Il governo bielorusso di Alexander Lukashenko ha imposto delle restrizioni temporanee con cui vieta, alla maggior parte dei cittadini, di espatriare. Il divieto è parte delle repressioni di massa in corso nel paese, in risposta alle proteste contro il risultato delle elezioni presidenziali dell'agosto 2020.
Secondo le nuove regole rese note a maggio 2021, che a detta dell'agenzia per la sicurezza nazionale avrebbero come unico scopo il blocco della diffusione del coranavirus, tutti gli sconfinamenti sono stati bloccati.
La potessa bielorussa Valzhyna Mort ha lamentato il crescente inasprimento dei controlli sulle libertà civili nel paese [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione]:
I signed up to Twitter to share poetry. Since then, my country's been taken hostage. Out now: Belarus bans citizens (whoever is not a state official) from leaving the country. In the air, in the streets, in homes, in jails, Belarus is being held hostage.https://t.co/RUjjfqiZys
— Valzhyna Mort (@ValzhynaMort) June 1, 2021
Ho creato un account Twitter per far circolare le mie poesie. Da allora, il mio paese è in ostaggio. La Bielorussia impedisce ai cittadini (chiunque non sia un funzionario statale) di lasciare il paese. In volo, per strada, in casa, in carcere, la Bielorussia ci tiene in ostaggio.
La ricercatrice bielorussa Maryia Rohava esprime il suo dissenso contro il diveto di espatrio.
Now only permanent residency in another state will allow #Belarus|an citizens to leave the country using the land border. This authoritarian government feels very comfortable making Belarusian citizens its hostages and cutting transnational links with the Belarusian diaspora https://t.co/9imp6mpcdO
— Maryia Rohava (@MRohava) May 31, 2021
In questo momento solo i cittadini che possiedono un permesso di soggiorno permanente in un altro stato avranno la possibilità di lasciare il paese oltrepassando il confine. Questo governo autoritario sembra a proprio agio nel tenere in ostaggio i cittadini e nell'impedire qualsiasi collegamento transnazionale con la diaspora bielorussa.
Lo State Border Committee ha comunicato [ru] che sono esenti dal divieto gli impiegati statali bielorussi impegnati in viaggi ufficiali e il personale addetto ai trasporti. I cittadini bielorussi con permesso di soggiorno straniero potranno lasciare il paese solo se saranno in possesso di residenza stabile in un altro stato. Chi è in possesso di un permesso temporaneo non potrà lasciare la Bielorussia via terra.
Le nuove regole per gli spostamenti si applicano pure ai cittadini stranieri: quelli con permesso di soggiorno temporaneo o permanente in Bielorussia non possono lasciare il paese, mentre gli stranieri provenienti da paesi presenti nella lista “rossa” possono partire dopo 10 giorni di autoisolamento, come previsto dalle restrizioni dovute alla pandemia.
Valery Kavaleuski, consigliere agli affari esteri della leader dell'opposizione Sviatlana Tsikhanouskaya e in esilio in Lituania, ha criticato le restrizioni di viaggio su Twitter.
Lukashenka's regime's severely limited the right of Belarusians to travel asserting that certain grounds (residency abroad) aren't sufficient to leave Belarus. Yet the Constitution stipulates no conditions at all. Outright violation of the law by @GpkGovBYhttps://t.co/QZliAzNEKu
— Valery Kavaleuski (@kavaleuski) May 31, 2021
Il regime di Lukashenko ha fortemente limitato il diritto dei bielorussi a viaggiare affermando che certi motivi (residenza all'estero) non sono sufficienti per lasciare la Bielorussia. Eppure la Costituzione non prevede alcuna condizione. Una palese violazione della legge da parte di @GpkGovBY.
Il divieto di spostamento arriva nel mezzo di restrizioni, quasi a tappeto, nello spazio aereo intorno alla Bielorussia dopo che l'esercito statale ha fatto decollare un caccia per forzare l'atterraggio di un volo Ryanair a Minsk per arrestare Raman Pratasevich, un giornalista dell'opposizione che si trovava a bordo. In seguito è apparso sulla TV di stato bielorussa in un'intervista-confessione che alcui critici del regime hanno descritto come “sotto costrizione”. I rappresentanti dell'EU e altri ufficiali hanno condannato l'intervento come un atto di pirateria aerea e hanno sollecitato le compagnie aeree europee a bloccare i voli verso e sopra la Bielorussia. In risposta, la compagnia aerea statale Belavia ha cancellato tutti i voli verso l'UE chiudendo così la maggior parte delle vie di uscita per i bielorussi.
Per esercitare ulteriore pressione sul governo di Lukashenko, il 5 giugno l'UE ha ufficialmente vietato agli aerei bielorussi di accedere allo spazio aereo dell'UE o agli aeroporti europei. Il divieto fa parte di un più vasto pacchetto di sanzioni contro la Bielorussia e richiede agli stati membri di “negare il permesso di atterrare, decollare o sorvolare i loro territori a qualsiasi aereo gestito da velivoli bielorussi”.
Rappresentanti dell’ industria aereonautica hanno criticato il provvedimento, definita da Willie Walsh, direttore generale della International Air Transport Association (IATA), una “politicizzazione della sicurezza aerea”. L'interdizione al volo è stata criticata da alcuni sostenitori dei diritti umani che sostengono che il provvedimento limiti le vie di fuga per i dissidenti sottoposti a pressioni di stato in Bielorussia. Tuttavia, la giornalista indipendente Hanna Liubakova sostiene che l'unico responsabile di questo divieto è Lukashenko.
How are people traveling from #Belarus right now? They can still leave through Moscow, Petersburg, Tbilisi or Istanbul. There are options, people are not left without any chance to escape dictatorship. It is not the EU but #Lukashenko who should be blamed for sanctions pic.twitter.com/RRTXJMOWCC
— Hanna Liubakova (@HannaLiubakova) June 6, 2021
In quale modo si può partire dalla Bielorussia? Si può sempre viaggiare via Mosca, San Pietroburgo Tbilisi o Istanbul. Ci sono delle opzioni, la gente non è senza alcuna possibilità di fuga dalla dittatura. Non l'UE ma è #Lukashenko il responsabile delle sanzioni.