Israele: in carcere la giornalista che aveva reso pubblici crimini di guerra

Anat Kamm è una giornalista israeliana condannata a quattro anni e mezzo di carcere per aver rivelato informazioni inerenti migliaia di documenti militari top secret al collega Uri Blau, giornalista del quotidiano Haaretz. Tali informazioni indicavano come le forze armate israeliane (IDF) avessero eluso la sentenza giudiziaria di condanna per aver assassinato, anziché arrestato, alcuni palestinesi ricercati in Cisgiordania.

Il 4 dicembre 2008, Blau pubblicò un'inchiesta basata su questi documenti affermando che il comandante delle forze armate pianificò ed eseguì l'uccisione di tre persone violando una sentenza della Corte Suprema israeliana risalente al 2006 che limita le circostanze in cui è possibile operare in tal modo. Qui viene ripubblicato l'articolo di Uri Blau [en], “License to Kill”.

Vignetta satirica, concessa da mish

Vignetta satirica, concessa da mish

Nell'interrogatorio la Kamm avrebbe dichiarato [en]: “C'erano alcuni aspetti riguardanti le procedure delle operazioni militari nella West Bank che ho ritenuto dovessero essere di pubblico dominio… Mentre masterizzavo quei cd continuavo a pensare che la storia perdona chi denuncia crimini di guerra”.

La polizia israeliana ha proibito ai media nazionali di riportare l'arresto di Anat Kamm. Il 6 febbraio 2010, Anat fu condannata per spionaggio e per aver rivelato informazioni riservate senza autorizzazione, e posta agli arresti domiciliari. Dopo quasi due anni passati sotto questo regime, il 30 ottobre 2011 la Kamm è stata definitivamente condannata a quattro anni e mezzo di carcere.

Nonostante non si tratti di una storia nuova, la decisione della corte sulla sentenza Kamm ha scatenato le più diverse reazioni tra i netizen israeliani. Noam Lester risposta osservazioni [he, come tutti i link tranne ove diversamente indicato] che aveva già pubblicato all'inizio della vicenda nel 2010 e protesta contro la mancanza di copertura e interesse mediatico sui crimini commessi dall'esercito ed emersi da questa vicenda:

Stiamo assistendo ancora una volta a questo rituale fatto di occultamento, censura, pubblicazioni straniere, fughe di notizie tra i blog e un continuo e stancante blaterare da parte dei media. Ancora una volta stiamo sacrificando una vittima per insegnare a tutti di non immischiarsi negli affari delle forze armate e specialmente di non causar loro alcun imbarazzo esponendo i loro peccati (e crimini). Stiamo tutti puntando l'attenzione su Anat e non sulle notizie che ha rivelato e cioè che: le forze armate hanno commesso dei crimini violando ordini della Corte Suprema d'Israele. Sicuramente per questi fatti nessuno siederà in prigione. Nessuno a parte l'unica che ha portato alla luce queste atrocità, lei può essere presentata come traditrice e condannata a vita.

Anat Balint scrive sarcasticamente:

Il severo verdetto di quattro anni e mezzo emesso dalla corte distrettuale di Tel Aviv nei confronti di Anat Kamm è una batosta per la ventiquattrenne informatrice ma anche una sorta di tranquillante per buona parte dell'opinione pubblica che ha seguito l'evoluzione della vicenda dall'aprile del 2010. Il processo di trasformazione della Kamm in una sorta di strega moderna, la quale minaccia l'esistente ordine sociale, è stato un successo totale. È stata catturata, allontanata da noi (grazie al cielo), adesso tutti possono stare sicuri che torneremo a credere nei nostri valori sacri: non c'è niente di più importante della sicurezza del nostro Paese, della protezione dai nemici, nessuna entità è più sacra di quella militare e non c'è niente di più grave che cercare di offendere o attaccare una di queste.

E continua:

Chiunque si trovi a far parte di quella complessa relazione tra entità governative, forze dell'ordine e giornalisti in Israele comprende l'ironia che si cela dietro l'affare Kamm. Queste fughe di notizie sono il pane quotidiano in questo tipo di relazioni, cose all'ordine del giorno. Messaggi che non provengono dai canali ufficiali o attraverso interviste autorizzate sono in effetti delle “fughe di notizie” e quindi, stando a quanto dice la legge, un crimine. Queste informazioni spesso includono documenti riservati o top secret che in qualche modo arrivano ai giornalisti e vanno a fornire le basi per i loro articoli.

Parecchi pensano però che la sentenza Kamm non sia stata abbastanza severa. Moshe Goldbladt scrive:

Spero che il procuratore dello stato non si conformi con l'assurda pena inflitta ad Anat Kamm. In contrapposizione a quanto sostenuto dal giudice che ha emesso il verdetto, la pena riflette una mancanza di rispetto nei confronti della sicurezza nazionale.

Anat Kamm ha ricevuto il supporto della sinistra per rivelare presunti “crimini di guerra” – già l'accusa è una sciocchezza assurda – che l'ha osannata per la sua motivazione e ideologia. Quando i legali della Kamm hanno visto che questo incoraggiava i simpatizzanti di sinistra ma che non aiutava lei hanno cambiato strategia e cominciato a presentarla come una giovane confusa che non capisce ciò che sta succedendo.

È ora di smetterla di giocare a nascondino con Uri Blau e con Haaretz. Il giornalista, il direttore e chiunque abbia ricevuto materiale riservato da Anat Kamm devono essere sottoposti a giudizio e pagare un caro prezzo per le loro azioni. Inoltre la pena detentiva deve necessariamente essere di lunga durata. Questa loro rivendicazione per cui chiedono di poter avere regolarmente accesso a documenti segreti (come proposto da Raviv Druker in qualità di testimone durante il processo Kamm) è estattamente il motivo per cui devono imparare quali sono le conseguenze per chi viola le leggi di sicurezza militare in questo Paese.

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