Perù: gli indigeni Aymara annunciano la ripresa delle proteste a Puno

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Contadini Aymara. Puno, Peru. (Foto di Enrique Molina)

Dopo la tregua temporanea [es, come per tutti gli altri link eccetto ove diversamente indicato] concessa per permettere lo svolgimento delle elezioni presidenziali nella regione di Puno [it], gli Aymara [it] hanno annunciato che riprenderanno lo sciopero a oltranza con il quale pretendono la revoca delle concessioni minerarie nella regione di Puno, per prevenire i danni che causano all'ecosistema e l'inquinamento dei fiumi e del lago Titicaca.

Va ricordato che, recentemente, circa 15.000 Aymara hanno manifestato nella città di Puno e in quell'occasione si sono verificati numerosi incidenti che hanno paralizzato la capitale per molti giorni, impedendo a molti turisti di muoversi.

La regione di Puno si trova a più di 1000 chilometri da Lima, al confine con il Brasile, ed è la seconda regione peruviana per quantità di ettari sfruttati da progetti minerari, secondo lo studioso Jose de Echave.

Il governo ha rifiutato la cancellazione [delle concessioni], ma ha raggiunto un accordo con le comunità Aymara che prevede la sospensione delle concessioni di sfruttamento minerario e petrolifero nella regione di Puno per il periodo di 14 mesi in quattro province (Yunguyo, Chucuito, Callao, e Juli). Le comunità indigene chiedono anche la deroga del Decreto Supremo 082-2007-EM, secondo quanto afferma Walter Adurviri, Presidente del Frente de Defensa de los Recursos Naturales de la zona sur de Puno.

Aduviri ha dichiarato al giornale di Puno Los Andes che, anche se anche se considera in modo positivo la vittoria di Ollanta Humala , gli Aymara non si accontenteranno di promesse ma esigeranno degli accordi scritti. Nel frattempo il presidente del Governo regionale di Puno, Mauricio Rodriguez, ha richiesto che il presidente neo eletto intervenga in merito.

Gli Aymara ed i Quechua, ai quali presto si aggiungeranno le comunità di altre zone di Puno, esigono che sia rispettato il loro diritto a essere consultati preventivamente in caso di concessioni di estrazione mineraria e petrolifera, sostenendo che questo tipo di attività economiche inquinano l'ambiente e distruggono le loro tradizioni. Questa denuncia è stata riportata dal blogger Peruanista:

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Secondo gli attivisti Aymara il lago Titicaca e il suo ecosistema verrano messi in pericolo dalle miniere e dal petrolio. (Foto di Enrique Molina)

Los pueblos quechua y aymara de Puno no se oponen a la minería completamente, sino quieren ser incluidos en el proceso de otorgamiento de licencias, para definir dónde es conveniente extraer minerales para evitar contaminar las cuencas de sus ríos y que llegan al lago Titicaca. Este no es solamente el lago de agua dulce más grande de Sur América, sino es un símbolo sagrado de la cosmovisión andina. El problema es que el gobierno de Lima continua con su mentalidad racista de exclusión, otorgando licencias a empresas mineras –en su mayoría extranjeras- sin consultar a los pueblos originarios que viven en las regiones donde se ubican los yacimientos mineros.

Le comunità Quechua e Aymara della regione di Puno non rifiutano le miniere in toto, ma vogliono partecipare al processo di concessione delle licenze per indicare quali sono le zone più appropriate per estrarre materiali senza inquinare i bacini dei fiumi e il lago Titicaca in cui confluiscono. Il Titicaca, oltre a essere il secondo lago di acqua dolce più grande del Sudamerica, è anche un simbolo sacro della cosmovisione andina. Il problema è che il governo centrale agisce in modo razzista concendendo autorizzazioni a compagnie minerarie, per la maggior parte straniere, senza consultare gli abitanti originari che vivono nella regione in cui i minerali vengono estratti.

