Nella notte del 2 novembre la redazione parigina del settimanale satirico “Charlie Hebdo” è stata attaccata con bottiglie incendiarie [en] ed è andata distrutta nel rogo. Lo storico e sempre provocatorio settimanale francese ha pubblicato un'edizione speciale intitolata ‘Sharia Weekly’ [fr, come i link successivi eccetto ove diversamente indicato] sugli ultimi eventi in Tunisia e Libia, in cui compare Maometto come “direttore straordinario”, che promette: “100 frustate se non siete già morti dal ridere!”.
Trascorsi due giorni dall'attentato senza che le indagini della polizia abbiano prodotto risultati, i media francesi, i circoli politici e i social network si sono infiammati a loro volta. L'edizione del giornale è andata esaurita nelle edicole. Su Twitter, l'hashtag #charliehebdo è il primo della lista dei Trending Topic da quando si è sparsa la notizia. Alcuni utenti di Twitter hanno scelto la copertina incriminata come foto profilo su Twitter. La redazione di Charlie Hebdo, che al momento è ospitata presso gli uffici del quotidiano francese Libération ha realizzato la copertina del quotidiano ospitante in condizioni di massima sicurezza.
Anche il sito web di Charlie Hebdo è stato attaccato durante la notte dell'incendio dal gruppo turco “Akincilar”, secondo Le Nouvel Obs (vedere messaggio di rivendicazione spedito questa settimana, en). Il blogger tecnico Korben ha pubblicato le schermate del sito web hackerato…:
Non è la prima volta che Charlie Hebdo incappa in incidenti a causa della sua satira sull'Islam. Nel 2007, la rivista è stata denunciata dall'imam della moschea parigina per una copertina in cui compare Maometto con un titolo ‘It is hard to be loved by morons‘ (E’ dura farsi amare dagli idioti) e per aver ripubblicato le famose vignette danesi [en] in segno di solidarietà editoriale. Il giornale vinse la causa. Ieri, l'attuale imam della moschea di Parigi ha condannato sia l'attacco che la satira.
La Francia secolare è ancora una volta coinvolta in un conflitto tra libertà di satira (e parola) e rispetto della religione, e il tutto in un momento storico molto delicato: nel bel mezzo della corsa alle elezioni presidenziali del 2012.
Libertà di espressione
La notizia ha provocato ampie reazioni in Francia. In molti hanno condannato l'attacco come intollerabile oltraggio alla libertà di espressione.
Hacen BOUKHELIFA, un avvocato residente a Marsiglia, condanna l'attacco:
Rien, absolument rien ne peut justifier la violence d'extrémistes qui finalement n'acceptent pas la liberté d'expression à fortiori lorsqu'elle est exercée par un hebdomadaire satirique
Capiaux Alain rincara:
CHARLIE HEBDO mérite le soutien de quiconque entend défendre la liberté d'expression. Critiquer l'islam est un droit.
Ma secondo altri, come Sidi_la, in Francia si usano due pesi e due misure per la libertà di espressione. Menzionando Dieudonné Mballa, umorista francese denunciato e condannato per il suo presunto anti-semitismo, egli scrive:
On donne la liberté d'expression quand il s'agit d'Islam mais quand Dieudo parle des juif il doit en payer le prix!= La France
Tristan (@egoflux), insieme ad altri difensori del settarismo, ricorda come le manifestazioni organizzate da alcuni cattolici francesi stiano attualmente disturbando uno spettacolo teatrale a Parigi nella quale il volto di Gesù Cristo è stato deturpato, e pubblica le foto del loro manifesto sui muri di Parigi:
Xavier (@dascritch) non ne può più:
Y'en a marre des intégristes religieux. Cathos, Juifs ou Islamistes, vous ne représentez que l'ignorance, la haine et la mort.
Un incoraggiamento per l'estrema destra
I politici preoccupati per le future elezioni presidenziali del 2012 hanno fatto cerchio attorno a Charlie Hebdo. Severin presagisce come in seguito a questo incidente trarrà benefici soltanto il candidato di estrema destra alle elezioni Marine Le Pen:
#charliehebdo brûle, Marine Le Pen gagne 3 points dans le dernier sondage. Symbolique d'une société à la dérive. #irresponsable
Caos su Facebook
La pagina di Charlie Hebdo su Facebook è stata inondata di messaggi.
Mehri Yassine della sinistra tunisina:
شهد أن لا إله إلا الله وأشهد أن محمد رسول الله
Virgile Gaillard commenta amaramente:
merci Charlie!! :( Grâce à vous, on détourne l'attention sur les vrais enjeux de la crise… On met de l'huile sur le feu de la haine de l'autre, on stigmatise le musulman parce que bcq vont être tenté par l'amalgame intégristes=musulmans
Erick Oster Saerkjaer, dalla Danimarca dove la prima controversia sulle vignette “Muhammad cartoons” scoppiò nel 2005, ha postato un messaggio di incoraggimanto in inglese:
L'umorismo è l'unica strada percorribile per poter porre la fatidica domanda a coloro che ritengono di essere gli unici detentori della verità e…. Se non potremo utilizzarlo la stupidità avrà vinto.
Charlie Hebdo ha richiesto che Facebook blocchi la sua pagina, argomentando che molti di quei messaggi violano le leggi francesi sull'odio religioso e l'incitano all'odio etnico. I netizen su Twitter hanno espresso slidarietà al gestore della pagina; Lauren Provost imaginando che per ricoprire il posto vacante Charlie Hebdo potrebbe adesso pubblicare questo tipo di annuncio:
Charlie Hebdo cherche Community Manager. Compétence requise : gestion de crise et maîtrise de l'arabe
L'Index on Censorship, principale organo inglese anti-censura, ha esposto due punti di vista[en] sulla crisi che ha Charlie Hebdo, fornendo le interpretazioni di due esperti uno statunitense e l'altro inglese.