bambini non possono uscire dopo mezzanotte e mezza! Chi siete voi per darci dei limiti di tempo?
Sono stata accoltellata 23 volte in pieno giorno! Non diteci che l'”ora” è direttamente connessa al reato!
Uno degli slogan principali delle manifestazioni del 12 settembre è stato “Mera Jism Meri Marzi” (“mio il corpo, mia la scelta”).
Le organizzatrici della Aurat March (in urdu, “Marcia delle donne”), che hanno contribuito ad organizzare le proteste in città diverse, hanno pubblicato una lista di richieste che include l'opposizione alle impiccagioni e il sostegno a riforme del sistema giudiziario e della polizia per assicurare che “i nostri corpi siano al sicuro e che ci sia una responsabilizzazione per la violenza.”
Our charter of demands for the protest today at 5 PM liberty roundabout.
We oppose public hangings and call for meaningful reform to ensure our bodies are safe and there is accountability for violence.#MeraJismMeriMarzi pic.twitter.com/1lV5QWj03s
— عورت مارچ لاہور – Aurat March Lahore (@AuratMarch) September 12, 2020
La nostra lista di richieste per la protesta di oggi alle cinque del pomeriggio alla rotonda liberty.
Siamo contrarie alle impiccagioni pubbliche e chiediamo riforme significative per assicurare che i nostri corpi siano al sicuro e che ci sia una responsabilizzazione per la violenza.
We, as the organizers of the protest that's being held in light of the heinous motorway attack, demand swift justice for all victims of sexual violence BUT we oppose capital punishment & violence begetting violence. Here is our list of demands. #EndRapeCulture #MeraJismMeriMarzi pic.twitter.com/r7m4ca3RC3
— Aurat Azadi March Islamabad (@AuratAzadiMarch) September 11, 2020
Come organizzatrici della protesta che si tiene in seguito all'orribile aggressione sull'autostrada, chiediamo che sia fatta rapidamente giustizia per tutte le vittime di violenza sessuale MA ci opponiamo alla pena di morte & e alla violenza che genera altra violenza. Ecco la nostra lista di richieste.
We, the organisers of the Mera Jism Meri Marzi protest in Karachi, demand justice, accountability, an end to violence, and structural reform. We demand radical change within our public institutions to ensure that this culture of patriarchal violence and control comes to an end. pic.twitter.com/6fmCIMAc2r
— Aurat March – عورت مارچ (@AuratMarchKHI) September 12, 2020
Noi, le organizzatrici della protesta di Karachi Mera Jism Meri Marzi, chiediamo giustizia, responsabilità, la fine della violenza e riforme strutturali. Chiediamo un cambiamento radicale nelle nostre istituzioni pubbliche per assicurare che questa cultura di controllo e violenza patriarcale finisca.
Nel 2019, nella sola regione del Punjab sono stati registrati 3881 casi di stupro e 1359 casi di abusi sessuali su minori. Secondo i dati della polizia del Punjab, 2043 casi di stupro sono stati registrati nei primi sei mesi del 2020.
La polizia sta indagando sul caso dell'autostrada. Anche se sono stati identificati alcuni sospettati, non ci sono ancora stati arresti.
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I social discutono sulla pena di morte
Ogni volta che un caso di stupro attira l'attenzione dei media in Pakistan, la gente chiede che gli uomini accusati di stupro vengano puniti con la morte. Anche questa volta non è andata diversamente, e l'hashtag #HangRapistsPublically era di tendenza sui social media.
L'ala femminile di Jamaat-e-Islami, un partito politico religioso che ha a sua volta organizzato proteste in risposte al caso dell'autostrada, era tra coloro che twittavano l'hashtag.
General Secretary of JI Women Wing, Ms Durdana Siddiqui spoke from the protest today at Khi Press Club. She asked for the Women Protection & demanded to #hangrapistspublicly #تحفظ_فوری_انصاف pic.twitter.com/Sb1dmXrT8u
— Jamaat e Islami Karachi (Official) (@KarachiJamaat) September 11, 2020
La Segretaria Generale dell'Ala Femminile di JI, Ms. Durdana Siddiqui, ha parlato alla protesta di oggi al Press Club di Khi. Ha chiesto protezione per le donne & che gli stupratori vengano impiccati pubblicamente.
Anche il Primo Ministro del Pakistan Imran Khan ha difeso le impiccagioni in un'intervista. “Bisogna dar loro [agli stupratori] delle punizioni esemplari. Secondo me, dovrebbero essere impiccati al chowk [all'incrocio],” ha dichiarato Khan.
Anche il governo federale ha sostenuto il punto di vista del PM, preferendo però la “castrazione chimica” come punizione per proteggere il Paese dalle critiche occidentali.
I personally think pedophiles & rapists must be hanged publicly but I'm told that we have international repercussions. EU's GSP status for trade with Pakistan will be affected by public hangings. Hence I think chemical castration must be conducted on those criminals #PMIKon92News
— PTI (@PTIofficial) September 14, 2020
Personalmente credo che pedofili e stupratori debbano essere impiccati pubblicamente ma mi dicono che avremmo ripercussioni internazionali. Lo status commerciale del Pakistan nel GSP (Generalised Scheme of Preferences) dell'UE verrà inficiato dalle esecuzioni pubbliche. Per questo credo che sia necessario praticare la castrazione chimica su questi criminali.
Ma altri hanno espresso contrarietà a queste misure punitive. La giornalista Mehreen Zahra Malik ha dichiarato:
EU’s Generalized System of Preferences (GSP-plus) status, granted to Pakistan in 2014, is contingent upon observation of international conventions, such as human rights. Don't think they'll be too happy with #chemicalcastration & public executions. #motorwaycase #motorwayincident
— Mehreen Zahra-Malik (@mehreenzahra) September 14, 2020
Lo status GSP-plus dell'UE, garantito al Pakistan nel 2014, dipende dall'osservanza delle convenzioni internazionali, come i diritti umani. Non credo che sarebbero molto felici delle castrazioni chimiche e delle esecuzioni pubbliche.
Reema Omer, una consulente legale alla Commissione Internazionale dei Giuristi, ha dichiarato:
In addition to public hanging, certain MNAs have also suggested “chemical castration” as punishment for rape
A similar proposal was made to J. Verma Committee (constituted for law reform after the Delhi gang rape) in India
The Committee rejected it for the following reasons: pic.twitter.com/IfD09BYqeV
— Reema Omer (@reema_omer) September 14, 2020
Oltre all'impiccagione pubblica, alcuni MNA hanno suggerito anche la “castrazione chimica” come punizione per lo stupro
Una proposta simile è stata fatta al Comitato J. Verma (costituito per riformare la legge dopo il caso dello stupro di gruppo a Delhi) in India
Il Comitato l'ha respinta per le seguenti ragioni:
Il giornalista Zarrar Khuhro ha scritto su Twitter:
Systemic reform is what we need to be talking about. Chemical castration, public hanging, dissolving in acid…all that has to come later. Most #rape cases go unreported because of police, legal and societal problems. And of those who go to court, 96% are acquitted.
Zarrar Khuhro (@ZarrarKhuhro) September 14, 2020
Quello di cui dobbiamo parlare è la riforma del sistema. Castrazione chimica, impiccagione chimica, scioglimento nell'acido…tutto questo deve venire dopo. La maggior parte dei casi di stupro non viene denunciata per problemi della polizia, sociali e legali. E di quelli che arrivano in tribunale, il 96% viene assolto.