Dopo che Vladimir Putin ha firmato [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] il suo ormai famoso decreto il 21 febbraio, riconoscendo l'indipendenza delle cosiddette Repubbliche Popolari di Donetsk e Luhansk in Ucraina, e inviando forze nelle regioni separatiste per svolgere quelle che ha descritto come “funzioni di mantenimento della pace”, i capi di stato occidentali hanno iniziato a condannare dichiaratamente la decisione. Un paese che ha taciuto è stato l'Azerbaigian.
Lo stesso giorno, il presidente azero Ilham Aliyev e la first lady Mehriban Aliyeva erano in visita ufficiale a Mosca, dove sono stati accolti dalla guardia d'onore e dal vice ministro degli esteri russo. Al momento in cui scriviamo questa storia, il ministero degli Esteri dell'Azerbaigian è rimasto in silenzio sull'escalation.
Così come gran parte dei media filogovernativi dell'Azerbaigian.
È da notare che la visita del presidente Aliyev in Russia è stata annunciata per la prima volta dal servizio stampa del Cremlino. Anche se non sono state rilasciate dichiarazioni ufficiali sull'escalation delle tensioni tra Russia e Ucraina, e i media erano tranquilli, gli utenti dei social media discutevano della visita di Aliyev e criticavano la mossa, mentre altri esprimevano il loro sostegno all'Ucraina, sostituendo le loro foto del profilo con la bandiera nazionale ucraina.
Il giorno seguente, il 22 febbraio, invece di rilasciare dichiarazioni ufficiali, il presidente dell'Azerbaigian avrebbe visitato la tomba del milite ignoto a Mosca prima del previsto incontro con Putin.
La cosa più vicina a una dichiarazione è arrivata nel tardo pomeriggio del 22 febbraio da Elman Nasirov, del partito del Nuovo Azerbaigian al potere nel Parlamento del paese, che ha detto che non c'era nulla di sorprendente nella decisione annunciata ieri sera dal presidente Putin. “Come notato nel suo discorso al popolo russo, nella situazione attuale, loro [il Cremlino] sono stati costretti a fare questo passo a causa di questioni di sicurezza”, ha asserito il deputato secondo quanto riportato dal Servizio dell'Azerbaigian per Radio Liberty.
Nasirov si riferiva alla pretesa di Putin di proteggere la sicurezza della popolazione del Donbas. La regione del Donbas, nell'Ucraina orientale, è stata una polveriera di tensioni tra Russia e Ucraina dal 2014. Secondo l'International Crisis Group, “la guerra contrappone le forze governative ucraine ai separatisti sostenuti dalla Russia per il controllo di gran parte delle due regioni fortemente industrializzate di Donetsk e Luhansk, note anche come Donbas”.
Appena un mese fa, il presidente Ilham Aliyev è statp in Ucraina in visita ufficiale, durante la quale i due leader hanno firmato una dichiarazione congiunta che afferma “il sostegno all'integrità territoriale dei loro paesi e il desiderio di contrastare congiuntamente le minacce ibride”, ha riportato Reuters. Durante una conferenza stampa congiunta dopo la firma della dichiarazione, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy ha detto che la dichiarazione ha riaffermato il loro “desiderio di garantire la pace e la stabilità nella regione del Mar Nero-Caspio e oltre”, ha riportato Reuters.
Il 22 febbraio, il presidente Aliyev ha discusso con il presidente russo Putin circa “un'ampia gamma di questioni riguardanti l'ulteriore sviluppo delle relazioni bilaterali politiche, commerciali, economiche, culturali e umanitarie”, ha comunicato l'ufficio stampa del Cremlino. “All'ordine del giorno c'è anche una revisione dell'attuazione degli accordi del 9 novembre 2020, 11 gennaio 2021 e 26 novembre 2021 sul Nagorno-Karabakh tra i leader di Russia, Azerbaigian e Armenia, comprese le misure per riprendere i legami economici e di trasporto nel Caucaso meridionale. Dopo i colloqui, le parti firmeranno una dichiarazione sull'interazione alleata che eleverà le relazioni tra Russia e Azerbaigian a un livello di alleanza”, si legge nel resto del comunicato stampa.
Il contenuto dell'accordo è rimasto in gran parte sconosciuto al grande pubblico fino a quando i due presidenti hanno finalmente firmato [ru] il documento che consisteva di 43 articoli.
Prima dell'incontro tra i capi di stato, l'ex diplomatico azero Nahid Jafarov, ha pubblicato sul suo profilo Facebook [ru] che la politica estera inadeguata dell'Azerbaigian ha portato a una dipendenza eccessiva dalla Russia nella nazione.
Azerbaijani state does not have a sound foreign policy. There is a foreign policy led by Ilham Aliyev's policy. This policy is unsuitable for the people and the state of Azerbaijan. It is suitable only for the leadership of Ilham Aliyev. He engages with countries like Russia to protect his leadership.
Lo stato azero non ha una solida politica estera. C'è una politica estera guidata dalla politica di Ilham Aliyev. Questa non è adatta al popolo e allo stato dell'Azerbaigian, ma lo è solo alla leadership di Ilham Aliyev, il quale si impegna con paesi come la Russia per proteggere la sua leadership.
Anar Mammadli, ex prigioniero politico e capo di un'organizzazione non governativa locale impegnata nel monitoraggio delle elezioni, ha fatto eco ai sentimenti di Jafarov. “Dovremmo accettare che gli accordi di partenariato firmati tra gli stati guidati da regimi autoritari, non implichino un partenariato firmato tra gli stati, piuttosto questi sono accordi firmati tra i regimi”, ha scritto [ru] Mammadli. “Finché in paesi come la Russia e l'Azerbaigian ci sarà assenza di regimi politici eletti e pluralisti, continueremo ad assistere a più accordi di questa natura”.
Ma le opinioni sull'accordo sono cambiate poco dopo la firma del documento. Parlando [ru] con Azadliq Radio, il servizio dell'Azerbaigian per Radio Liberty, l'analista politico e giornalista Rauf Mirkadirov ha detto: “L'Azerbaigian ha sostanzialmente appoggiato la politica estera della Russia non solo andando a Mosca, ma anche firmando il documento”. Mirkadirov ha anche detto che la visita di Aliyev è stata pianificata da Mosca, per mostrare al resto del mondo che ci sono ancora leader stranieri che sostengono Putin.
Durante un incontro tra i due leader, il presidente Ilham Aliyev si è astenuto dal rilasciare dichiarazioni o commenti diretti sulla recente escalation tra Russia e Ucraina. E per una buona ragione, perché a partire dal 22 febbraio, e secondo l'accordo firmato, le due parti “si asterranno da qualsiasi azione, comprese quelle condotte attraverso stati terzi, dirette l'una contro l'altra”.