I parlanti cinesi come indicano il nome della propria lingua, cioè il cinese mandarino?

Cartello con la scritta “Stazione di Taipei” in caratteri cinesi tradizionali, all'interno della stazione metro della stazione ferroviaria di Taipei. Foto di Filip Noubel, usata con l'autorizzazione.

Esiste una dozzina di termini che i parlanti cinesi usano per descrivere ciò che in altre lingue viene chiamata “lingua cinese”. Ognuno di questi termini ha la propria affiliazione culturale e a volte politica. In onore della Giornata della lingua cinese [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] delle Nazioni Unite del 20 aprile, vale la pena esaminare quali sono questi termini e come ognuno di essi viene usato.

Prima di tutto, il cinese non è una lingua, ma molte lingue con pronunce, vocabolario, idiomi e forme scritte radicalmente differenti. Dal punto di vista linguistico, le lingue cinesi formano il ramo sinico [it] di una più grande famiglia sino-tibetana [it]. Esiste una dozzina circa di lingue cinesi. Le più ampie, in termini di madrelingua, includono il mandarino o putonghua, il cantonese o yue [it], l’hokkien o min [it], lo shanghainese o wu [it], e l’hakka [it]. Parlate, sono lingue distinte che richiedono di essere interpretate in gruppi misti di parlanti, poiché non sono reciprocamente comprensibili. 

Tutte queste lingue contengono molti dialetti che sono parlati in misura globale in Asia Orientale e Sudorientale, ma anche fra le diaspore in ogni continente.

In tutto, si stima che 1 miliardo e 300 milioni di persone parli una lingua cinese fluentemente o come lingua madre. Il cinese mandarino della Cina continentale che usa i caratteri semplificati [it] è anche una delle sei lingue ufficiali dell’ONU. 

Scritte in caratteri cinesi, tutte le lingue cinesi diventano più o meno reciprocamente comprensibili, poiché condividono uno stesso sistema di scrittura pittografico. Alcune eccezioni si verificano in lingue come il Clcantonese e l’hokkien, che usano caratteri non inclusi nei comuni dizionari di cinese mandarino.

Ci sono due versioni del cinese scritto oggi: una versione è chiamata tradizionale (繁體字), è usata ufficialmente a Taiwan, Hong Kong e Macao ed era predominante nelle diaspore dell’Asia Sudorientale; l’altra versione è chiamata semplificata (简体字) e fu creata dopo che i comunisti presero il controllo della Cina nel 1949 con l’obiettivo di ridurre il numero di tratti dei caratteri complessi – alcuni possono avere fino a 30 tratti. Questa versione è quella ufficiale nella Cina continentale e sta diventando popolare fra le generazioni più giovani della diaspora cinese globale.

Per saperne di più leggi anche: A review on state violence and the standardization of Chinese on UN Chinese Language Day 

Normalmente, una persona cinese istruita deve apprendere circa 3500–4800 caratteri cinesi (zh) per diventare un fluente scrittore e lettore di notizie o letteratura.   

Oltre a questa distinzione, alcune lingue cinesi hanno continuato a evolversi fra le comunità cinesi d’oltremare, come a Hong Kong, Taiwan e Singapore, con parole ed espressioni inventate di recente attraverso il mescolamento di varie lingue. Per esempio, a Hong Kong, molti termini locali sono caratteri cinesi insensati che imitano pronunce di lingue straniere e sono basate sulla fonetica cantonese, come 巴士 (bus), 的士 (taxi), 符碌 (coincidenza), 老笠 (rapinare), 蛇𠺌 (spaventato), 麻甩 (pazzo in francese).