Altri blogger, come Rodolfo Ybarra, si sono lamentati della tattica “divide et impera” a cui è ricorso il governo:

Al parecer, el ejecutivo tuvo la idea de dividir a la delegación puneña. Mientras los congresistas Yonhy Lescano, Margarita Sucari y Susana Vilca, esperaban impacientemente la llegada de la comitiva puneña, la ministra Rosario Fernández inicio la conversación sólo con el presidente y los alcaldes, dejando de lado a los legisladores puneños.

Yonhy Lescano y Margarita Sucari, coincidieron que el ejecutivo no maneja la reunión de manera transparente.

Sembra che il governo cerchi di mettere zizzania tra i delegati di Puno. Mentre i membri del congresso Yonhy Lescano, Margarita Sucari e Susana Vilca aspettavano con impazienza l'arrivo della commissione di Puno, il ministro Rosari Fernandez ha iniziato la riunione con il presidente e i sindaci, lasciando in disparte i legislatori di Puno.

Yonhy Lescano e Margarita Sucari hanno confermato che l'esecutivo non ha gestito la riunione in modo trasparente.

Blogger come Silvio Rendon sono a favore delle proteste:

El “puneñazo” (o “aymarazo”) marca el comienzo del fin de los abusos de las mineras, como el “arequipazo” marcó el fin de las privatizaciones prebendarias.

Il “puneñazo” o aymarazo segna l'inizio della fine degli abusi da parte delle imprese minerarie, così come l’ “arequipazo” ha dato il via alla fine delle privatizzazioni corrotte.

In ogni caso ci sono anche netizen che non sono tanto d'accordo come Cedres, (@Cedres), che invia un tweet:

Quién entiende a esta gente? #rabia RT @terrape: A pesar de triunfo nacionalista, aimaras vuelven al paro http://bit.ly/mFZJWh

Chi li capisce questi? #rabia RT @terrape: nonostante la vittoria nazionalista, gli aymara sono di nuovo in sciopero http://bit.ly/mFZJWh

Martin Arcaya (@arcaya1) non la pensa allo stesso modo:

Si tanto criticas a los comuneros aymaras anda a vivir alli con tu fuente de agua a punto de contaminarse, huevón!

Se pensi sia giusto criticare gli Aymara, vai a vivere con loro e con le loro fonti di acqua quasi distrutte dall'inquinamento, idiota!

John Rivas (@johnidem) dice al parlamentare Johnny Lescano:

@yonhy_lescano Deberías estar en Puno conciliando el problema de los Aymaras.

@yonhy_lescano Dovresti essere a Puno facendo da mediatore nel caso degli Aymara .

La popolazione indigena di Puno, una delle regioni del Perù a più alto tasso di analfabetismo, malnutrizione e povertà, vive principalmente di agricoltura, uno dei settori trascurati dai vari governi. Nonostante ciò nella zona vengono coltivate più di un migliaio di tipi di patate native e la regione può vantare il primo posto nella produzione nazionale di questo tubero.

Walter Aduviri, un leader seguito dalle comunità nonostante le autorità mettano in dubbio il suo ruolo, ha annunciato che lo sciopero riprende, anche se non sa dire quante comunità vi prenderanno parte nel complesso.

Foto per concessione di J. Enrique Molina.

2 commenti

  • Margherita Fiori

    Ciao ragazzi;

    Complimenti per questa bella pagina. Sono contenta di sapere che voi giovani, sono interessati sulla problematica dei paesi in via di sviluppo. Sono una avvocata, master in politiche sociale dell’Università di Bologna. Ho vissuto per 2 anni nel vostro paese e sono stata molto felice e ho potuto conoscere tanti belli posti del vostro paese, ma mi è piaciuto di più la Sicilia e la Puglia, perchè la gente è molto calda e gentile.

    Vi saluto

    Mar

    • Roberto Falcioni

      Mi fa piacere constatare che esistono anche persone di buona volontà. Anche in altre parti d ‘Italia ci sono persone gentili , forse è un po’ più difficile conoscerle perché più riservate. Ciao

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