La lingua cinese ha molti nomi in cinese 

Perfino all’interno del reame del cinese mandarino, c’è una dozzina circa di possibili termini e varianti che possono essere usati per indicare il cinese mandarino. Ciò è dovuto a diverse – e a volte contrastanti – narrative storiche, culturali e perfino politiche riguardanti ciò che definisce la “cinesità”. Di seguito una breve lista dei termini principali:

汉语 [hanyu] Letteralmente: “la lingua parlata dagli Han” [it], il gruppo etnico dominante in Cina, a Taiwan e e Singapore. Questo termine è per lo più usato nella Cina continentale e anche nel contesto del cinese mandarino come lingua straniera per gli studenti e nei libri di testo. Alcuni pensano che il termine abbia una forte connotazione etnica e orientata verso l'interno.

汉子/ 漢字 [hanzi] si riferisce ai caratteri cinesi, sia nella forma semplificata che in quella tradizionale. Questo termine è usato anche per descrivere i kanji [it], che sono i caratteri cinesi usati in giapponese con una pronuncia completamente differente.

中文 [zhongwen] Letteralmente: “la scrittura del Regno di Mezzo”, come la Cina [中国] è conosciuta storicamente. Qui il secondo carattere 文 enfatizza l’aspetto scritto della lingua e meno quello orale.

Copertina di un dizionario di Taiwain che usa il termine 國語 (guoyu). Foto di Filip Noubel, usata con l'autorizzazione

普通话 [putonghua] Letteralmente: “la lingua di uso comune”. Questo termine risale al 1906 in uno scritto dello studioso Zhu Wenxiong ed è in larga parte usato in Cina.

北京话 [beijinghua] Letteralmente: “la lingua di Pechino”. Questo termine si riferisce a una precisa forma di Cinese mandarino che include il suono -er [儿化音] aggiunto alla fine di molte parole, facilmente individuato da altri parlanti del Cinese mandarino.

國語 [guoyu] Letteralmente: “la lingua nazionale”. Questo termine si riferiva inizialmente alla lingua mancese [it], la lingua ufficiale dell’ultima dinastia, la Dinastia Qing [it], che parlava una lingua tungusa [it].  Oggi il termine è usato in misura maggiore a Taiwan per indicare la versione locale del cinese mandarino.

華語 [huayu] “La lingua parlata dagli Hua”, dove il carattere 華, o 华 in Cinese semplificato, si riferisce a tutti i cinesi globalmente, indipendentemente dalla loro lingua e identità diasporica o meno. Un modo qui per descrivere il termine potrebbe essere “cinese globale”. Il termine è adesso usato spesso per descrivere i media cinesi d’oltremare e a volte può includere non soltanto il cinese mandarino ma anche altre lingue cinesi.

中国话 [zhongguohua] Letteralmente significa “la lingua della Cina”. Questo termine è raramente usato in Cina o a Taiwan ed è più di frequente usato fra le diaspore cinesi nell’Asia Sudorientale. 

拼音 [pinyin] significa “trascrivere suoni” [it] e si riferisce alla trascrizione della pronuncia del cinese mandarino nell’alfabeto latino per scopi di apprendimento e di comunicazione internazionale. Questo sistema di romanizzazione fu sviluppato in Cina negli anni '50 del 1900 ed è usato dai media globali per indicare nomi e luoghi cinesi.  

Bopomofo: questo altro sistema di trascrizione fonetica del cinese mandarino è basato sulle lettere e fu sviluppato intorno al 1910 nella Cina repubblicana usando 37 segni [it] che, combinati fra loro, coprono l’intera fonetica. Oggi è ampiamente usato a Taiwan per insegnare la pronuncia dei caratteri tradizionali ai bambini e agli stranieri. Il termine Bopomofo si basa sulle prime quattro lettere del sistema, ossia: ㄅ, ㄆ, ㄇ e ㄈ. Questo sistema è anche chiamato 注音符號 [Zhuyin fuhao o, letteralmente, “simboli fonetici”] 

L'importanza di dare un nome a una lingua

Tutti questi termini si sono evoluti nell’uso e nei significati attraverso le società e le diaspore parlanti la lingua cinese e potrebbero continuare a farlo, poiché internet permette l'uso del contenuto mediatico al di là dei confini nazionali.

Come spiega Niva Yau, una hongkongese che vive all’estero, studiosa della Cina:

As a Hong Kong Chinese, I grew up in the 90s and 2000s referring to the Mandarin Chinese language as 普通话. We tend to use 中文when referring to the written Chinese text, which is readable no matter if you speak Mandarin, Cantonese, Hokkien, or other Chinese languages. I know that young people in Hong Kong today refer to the Mandarin Chinese language as 國語now, as it was made a compulsory learning language in Hong Kong and it’s incorporated into the education system. When I lived in Malaysia, it was when I first heard the term 華語, and I got a sense that this is the term used by Chinese diaspora who left China way long before. Malaysian Chinese also refer to themselves as 人 [Hua people].

In qualità di cinese di Hong Kong, sono cresciuta negli anni ’90 e 2000 chiamando il Cinese mandarino “普通话” (putonghua). Noi tendiamo a usare “中文” (zhongwen) quando ci riferiamo ai testi cinesi scritti, che sono leggibili indipendentemente dal fatto che si parli il mandarino, il cantonese, l’hokkien o altre lingue cinesi. So che i giovani a Hong Kong oggi chiamano il cinese mandarino “國語” (guoyu), poiché, a Hong Kong, è stato reso una lingua di apprendimento obbligatoria ed è incorporato nel sistema di istruzione. Quando vivevo in Malesia ho sentito per la prima volta il termine “華語” (huayu) e ho avuto la sensazione che tale termine fosse usato dalla diaspora cinese che aveva lasciato la Cina molto tempo prima. I cinesi della Malesia inoltre chiamano se stessi “華人” (huaren o gente hua).

Per Yanne Chu, che è taiwanese ed è responsabile delle traduzioni presso Global Voices:

Caratteri cinesi tradizionali usati in un mercato di Taipei. Foto di Filip Noubel, usata con l'autorizzazione

汉语  (Hanyu) is connected to the Han people so it adds to the marginalization of other ethnic groups who use it as their main language, such as the Hui. Chinese is not an alphabetic language so 中文 (zhongwen) which rigorously speaking should only apply to the written form, but is now used to describe spoken Chinese, is my preferred term, if compared to 漢語 (Hanyu).

Taiwan has more than one official recognized language, so 國語 (guoyu, or national language) needs to be nuanced. Taiwan's indigenous people prefer to use 華語 (huayu, language of the Hua people) in contrast to 原住民族語 (yuanzhuminzuyu, or ethnic languages of the indigenous, or first people).

As for the term 華語 (huayu), I personally find it less assuming, if compared to 國語 (guoyu) and 漢語 (hanyu), particularly when interacting with people of different ethnicity and nationality.

“汉语” (Hanyu) è un termine connesso alla gente Han quindi aumenta la marginalizzazione di altri gruppi etnici che usano il cinese mandarino come lingua principale, come gli Hui [it]. Il  cinese non è una lingua alfabetica, quindi il termine “中文” (zhongwen), che, rigorosamente parlando, dovrebbe essere usato solo per la forma scritta, ma è ora usato anche per indicare il cinese parlato, è il mio preferito, se comparato a “漢語” (Hanyu).

Taiwan ha più di una lingua ufficiale riconosciuta, quindi il termine “國語” (guoyu o lingua nazionale) deve essere sfumato. Gli indigeni di Taiwan preferiscono usare “華語” (huayu, lingua della gente Hua) al posto di “原住民族語” (yuanzhuminzuyu o lingue etniche degli indigeni).

Per quanto riguarda il termine “華語” (huayu), personalmente lo trovo meno presuntuoso se paragonato a “國語” (guoyu) e “漢語” (hanyu), in particolare quando si interagisce con persone di etnia e nazionalità differenti.

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